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  • 16/10/2025 18:32

Psicofarmaci : un consumo in crescita silenziosa

Negli ultimi anni, in Italia, il consumo di psicofarmaci ha mostrato un andamento costantemente in aumento. Antidepressivi, ansiolitici e stabilizzatori dell’umore sono ormai una presenza stabile nella vita di milioni di persone. La pandemia ha agito da acceleratore: le richieste di supporto psicologico e le prescrizioni mediche per disturbi d’ansia e depressione sono cresciute in modo significativo e, a differenza di quanto ci si aspettava, non sono tornate ai livelli pre-Covid. Il quadro nazionale Secondo i dati OsMed e AIFA 2025, circa il 7–8 % della popolazione italiana assume regolarmente antidepressivi. L’uso di benzodiazepine (ansiolitici e ipnotici) resta alto, soprattutto tra gli over 45 e gli anziani, ma si osserva un aumento anche tra i giovani adulti. Il consumo medio nazionale si attesta attorno a 60 dosi giornaliere per 1.000 abitanti, con punte più alte nelle regioni del Centro-Nord. Le cause principali sono ansia generalizzata, insonnia, disturbi dell’umore e stress cronico. Gli esperti segnalano una doppia tendenza: da un lato cresce la sensibilità verso la salute mentale, dall’altro permane un forte ricorso al farmaco come risposta rapida, spesso in assenza di un adeguato sostegno psicologico o psicoterapeutico. La Toscana sopra la media La Toscana figura stabilmente tra le regioni italiane con il consumo più elevato di psicofarmaci. I dati dell’Agenzia Regionale di Sanità mostrano che nella regione si superano le 67 dosi giornaliere di antidepressivi ogni 1.000 abitanti, contro una media nazionale più bassa. Nella Piana di Lucca, la prevalenza d’uso di antidepressivi sfiora il 10 % della popolazione residente, con una crescita costante negli ultimi anni. Il quadro regionale indica un aumento anche nell’uso di ansiolitici e antipsicotici, segnale che la domanda di intervento farmacologico coinvolge ormai disturbi diversi e non solo la depressione. L’età media degli utenti si abbassa, con un numero crescente di giovani adulti e studenti che si rivolgono ai SerD o ai medici di base per problematiche di ansia, insonnia o panico. Un fenomeno complesso Dietro i numeri, c’è un intreccio di fattori: precarietà, solitudine, stress lavorativo, paura del futuro e fragilità relazionali. La disponibilità di psicofarmaci e il loro costo relativamente contenuto li rendono un rimedio accessibile, ma anche un rischio quando diventano l’unica risposta. Molti professionisti chiedono di potenziare i servizi territoriali di salute mentale, ancora troppo disomogenei sul territorio, per favorire percorsi terapeutici integrati e non solo farmacologici. Conclusione L’Italia del 2025 è un Paese che si cura molto, ma non sempre si ascolta abbastanza. La Toscana, con il suo alto consumo di psicofarmaci, è un microcosmo di questa tendenza: un territorio attento e medicalizzato, dove il bisogno di benessere psicologico cresce più veloce delle risposte disponibili. Fonte dal Web : https://fai.informazione.news/787AFA1A-11C0-4D4E-B845-68CB68385469/Psicofarmaci-in-Italia-un-consumo-in-crescita-silenziosa

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