60 per cento infermieri a rischio salute mentale
"Ci siamo illusi che le gravi carenze di organico e organizzative messe in luce dall'emergenza Covid potessero essere finalmente superate.
I recenti casi di violenza ai danni degli operatori sanitari stanno passando da deplorevole eccezione a triste consuetudine ed è figlia di modelli organizzativi mai attuati".
E' quanto ha affermato Giuseppino Conti, Presidente Opi Ancona aprendo i lavori dell'incontro "Dal Burnout alla valorizzazione dell'infermiere: come cambiare il presente di una professione che necessita di un nuovo futuro" organizzato dall'Ordine delle Professioni Infermieristiche di Ancona. Conti ha sottolineato che "la percezione del cittadino-paziente è di scarsa assistenza, liste di attesa lunghe, prestazioni inadeguate senza rendersi conto che non sono gli operatori sanitari, gli infermieri in primis, i responsabili del disservizio, ma che anzi sono le prime vittime di un sistema che va ripensato". Per questo reputa "urgente attivare gli infermieri di famiglia e di comunità nel rispetto di un modello organizzativo che prevede queste figure e che tuttavia non sono ancora state attivate".
Dopo i saluti istituzionali coordinati dal prof. Sandro Ortolani del corso di laurea in Scienze Infermieristiche e a cura di Dino Latini, Presidente del Consiglio Regionale, Giovanni Zinni, vicesindaco di Ancona, Emilia Prospero dell'Università Politecnica delle Marche, Silvia Di Giuseppe vicepresidente dell'Ordine degli Psicologi delle Marche è seguito il confronto alla presenza di Barbara Mangiacavalli, Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche.
Il quadro emerso è molto chiaro con "la mancanza di 65mila infermieri in Italia, circa 460mila in servizio in Italia ma di questi circa 30mila hanno scelto di lavorare all'estero e con il 60% di infermieri che dichiara di sentire uno stress cronico persistente, appunto il burnout, tema al centro dell'evento". Le motivazioni sono ascrivibili a vari fattori che spaziano "dagli aspetti economici e dalla difficoltà di progressione dello stipendio, a quelli organizzativi, al welfare che influenza le scelte professionali e che mette in difficoltà la conciliazione del sistema vita lavorativa - vita personale anche ricordando che il 78% degli infermieri sono donne".
L'Italia, è stato riordato, è il secondo paese più vecchio dopo il Giappone e che vive una sostanziale glaciazione demografica che nel 2022 ha visto il numero minimo di nati dal 1861 e una situazione eterogenea tra le regioni con la Campania che è la più giovane e la Liguria più vecchia e le Marche non molto lontane dal primato. In questo contesto si inerisce la crisi della carenza di infermieri da affrontare con urgenza. "Mi domando - ha detto Mangiacavalli - se non sia il caso di chiedere la nomina di un Commissario Straordinario per la carenza infermieristica così che, dotandolo di poteri straordinari, si eviti che tra qualche anno non si abbiano più infermieri in servizio in Italia".
Il confronto è proseguito con gli interventi di Maria Rita Parsi, Psicologa e Psicoterapeuta, Luigina Mortari, Professore Ordinario di Epistemologia della ricerca qualitativa e Fenomenologia della Cura e Maurizio Mercuri, Direttore delle Attività Formative Professionalizzanti del corso di Laurea in Infermieristica. Quindi l'ulteriore riflessione sugli aspetti giuridico-normativi con l'Avv. Marcello Marcellini e Marcello Bozzi vicepresidente di Opi Ancona. Presente anche l'Europarlamentare Carlo Ciccioli.
Ansa