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  • 16/09/2022 15:26

Vicini alle popolazioni del centro Italia colpiti dalle alluvioni.


Non c'è più tempo: il cambiamento climatico è realtà. Serve una svolta decisa.


“Siamo atterriti di fronte alla violenza dell'evento metereologico che questa notte ha colpito il centro Italia. Addolorati per la perdita di vite umane e per le profonde ferite inferte alla popolazione delle Marche e ai loro territori. Non possiamo che ribadire la necessità urgente affinché le Istituzioni prendano consapevolezza che non siamo più di fronte a fenomeni eccezionali e ricordare che tutti possano e debbano fare la propria parte. Non c'è più tempo, è necessaria una decisa svolta contro i cambiamenti climatici che indubbiamente sono realtà e i cui effetti sono di fronte ai nostri occhi.”

Questa la dichiarazione del presidente del Consorzio Bonifica 1 Toscana Nord, Ismaele Ridolfi di fronte alla catastrofe che ha colpito il centro Italia nelle ultime ore. Negli occhi ancora le immagini delle terribili alluvioni di Germania e Belgio appena un anno fa, il ciclone che si abbatté sulla Sicilia lo scorso ottobre e poi la grave crisi idrica di questa estate, con le immagini del fiume Pò in secca, gli incendi, lo scioglimento dei ghiacciai e il disastro della Marmolada. Eventi scioccanti e dolorosi, che la comunità scientifica spiega come siano tutti collegati fra loro, conseguenza di violenti sbalzi termici.

Come la forte ondata di calore degli ultimi mesi, in prima battuta assorbita dal Mediterraneo che si sta riversando al suolo con venti forti, come è accaduto meno di un mese fa a Carrara, e le piogge torrenziali che si sono abbattute sulle Marche.

"Non possiamo più negare l'evidenza, sarebbe un gesto irresponsabile ignorare o disconoscere i cambiamenti climatici. Per questo crediamo che sia necessario agire subito e farlo in ottica di prevenzione, intervenendo sui territori contro il dissesto idrogeologico e il consumo del suolo, ma anche riducendo in modo significativo le emissioni di gas serra, valorizzando le zone umide e implementando il patrimonio boschivo, capaci entrambi di immagazzinare CO2. – conclude Ridolfi”

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