A Lucca ci sono 20 patti di collaborazione
A Lucca ci sono 20 patti di collaborazione. Se ne parla in un convegno di Labsus
LUCCA. Sono
ancora poche le persone che conoscono un’importante opportunità che i
Comuni e la nostra Costituzione possono offrire a tutti: quella di
prendersi cura di un bene comune. Non per interesse o utilizzo
personale, non per farne la sede di una o più associazioni, ma per
restituirlo o aprirlo a tutta la comunità, anzi: “facendo comunità” con e
attorno a quel bene. Basta presentare, da parte di un cittadino singolo
o organizzato, una proposta al Comune. E il Comune, avendo adottato uno
specifico regolamento per i beni comuni sulla base di quanto previsto
dalla Costituzione o in base alla LRT 71/20, può rispondere a questa
offerta di collaborazione anche dando alcuni supporti - ma non compensi -
per favorire queste iniziative di interesse generale.
Tutto
ciò si chiama amministrazione condivisa ed oggi è possibile anche in
base alle recenti normative e sentenze della Corte Costituzionale. In
virtù di questo è possibile stabilire dei “patti di collaborazione” che
sono quindi una forma di partecipazione dei cittadini alla gestione dei
beni comuni. A Lucca sono stati presentati o siglati quasi 20 “patti di
collaborazione” e in Toscana oltre 700. Ed ogni patto mediamente ogni
anno registra quasi 1200 presenze nelle proprie iniziative e attività.
Se
ne parlerà a Lucca in un incontro venerdì 25 ottobre dalle 15.30 alle
19 nella sede Cesvot in via Mazzini 70 insieme ai protagonisti di alcune
di queste esperienze della nostra città, ma anche con alcuni testimoni
delle più significative “buone pratiche” della nostra regione, come
Pistoia, Livorno, San Giovanni Valdarno. Il titolo è "
Beni
comuni e patti di collaborazione: realtà e potenzialità di questa
alleanza tra pubbliche amministrazioni, cittadini ed enti del terzo
settore a Lucca e in Toscana". Sarà tracciato un panorama dei patti
di collaborazione della realtà toscana sia con amministratori, sia con
dipendenti pubblici e cittadini singoli o organizzati firmatari dei
patti. Ma anche con insegnanti e rappresentanti dei patti in ambito
scolastico (patti educativi di comunità). Del resto Labsus -
l’associazione che ha promosso in tutta Italia l’adozione dei
regolamenti e dei patti di collaborazione - ha anche un protocollo
d’intesa con Anci e Regione Toscana proprio in relazione ai temi dei
beni comuni ed alla legge regionale 71/20. E ha organizzato, insieme ai
firmatari dei patti di Lucca, questa iniziativa del 25 ottobre.
L’obiettivo
dell’incontro è quindi quello di trarre alcune conclusioni per il
futuro insieme anche a rappresentanti dell’amministrazione del Comune di
Lucca e di Anci Toscana, alla luce della normativa e realtà regionale.
Ma anche di invitare a farne parte altri cittadini/e. Sottolineando che
queste esperienze vanno “al cuore della democrazia” in quanto mettono in
campo una partecipazione attiva di chi, prendendosi cura dei beni
comuni, ridesta la voglia di fare ed impegnarsi sempre più anche da
parte di quelle persone ormai indifferenti e delusi dalla politica,
dalla vita pubblica e delle comunità, offrendo loro modalità concrete e a
loro vicine, prossime ai luoghi di abitazione, di entrare a far parte
di attività che migliorano la vita, sia loro che di tutti coloro che
abitano su quei territori. Come riescono a farlo? Se ne parlerà con i
protagonisti di queste esperienze proprio in occasione dell’incontro
pubblico che si terrà il 25 ottobre al Cesvot. I cittadini attivi
sottoscrittori dei patti e le associazioni invitano la cittadinanza
tutta, l’amministrazione, i dipendenti pubblici a partecipare
all’incontro. L’iniziativa ha avuto il patrocinio del Comune di Lucca e
di Anci Toscana.