L’intesa tra Italexit e Casapound a Lucca
Il laboratorio Lucca
Il 12 giugno 2022, a Lucca, si vota per l’elezione del nuovo sindaco. Tra gli altri candidati, si presenta Fabio Barsanti, leader di Casapound, in una delle città dove la Tartaruga ha i consensi tra i più alti in Italia. Nelle settimane precedenti al voto, Barsanti con la sua lista civica “Difendere Lucca” stringe un accordo elettorale con Italexit. Può sembrare solo un’intesa locale, ma dietro le quinte significa molto di più. A raccontarlo a Fanpage è chi quell’intesa l’ha costruita, cioè Giovanni Pezone, in quel momento alto dirigente di Italexit in Toscana, ora anche lui fuoriuscito dal partito. Ricorda Pezone: “Il 2 aprile 2022 andai nella sede di Casapound di Lucca per siglare l’intesa con Barsanti, con me c’era Loredano Ghilardini (coordinatore regionale di Italexit, già candidato con Casapound a Firenze)”.
A suggellare l’accordo, la sera della chiusura della campagna elettorale, arriva in città anche Gianluigi Paragone. L’intesa tra Italexit e Casapound a Lucca, però, ha una postilla: se le cose fossero andate bene, sarebbe stata replicata in tutta Italia. E le cose vanno più che bene, visto che Barsanti ottiene quasi il 10 percento al primo turno. "Lucca è stata un laboratorio”, dice Pezone. E aggiunge che era chiaro a tutti i partecipanti al patto – benedetto da Paragone e da Francesco Polacchi, dirigente di Casapound e fondatore di Altaforte, casa editrice di area neofascista -, come da Lucca l’intesa tra Italexit e Casapound sarebbe stata esportata a livello nazionale . Iscritto al Msi fin dal 1969, Pezone non rimprovera al leader di Italexit l’accordo con i fascisti del Terzo Millennio, ma semmai il fatto che “lo stesso tipo di accordo è stata portato avanti nel resto d'Italia, ma non più alla luce del sole, nascondendolo, come ci si vergognasse”.
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