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Il prossimo fine settimana il mercato del Carmine torna ad aprirsi al pubblico con un evento dedicato ad uno dei temi che più stanno a cuore ai membri della 4223, la società che si sta occupando della sua riapertura: la biodiversità agricola e alimentare, la custodia del territorio, dei saperi tradizionali relativi alle colture agrarie e le tradizioni culturali legate al cibo.
La biodiversità agricola è a rischio. Da tempo infatti l’uomo ha selezionato le varietà che generano più profitto, mentre una miriade di varietà, più piccole o meno produttive, sono state abbandonate perché non rispettavano gli standard di mercato. Interi habitat naturali sono stati convertiti in monocolture, causando erosione genetica e drastico impoverimento della vita vegetale e animale.
Per noi del mercato del Carmine parlare di cibo significa infatti parlare di territorio, di pratiche volte a preservarlo, di comunità di produttori e di abitanti che si uniscono per la salvaguardia del nostro suolo.
Ci ha perciò reso particolarmente orgogliosi del lavoro già svolto in meno di un anno ricevere la richiesta congiunta delle comunità del cibo della Garfagnana, della Maremma, di Montespertoli e delle colline del Chianti e del Monte Amiata, per realizzare un evento in cui avessero la possibilità di raccontarsi anche al di fuori del loro territorio di azione immediata. Come leggiamo nei manifesti di queste comunità, si tratta di realtà che mirano a: “restituire a ciascun individuo e popolo la sovranità alimentare, ovvero il diritto di decidere il proprio sistema alimentare e produttivo, accedendo a cibi sani, nutrienti, culturalmente adeguati con principi di sostenibilità sociale ed ambientale”.
Le Comunità, con il sostegno economico di Terre Regionali Toscane, intendono così concretizzare una delle linee prioritarie indicate dalla Giunta Regionale, ossia: “sostenere e valorizzare le iniziative locali attraverso progetti territoriali, volti alla tutela e valorizzazione delle razze e varietà locali a rischio di estinzione”.
E’ stato così che, su questo stimolo, è stata organizzata una due giorni in cui presentare per la prima volta al pubblico lucchese alcune delle comunità del cibo della nostra regione, oltre che a due realtà ancora troppo poco conosciute dal grande pubblico, come la sezione locale della Banca Regionale Germoplasma, in Garfagnana e i Coltivatori Custodi della Toscana.
Queste ultime, nate ambedue con lo scopo di salvaguardare la biodiversità, per il recupero dell’importante patrimonio di specie, di conoscenze e tradizioni ancora presente nel territorio, da più di dieci anni portano avanti un processo di sensibilizzazione e salvaguardia attiva del nostro patrimonio agroforestale. Pensate che ad oggi sono conservate presso la Banca Regionale del germoplasma, gestita da ente Terre Regionali Toscane, 921 risorse genetiche di razze e varietà locali, di cui 793 sono a rischio di estinzione.
Perché agrobiodiversità, per le comunità del cibo della Toscana, non significa solamente rispetto del suolo e garanzia di preservazione delle sue risorse e delle specie a rischio estinzione, ma anche: “assicurare sempre la giusta remunerazione dei produttori, educazione e formazione all’ambiente e alle pratiche agricole, aggregazione sociale, riqualificazione delle aree dismesse o degradate e dei terreni agricoli marginali, realizzare sistemi economici, produttivi e distributivi attraverso la diffusione di principi di cooperazione, solidarietà ed economia circolare, passando dal concetto di consumatore a quello di fruitore”.
Come ci insegnano queste comunità, difatti, la diffusione di una maggiore consapevolezza riguardo ai temi alimentari comporta necessariamente un ripensamento delle proprie abitudini di acquisto: perché un prodotto rappresenta sempre un’intera filiera e un insieme di pratiche colturali, produttive e distributive, che con l’acquisto scegliamo o meno di supportare.
E’ anche per questo che non vogliamo limitarci ad una semplice mostra mercato dei prodotti d’eccellenza, ma in questa due giorni al mercato del Carmine vedremo alternarsi laboratori per grandi e per bambini a incontri e dibattiti su un ampio spettro di tematiche derivanti dai temi dell’agrobiodiversità, oltre che a presidi informativi sulle comunità del cibo.
Per fare qualche esempio, durante la due giorni si svolgeranno laboratori sui fermentati e la loro preparazione, sulle differenze tra i vari tipi di farine e di grani, un incontro su come sono state salvate varietà locali di granturco e di fagioli del monte Amiata a rischio estinzione, un altro sui sistemi di Garanzia Partecipata in Maremma, uno strumento innovativo di certificazione dei produttori sulla base di una partecipazione attiva dei consumatori.
Come Mercato del Carmine siamo estremamente entusiasti di poter presentare alla città questi veri e propri paladini della nostra epoca, che in silenzio, all’interno del proprio territorio, si battono ogni giorno per far fronte ad un mercato del cibo sempre più standardizzato e industrializzato, sempre più popolato da grandi aziende e da logiche di profitto immediato, che impoveriscono i nostri ecosistemi e il nostro cibo.
L’ingresso alla giornata, così come la partecipazione a talk e laboratori, è libera, senza necessità di prenotazione.
Partecipanti:
19 aziende agricole provenienti dalle seguenti comunità:
Comunità del cibo e dell’agrobiodiversità della Garfagnana, Comunità del cibo e della biodiversità del Monte Amiata, Comunità del Cibo e della biodiversità agricola e alimentare della Maremma, Comunità del cibo e dei grani antichi di Montespertoli e delle colline del Chianti.
Una rappresentanza dei Coltivatori Custodi della Toscana e della sezione locale della Banca Regionale del Germoplasma.
L’evento è finanziato da Ente Terre Regionali Toscane e realizzato con risorse del PSR 2014/2020 – sottomisura 10.2 “Sostegno alla conservazione e all’uso sostenibile delle risorse genetiche in agricoltura”.
Tutto il programma è consultabile su www.4223.it. Per informazioni: info@4223.it
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