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  • 17/10/2025 10:03

Il 27% degli studenti vittima di bullismo o cyberbullismo

 Il 27% degli studenti vittima di bullismo o cyberbullismo: servono politiche educative basate su evidenze scientifiche per fermare il bullismo. Appello al Ministro Valditara


Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime profonda preoccupazione per i dati diffusi dalla Fondazione Foresta, secondo i quali oltre uno studente su quattro nelle scuole superiori italiane ha subito episodi di bullismo o cyberbullismo. Colpisce in particolare la maggiore vulnerabilità delle ragazze (36,4%) rispetto ai ragazzi (25,2%), e la prevalenza maschile tra gli autori di tali comportamenti (17,8% contro 7,9%). Questi numeri raccontano una sofferenza diffusa e un bisogno urgente di rinnovamento nelle politiche educative.

La scuola, più che un semplice luogo di istruzione, deve diventare un laboratorio di salute relazionale e di cittadinanza etica, capace di prevenire i fenomeni di violenza attraverso l’ascolto, la comprensione e la costruzione di legami significativi. Il bullismo, come dimostrano le evidenze scientifiche, nasce spesso da un disagio profondo che trova nel digitale un amplificatore emotivo e comportamentale. Per questo è necessario che la scuola si doti di strategie strutturate di prevenzione, integrate in un sistema nazionale di monitoraggio continuo.

Il CNDDU rivolge un invito diretto al Ministro Giuseppe Valditara affinché promuova un Piano Nazionale di Prevenzione del Bullismo e del Disagio Giovanile fondato su una visione scientifica, sistemica e innovativa. Non bastano più progetti isolati o campagne di sensibilizzazione: serve una politica educativa basata su ricerca empirica e valutazione d’impatto, capace di trasformare le buone pratiche locali in modelli replicabili a livello nazionale. Il Coordinamento auspica che il Ministro sostenga la creazione di reti di ricerca scolastica, coordinate da università e centri di studi pedagogici, per raccogliere dati sui comportamenti a rischio e sperimentare metodologie educative validate.

È indispensabile inoltre rafforzare la presenza di équipe multidisciplinari all’interno delle scuole – psicologi, pedagogisti, mediatori digitali e formatori – che possano collaborare con i docenti e le famiglie nella gestione tempestiva dei casi. L’obiettivo non è reprimere, ma comprendere e trasformare: ogni episodio di bullismo è un segnale da interpretare, non solo un atto da punire.

La formazione del personale docente deve diventare permanente e orientata allo sviluppo delle competenze relazionali ed emotive. L’educazione ai diritti umani e all’empatia deve essere riconosciuta come asse portante dell’apprendimento, non come attività accessoria. È necessario, inoltre, che le scuole dispongano di strumenti digitali di rilevazione del benessere scolastico, capaci di intercettare precocemente il disagio e di orientare interventi personalizzati.

Il CNDDU invita il Ministro Valditara a promuovere una nuova stagione educativa, in cui la prevenzione del bullismo non sia un intervento emergenziale, ma una politica pubblica stabile e fondata su dati scientifici, che integri innovazione pedagogica, ricerca accademica e partecipazione studentesca. La scuola deve tornare a essere una comunità che educa al rispetto, alla cura di sé e dell’altro, e che valorizza la diversità come risorsa, non come motivo di esclusione.

Il bullismo non è una devianza giovanile, ma il sintomo di una società che ha smarrito l’ascolto. Per questo rinnoviamo il proprio impegno affinché la scuola italiana diventi il cuore pulsante di una cultura dei diritti umani viva, partecipata e scientificamente fondata, in cui ogni differenza sia riconosciuta come valore e ogni studente possa sentirsi, finalmente, al sicuro.

prof. Romano Pesavento

presidente CNDDU

I commenti

(no troppo tempo fa, parlo di fine anni 80-inizio 90) a me mi mandavan alle elementari da solo, mi portaron sulla via il primo giorno, mi spiegaron come attraversa' la strada, e poi ovo, dovevo fa' da me.
E da li quando d'estate andavo in parrocchia il pomeriggio imparai da me a attraversa' quell'altra strada per anda'a compra' i ghiaccioli al barino di fronte. E poi imparai tante altre cose da solo, imparai a fa da me.
E quando alle medie trovai du' grezzi che mi rompevano i coglioni quand'ero in prima media, poi successe che nell'estate tra la prima e la seconda media misi su tipo un centimetro e parecchi chili ogni mese, e quando ritornai a scuola a settembre, dopo che i due tipi di cui sopra ricominciarono a rompermi i corbelli, un giorno che mi passarono accanto senza accorgersene, gli tirai a uno un bel sinistro croccante che lo stese per tera, e a quell'altro che neanche si rinveniva di quel che era successo, un bel destro e tutti e due per tera che gli c'e' voluto 5 minuti per rialzassi.
Da quel giorno un m'ha rotto piu' i coglioni nessuno, oddio mi son fatto il vuoto intorno perche' facevo paura alla gente fino alla fine della terza, ma un è che mi pesasse.
Oggi vedo i bimbetti delle elementari accompagnati e tenuti per mano, finche' un entran a scuola, ni legan anche le scarpe. O genitori di oggi quand'e' che capirete che i bimbetti devan esse magari sorvegliati, ma no protetti ogni momento, e devan impara' da se' a fa le cose, che poi magari si trovan a tredici anni e un han mai attraverso neanco la strada da soli?
poi ci credo che arivan i grezzi a rompini le palle, e magari fan anco bene, tanto son rincoglioniti dalla famiglia...

anonimo - 19/10/2025 08:40

Questa mattina su rai3 parlavano di sicurezza stradale e morti sulle strade. stessa medesima zuppa!
"Le politiche educative"...dalle elementari...&C&C&C
E se vi va bene dei 'risultati' ne riparlerete nel 2045.
MA PER GLI 8-9 MORTI DI OGGI,
E GLI 8-9 MORTI DI DOMATTINA?????????
E qui in Italia casca l'asino!

... - 18/10/2025 11:09

Curare i genitori , questa sarebbe la vera Cura per risolvere il problema. Inoltre più ne parlate e più si allarga il problema , la simulazione e la voglia di emergere anche se negativamente è all’ordine del giorno.

Anonimo - 18/10/2025 09:08

Le politiche educative servono, nel caso funzionino, per il 2045.
Per quel che diguarda cio che accade domanimattina, le 'politiche educative' non servono ad una benemerita cicca.
E questo è la gretta REALTA' a dimostrarlo.
Ex bullizzato.

... - 17/10/2025 13:00

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