Marco Affatigato trovato morto nella sua abitazione a Nizza

intervista datata dal Tirreno :

Affatigato: non sono un infame e non sono un pentito

Lucca, l'estremista di destra nel mirino dei neofascisti risponde agli attacchi. "Ho collaborato con la Cia"
22 dicembre 2014




LUCCA. Marco Affatigato, l'estremista lucchese che sarebbe stato nel mirino dell'organizzazione terroristica smantellata dalla procura dell'Aquila risponde alle nostre domande.

Immaginava di essere (o di poter essere) fra i bersagli di questa organizzazione?
“Organizzazione? Ma mi faccia il piacere, avrebbe commentato Totò, il principe Antonio De Curtis. Già il nome stesso, Avanguardia Ordinovista, che tenderebbe a mischiare la storicità di due movimenti politici come “”Ordine Nuovo” e “Avanguardia Nazionale” dissimili fra loro , vuoi per dottrina sociale e politica che per la propria (di ciascuno) organizzazione militante, mi lascia perplesso. Se devo dire proprio qualcosa a riguardo e che , secondo me , ci si trovi di fronte ad un unico soggetto, Stefano Manni – con il quale ho avuto l’occasione circa due anni fa di “conversare” via e-mail e via telefono - e che , in conseguenza alle sue, diciamo, esagitazioni, soprattutto telefoniche, la Procura dell’Aquila abbia dato più rilevanza di quanto ne abbia in necessità e verità. Per quanto poi riguarda ad “essere bersaglio”, ciò mi fa sorridere! Ma se il pericolo viene da persone di questo calibro, allora posso dormire non su due ma su tre cuscini. Semmai più che le “fatwa” lanciate da questa serie di persone, che più che altro servono a nascondere loro “errori politici” o vere e proprie infamie , come quelle del Tuti che fece arrestare 38 persone con un memoriale indirizzato alla Procura della Repubblica di Firenze, mi preoccupa di più quella lanciata dal Fratello Musulmano e Imam Abdelfatah Hamadache, lanciata nei miei confronti per i miei scritti sui “Fratelli Musulmani” e sull’Esercito del Califfato Islamico (Daesh)".

E’ stato contattato, su questo argomento, dalle forze dell’ordine?
"No! E non ne vedo neanche il motivo".

Lei si porta dietro questa etichetta di “infame”. Da dove arriva? E cosa risponde a chi l’accusa?
"Per quanto riguarda “l’accusa” di infame perché in collaborazione coi servizi segreti …forse sarebbe bene ricordare a chi non lo sa che sono proprio i servizi segreti italiani negli anni ’80 (SISMI , il servizio segreto militare italiano e SISDE, il servizio segreto civile – quello del ministero dell’Interni per intenderci) che hanno tentato di coinvolgermi in gravi fatti (stragi, tanto per essere chiari) creando false accuse (e false prove) per uccidermi civilmente e politicamente e poi, a loro si sono aggiunti qualche prezzolato della mia area (di destra) e non perché io sia un pentito, cosa che non sono affatto, ma semplicemente perché fra il “terrorismo” e “l’azione politica” ho scelto l’azione politica e fra il “terrorismo” e “mia madre, mio padre, i miei fratelli, i miei figli, gli amici, la gente ordinaria” ho scelto quest’ultimi. Per quanto riguarda la mia collaborazione coi “servizi segreti” certamente che vi è stata con la CIA ma nell’ambito di una difesa da attacchi terroristici anti-atlantisti da parte di “terroristi transazionali” guidati da Carlos ed in un contesto di anticomunismo, che oggi non esiste più. Non ho remore a dirlo a differenza di tanti altri che, pure nei libri, negano ciò che invece è stata una evidenza nei fatti".

Fra gli indagati dell’operazione dell’Aquila c’è Rutilio Sermonti, già appartenente a Ordine Nuovo: lei l’ha conosciuto? In quali rapporti eravate?
"Rutilio Sermonti è uno “storico” di Ordine Nuovo… ha visto la sua data di nascita ? Se ben ricordo dovrebbe essere nato negli anni ’20 …oggi dovrebbe avere intorno o prossimo ai novant’anni! Certamente che è stato uno dei pilastri ideologici del Centro Studi Ordine Nuovo, prima e certamente lo è stato anche successivamente nel Movimento Politico Ordine Nuovo. Sono convinto, personalmente, ch’egli abbia colloquiato ideologicamente, cioè dottrina, con certuni di queste persone ma che non abbia assolutamente aderito ad eventuali farneticazioni telefoniche di “manniana” fonte".

Lei dove vive ora? Attualmente fa politica attiva oppure no?
"Da oltre due anni sono tornato a vivere in Francia, a Parigi. E’ dal 1973 che faccio attività politica militante. Sono stato arrestato più volte come sono stato latitante più volte. Ero e sono un soldato politico che alla soglia dei sessant’anni continua la sua lotta contro il Sistema attraverso gli scritti e cercando di lasciare il testimone a più persone possibili . Una “rivoluzione” non si fa in un giorno. Basta pensare e guardare alla “rivoluzione francese” del 1789 che è tutt’ora in corso …e siamo nel 2014. La prima rivoluzione è in se stessi e servono decine e decine e decine di anni per conoscersi profondamente, poi allora possiamo parlare di “cambiare il Mondo”".

Due degli arrestati, Stefano Manni e Luca Infantino, dicono di averla conosciuta: è vero? Ed è vero, come sostengono, che lei collabora con l’Aisi, l'agenzia che raggruppa i servizi segreti italiani?
"Come già le ho detto con Stefano Manni ho avuto qualche conversazione telefonica circa due anni fa…mentre invece ho personalmente conosciuto Luca Infantino del quale ho un’ottima impressione. L’Aisi? Non credo proprio… magari posso essere un loro bersaglio investigativo visto che io il Sistema, compreso quello che governa l’Italia oggi, voglio abbatterlo!".

Marco Affatigato

7 marzo ·


Ecco cosa succede quando qualcuno parla? 3 fasi: 1) si tenta di comprarlo (ma non si vende);allora 2) si tenta di delegittimarlo (è un infame - organizzando contro di lui attentati fisici - , è un truffatore - magari gli si costruiscono addosso processi su iniziativa della Procura o di loro ''complici'' spinti a denunciare oppure gli si sequestrano ''preventivamente'' le attività commerciali per poi proporre il fallimento documentale , sempre di iniziativa della Procura oppure gli si creano oltre 90 indagini processuali nel corso di tre anni ...qualcuna andrà pure a ''buon fine'', sperano, condannandolo) ma ancora non si piega e allora ; 3) lo si elimina "socialmente" (gli si impedisce di esistere non dandogli i documenti di identità - carta di identità e passaporto - cosi non puo' richiedere la pensione, non puo' avere i servizi sanitari, non puo' fare niente laddove sia obbligatorio dimostrare la propria identità ) ma ancora non basta a piegarlo e allora, magari, insceneranno un suicidio.

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È stato suicidato