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  • 31/07/2024 17:19

La Bestia del nuovo fascismo

Micromega La Bestia del nuovo fascismo. Intervista a Paolo Berizzi Inizierei questa intervista focalizzandoci sul titolo e il sottotitolo del suo libro. Partiamo dal titolo: che cosa è esattamente la Bestia? E come si esprime? La Bestia è un nuovo fascismo, per dirla con le parole di Michela Murgia. Un fascismo che non è quello storico, così come lo abbiamo conosciuto e che ci raccontano … author-name Fabio Bartoli 17 Maggio 2024 La Bestia del nuovo fascismo. Intervista a Paolo Berizzi Inizierei questa intervista focalizzandoci sul titolo e il sottotitolo del suo libro. Partiamo dal titolo: che cosa è esattamente la Bestia? E come si esprime? La Bestia è un nuovo fascismo, per dirla con le parole di Michela Murgia. Un fascismo che non è quello storico, così come lo abbiamo conosciuto e che ci raccontano oggi i libri di storia: è un fascismo nuovo, che si esprime essenzialmente con altre caratteristiche, riportandone però a galla altre tipiche di quel fascismo. A fianco a queste si esplicita un fascismo che io ho chiamato da discount: un fascismo slavato che si esprime innanzitutto con un risveglio di pulsioni che possono portare anche a derive autoritarie e illiberali in seguito alla fascinazione per un capo – o una capa – che si carica sulle spalle l’onere di mettere ordine al caos generale di quest’epoca con un piglio appunto autoritario, che poco ha a che fare con il senso democratico e costituzionale. Questa è sostanzialmente la Bestia. L’ho chiamata così dando per scontato che chi sa che cosa il fascismo ha rappresentato nel nostro Paese sia bene informato anche sul fatto che quel fascismo, pur non uguale a sé stesso, possa tornare in forme nuove, larvate, a volte liquide, difficili da cogliere e da studiare anche per chi se ne occupa, ma tant’è: è quella roba lì, la Bestia che ritorna, il male del Paese ieri e oggi. Per capire la Bestia bisogna pensare a un virus mutante che, come diceva Camilleri, non essendo mai stato sconfitto torna appunto mutato; un virus che non abbiamo mai debellato e che quindi si è ripresentato penetrando nel corpo della democrazia, contagiando cioè istituzioni, enti, associazioni, organismi… Fino a diventare un comune sentire, a partire dal quale la destra di governo lavora per rendere presentabile la Bestia, sfruttandola anche come veicolo di consenso, di perenne marketing politico. Giorgia Meloni, quando ha iniziato la sua corsa prima alla leadership della destra e poi a Palazzo Chigi, deve essersi fatta queste domande: “I concetti alla base delle tesi fasciste hanno ancora presa su parte degli italiani? E quanto rendono?”.

I commenti

Se Berizzi non gridasse alla bestia probabilmente non dovrebbe vivere sotto scorta per colpa degli assassini e dei picchiatori fascisti (e dei furbacchioni come lei).

anonimo - 01/08/2024 17:10

Senza gridare alla 'bestia' mi domando come farebbe a campare Berizzi

anonimo - 01/08/2024 15:47

Il fascismo non è mai morto.leggete il libro di Ornella Mariani "il grande inganno"e capirete molte cose.buona lettura a tutti.

Catia - 01/08/2024 14:24

Bergamo News:

“Il ritorno della bestia”, Paolo Berizzi: “Ogni tempo ha il suo fascismo, oggi è subdolo e mascherato”
Il giornalista bergamasco ha dato il via negli scorsi giorni al tour di presentazione del suo nuovo libro, il tentativo di trovare una spiegazione storica e culturale alla comparsa dell'attuale stagione socio-politica





Francesco Scandella
di Francesco Scandella
11 Maggio 2024 - 6:08

Il tour di presentazione del suo nuovo libro ha avuto il via giovedì 9 maggio, al Salone Internazionale del Libro di Torino. Paolo Berizzi ha così iniziato il suo personalissimo 'giro d'Italia' per presentare al grande pubblico "Il ritorno della bestia", la sua ultima pubblicazione edita da Rizzoli: a Bergamo arriverà il prossimo 11 giugno, dopo un maggio intenso che lo vedrà occupato in tutte le principali città della penisola, da Milano a Napoli.

