preservare le scuole dei territori periferici, mantenendo i legami che nascono all’interno del proprio quartiere
“Lunedì 7 luglio si ...
L’incontro svoltosi a Palazzo Ducale lo scorso 10 maggio, tutto targato PD, voleva raccontare una “Lucca protagonista nell’area vasta: infrastrutture, mobilità e sviluppo territoriale”. Una narrazione esclusivamente elettorale del migliore dei mondi possibili e di un radioso futuro della città di Lucca. Peccato però che nella conferenza tenutasi a Livorno (“6 maggio 2022 -Stati generali delle infrastrutture: ferrovie, trasporto marittimo, aeroporti e strade”) alla presenza delle massime cariche regionali e nazionali sia tecniche che politiche, con la conclusione del Ministro delle infrastrutture Enrico Giovannini, si sia fatto il punto sulle prospettive della nostra Regione e quindi della nostra Città per il prossimo futuro. Che non vede Lucca come protagonista e nemmeno
beneficiaria perché totalmente irrilevante nel programma generale di sviluppo della Regione.
Ma quello che ha certamente colpito di più è stato l’intervento del nostro Sindaco che in un consesso di tale rilevanza si è lasciato andare affermando, testuale: “ Perché trent’anni fa a Lucca lavoravano tutti, non lavoravano soltanto coloro che avevano scritto nel loro DNA la parola
fancazzisti”. Nessun problema di occupazione o di difficoltà individuale; chi non trovava lavoro era solo perché aveva nel suo DNA scritto a carattere
indelebile il termine FANCAZZISTA, cioè vagabondo, perditempo. A parte l’inaccettabile nota razzista, è veramente incredibile pensare di avere un Sindaco che in un convegno di rilevanza nazionale si permette di qualificare in maniera oltraggiosa parte dei suoi concittadini. Lucca in ambito infrastrutturale è ferma: non ci sono prospettive reali di cambiamento né di finanziamento, manca una visione che non sia limitata a quella dei convegni di partito e non potrebbe essere altrimenti perché la qualità delle proposte, delle cose fatte e delle troppe non fatte, sono la testimonianza di un globale fallimento dell’Amministrazione che ci ha governato fino ad ora e che si propone per una ideale prosecuzione con il Tambelliniano delfino Raspini.
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