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  • 01/10/2022 20:10

Se il PD si auto sciogliesse?

Rosy Bindi ed altri dinosauri del partito hanno proposto lo scioglimento del PD.

Letta ha proposto una Costituente e anche di cambiare nome.

Sembra proprio che il PD, per quello che abbiamo conosciuto, stia per scomparire e non piangeremo certo noi.

Molte delle difficoltà politico-istituzionali dell’Italia sono attribuibili al PD.

L’accorpamento in un unico Partito avvenuto nel 2007, fra i post-comunisti orfani del muro di Berlino e i sinistri cattolici di una DC affondata da una tangentopoli a senso unico, ha generato un Mostro.

Un Partito di “Elevati” che ha lasciato ogni rapporto con il mondo del lavoro e della produzione, per assegnarsi il compito di dispensatore di verità, di gestore del potere a prescindere, per innalzare la bandiera del Giustizialismo mutuata dal leninismo del vecchio PCI: Non si combattono le idee avverse, ma si combattono gli uomini che le propugnano. Berlusconi, Renzi e ora Calenda, come prima, Andreotti e Craxi, i nemici da distruggere anche con l’aiuto di apparati dello Stato. “…finché il proletariato ha bisogno dello Stato, ne ha bisogno non nell’interesse della libertà, ma nell’interesse dell’assoggettamento dei suoi avversari” Vladimir Il'i? Ul'janov, detto Lenin.

All’inizio, la fusione fra i post-comunisti e i cattolici oltranzisti si è realizzata nel sentirsi “il partito degli eletti di Dio”: i primi cresciuti nell’infallibilità comunista e i secondi nell’anatema di Papa Urbano II, “Deus vulte”.

Un partito dispensatore di verità costruite ad hoc, di cartacee patenti di antifascismo, di perbenismo salottiero, di sinistrese d’accatto

Il PD si nutre negli anni a pane e giustizialismo, perdendo ogni contatto con i problemi di una società italiana che non riesce più né a crescere né ad essere socialmente giusta, creando nel paese il seme della rivolta elettorale dei diseredati che si affidano al populismo del comico Grillo, il Masaniello di turno. Un voto di brutale scambio.

Unica eccezione, alcuni anni fa, un gruppo di giovani era riuscito ad affermarsi all’interno del PD, sotto la guida di Matteo Renzi, divenuto segretario a furore di popolo, contro il vecchio establishment catto-comunista, recuperando i valori del Riformismo per operare nelle istituzioni, con un disegno ambizioso: Modificare l'ordinamento politico, economico e sociale esistente attraverso l'attuazione di organiche riforme. Operando sulle povertà e sul mondo del lavoro, abolendo dogmi e schemi sepolti dal tempo

Un PD al 40% che portò avanti con il Governo Renzi una straordinaria e strutturata riforma costituzionale e dell’intero Stato, che venne sabotata e abbattuta dall’interno del PD stesso, con cinismo, egoismo e cecità. Al grido nessuno tocchi la “ditta”.

Succede di tutto: due scissioni, una di post-comunisti, l’altra di parte dei riformisti, fuoriuscite parziali perché altrettanti difensori della originaria “ditta” e dell’idea riformista rimangono nel PD per combattendosi su tutto e di più e in ultimo sull’accordo con i “Grillini”.

In questi ultimi anni una gestione confusionaria, contradditoria, assurda culminata con la bestiale affermazione zingarettiana “…Conte è un punto fortissimo di riferimento di tutte le forze progressiste…” e con il recupero dell’emigrato Letta, con il solo scopo di combattere Renzi. Una ossessione irrinunciabile per alcuni.

Il Congresso PD rischia di divenire uno squallido referendum su Conte e i Grillini, meglio allora lo scioglimento.

Con i post-comunisti e i crociati di Pietro d'Amiens liberi di fondersi con Conte per realizzare l’agognata sinistra populista e i Riformisti di andare ad ingrossare le file di Calenda e Renzi per creare un forte Partito Riformista e Liberale, saldamente al centro del paese.

Il Riformismo è unica vera novità italiana, che potrà guidare l’Italia con serietà e credito internazionale, come Mario Draghi ha fatto in questi due anni.

 

Francesco Colucci, Riformisti per il Terzo Polo  

I commenti

"Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi” .
Pensano di dare una ripitturata al simbolo, cambiare nome e tornare a galleggiare ?
Sono sempre gli stessi.... dopo due minuti ritireranno fuori "i loro valori" interpretati con il solito approccio, ovvero quello che li ha fatti affondare.
Quanto al terzo polo mi sembra una ciurma di desperados saltati, chi prima chi dopo, su una scialuppa quando la nave stava per affondare , forse pure sabotata da qualcuno di loro.
Adesso sono in mezzo al mare si guardano intorno, cercano delle altre navi ma fanno pure i difficili, tra un po' finiranno i viveri e cominceranno a scannarsi tra di loro.

In tutto questo sia terzo polo, M5S che PD parlano di politica di agende etc. sono sempre sulla ribalta come se avessero vinto....e quindi come il fantacalcio fanno fantapolitica, ognuno si fa il suo programma, la sua tattica, le sue riforme virtuali.
Quando Lei scrive "il Riformismo e' la novità che potrà guidare l'Italia...", scusi ma quando ?
Parlando seriamente : cosa pensate di fare adesso, mentre gli altri cominceranno a governare ?

Anonimo - 02/10/2022 12:00

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