"La mia riflessione parte proprio dal titolo 'Il ritorno della bestia. Come questo governo ha risvegliato il peggio dell'Italia' - racconta Berizzi -. La bestia è il fascismo, inteso non come regime dittatoriale con le camicie nere e il manganello: quello dei nostri giorni è un fascismo nuovo, 'mascherato'. Lo definisco 'bestia' perchè è caratterizzato dalla stessa matrice del fascismo storico, sconfitto militarmente ma non culturalmente. Si tratta di un fascismo subdolo, pop, un virus culturale che non è stato debellato ed ora, mutato, ha fatto il suo ritorno".


La nuova opera del giornalista bergamasco è diversa rispetto ai suoi lavori precedenti (già ben cinque sul tema), caratterizzati da un approccio d'inchiesta. "Il ritorno della bestia" è un saggio in cui l'autore tenta di trovare una spiegazione storica e culturale alla comparsa della stagione socio-politica attuale. Un tentativo di comprensione della direzione e degli orizzonti di questa nuova Italia targata Giorgia Meloni.

"Il vero problema della nostra epoca è la fascistizzazione del senso comune, dello spirito del tempo - prosegue il giornalista di Repubblica -. Questo libro è lo strumento con il quale provo a fare ordine e raccontare come questo processo si sia sviluppato nel corso degli anni: uno sviluppo che certamente non nasce con Giorgia Meloni. Fin dal Dopoguerra i fascisti hanno iniziato a cercare una rivincita con la Storia, non si sono mai arresi al suo verdetto".

Secondo Berizzi la questione non è avere paura o temere un ritorno del regime fascista. "Come disse Primo Levi, ogni tempo ha il suo fascismo - ricorda -. L'enorme successo elettorale e l'arrivo al governo degli eredi diretti di una certa tradizione, i reduci del Partito nazionale fascista e della Repubblica sociale italiana, spalanca degli scenari imprevedibili e fino a poco tempo fa impensabili".

L'autore sostiene come l'Italia sia l'unica democrazia in Europa dove gli eredi della tradizione politica di estrema destra ("Chiamiamoli pure come vogliamo: neofascisti, post-fascisti, criptofascisti...") si trovano al governo del Paese, politici "allergici alla Costituzione".





"L'innegabile crescita di movimenti politici nazionalisti e di destra estrema rischia di portare ad una regressione democratica su modello ungherese - afferma -. Nell'Italia del 2024, non quella del 1924, in Parlamento e al Governo ci sono persone che celebrano ricorrenze e personalità del Ventennio, i cosiddetti eroi e martiri del fascismo. Essere 'repubblicani' dovrebbe significare essere fortemente antifascisti: al contrario i vertici delle nostre istituzioni hanno in comune un evidente timore nei confronti dell'antifascismo".

Da ormai sei anni il giornalista vive quotidianamente sotto scorta a causa di pericolose minacce da parte di gruppi neofascisti e neonazisti, un "segnale di come in Italia abbiamo grandi problemi rispetto a questo tema, altrimenti avrei anche io la possibilità di vivere liberamente".

"La 'bestia' del fascismo è rimasta docile nel recinto fino al momento in cui alcuni politici l'hanno risvegliata - sottolinea -. Una bestia che è ritornata lasciando le sue impronte in tutta la penisola, con nostalgismi, episodi di razzismo, tentativi di riscrivere o cancellare la Storia. Basti pensare ad Acca Laurentia o ai rapporti di alcuni politici con gruppi di tendenza apertamente neofascista".

"Ciò che sembrava dimenticato è tornato a bussare, le lancette della Storia rischiano di tornare indietro - conclude Berizzi - Se non si inverte la rotta il rischio concreto è il depotenziamento della nostra democrazia fino ad arrivare ad una sistema di governo illiberale fatto di censure e accentramento dei poteri".

Anarchy - 31/07/2024 17:29

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