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Ancora in difficoltà il ...
Pubblichiamo qui di seguito la Lettera scritta dal giornalista ucraino Vladislav Maistrouk seguita
dalla Risposta del direttore direttore del “Fatto Quotidiano” Marco Travaglio, apparsi il 14
giugno su tale quotidiano nella rubrica LoDicoAlFatto. Vogliamo farle conoscere ai nostri lettori
perché le riteniamo un ulteriore esempio della sistematica falsificazione filoputiniana compiuta dal
“ Fatto” e dal suo direttore a proposito dell'Ucraina, della sua storia e infine dell'aggressione
nazizarista scatenata il 24 febbraio 2022 per cancellarla come nazione libera, indipendente,
sovrana e integrale e inglobarla nel nuovo impero sognato da Putin.
Il giornalista ucraino Vladislav Maistrouk cerca di confutare la spregevole falsità secondo la quale
l'Ucraina sarebbe un paese nazista, governato da un premier nazista, popolato di nazisti e da
sempre storicamente schierato dalla parte dei nazisti. E lo fa in modo dialettico e convincente,
richiamando la sua personale storia familiare quale “bisnipote di due combattenti ucraini
dell’armata Rossa” e raffrontando con dati alla mano le vicende parallele che attraversarono
Italia e Ucraina nei confronti del nazismo durante la Seconda guerra mondiale.
Eppure Travaglio esordisce accusandolo di ricorrere a “giudizi sprezzanti” per poi ripetere, lui sì
in modo sprezzante e disonesto, la tesi apodittica: “come gran parte dell’Italia fu filofascista
almeno fino al 1943, gran parte dell’Ucraina fu filonazista”. Una tesi doppiamente falsa, che
dimentica il contributo fondamentale dato dall'Ucraina alla nascita dell'Urss, quando nel 1922
vide la luce grazie all'adesione libera, volontaria e paritaria delle Repubbliche socialiste sovietiche
di Russia, Ucraina, Bielorussia e Transcaucasia. E poi il contributo importante dato dalla
Repubblica Socialista Sovietica Ucraina alla sconfitta del nazifascismo durante tutta la seconda
guerra mondiale. Un contributo che fu riconosciuto innanzitutto dall'ONU, dove l'Ucraina ebbe sin
dalla fondazione di questa organizzazione internazionale, insieme alla Bielorussia, un seggio
all'Assemblea e nel Consiglio di sicurezza come membro non permanente, mentre l'Unione
Sovietica ebbe un seggio all'Assemblea e fu membro permanente al Consiglio di sicurezza. Tali
seggi alle due repubbliche socialiste furono fortemente voluti dal governo dell'Unione Sovietica
affinché venisse evidenziato il contributo fondamentale di queste due nazioni, che si trovarono in
prima linea nell'eroica lotta al nazifascismo. Come ebbe a sottolineare Stalin: “ Fu con le epiche
vittorie sul fronte di Stalingrado (settembre 1942-gennaio 1943) e di Char'kov in Ucraina (luglio-
agosto 1943) che l'Armata Rossa cambiò strategicamente le sorti della guerra .”
La tesi dell'Italia “gran parte filofascista” esposta da Travaglio non è nuova ma comune ai fascisti
e ai filofascisti di allora, come il suo maestro e mentore Montanelli, anticomunista viscerale ed
“entusiasta” fascista almeno fino agli ultimi anni Trenta, che cercavano in tal modo di giustificare
sé stessi e le mostruosità compiute da Mussolini e Hitler in quanto quest'ultimi avrebbero goduto
del quasi unanime supporto dei loro popoli. Travaglio si rifiuta di considerare le prove storiche che
lo smentiscono, come la disparità tra i “200 mila ucraini che effettivamente collaborarono con i
nazifascisti” a fronte dei “6 milioni che combatterono nelle file dell'Armata rossa” e si riduce a
ripetere tutte quelle falsità che ha inventato Putin per giustificare l'invasione con la necessità di
denazificare l'Ucraina.
Anche sulla questione degli accordi di Istambul, le parole usate da Travaglio sono vergognose
perché copiate pari pari dalle invettive terroristiche e guerrafondaie sputate quotidianamente da
Putin e dai suoi portavoce imperiali, Lavrov, Peskov, Medvedev, Zakharova, ecc.: se la guerra
continua sarebbe colpa non della Russia ma unicamente dell'Ucraina, che si ostinerebbe a
rivendicare un Paese libero, indipendente, sovrano e integrale. Travaglio esalta quegli accordi di
Instambul esattamente come ha fatto ancora una volta in questi giorni Putin quando ne ha
ricordato le finalità: capitolazione dell'aggredito e trionfo dell'invasore, ovvero mutilazione
dell'Ucraina delle 4 regioni di Kherson, Zaporizhzhia, Donetsk e Lugansk (oltre che della Crimea
annessa nel 2014) solo parzialmente occupate dalle truppe russe di invasione e trasformazione
dell'Ucraina in un paese a sovranità limitata.
Leggendo questa Lettera del giornalista ucraino e l'imbarazzante risposta del direttore del
“Fatto”, vedrete smascherato Travaglio ancor più del passato come un incorreggibile
anticomunista filoputiniano.
La Lettera del giornalista ucraino Vladislav Maistrouk
Come cittadino ucraino, che da oltre due anni è sottoposto alla “roulette russa” ogni volta che va a
dormire, e come bisnipote di due combattenti ucraini dell’armata Rossa, posso affermare che
Travaglio mente quando scrive che l’Ucraina stava coi nazisti nel 1944-45. A fronte di circa 200
mila ucraini che effettivamente collaborarono con i nazifascisti, altri 6 milioni combatterono invece
nelle file dell’armata Rossa, dato ovviamente taciuto nell’articolo. Oltre 3 milioni di soldati ucraini
e 5 milioni di civili morirono nella Seconda guerra mondiale. In Italia per ogni partigiano 6 soldati
italiani erano nell’esercito nazifascista: ciò non fa del presidente Mattarella, presente alle
celebrazioni dello sbarco in Normandia un intruso. Tantomeno lo era quindi Zelensky. Quanto agli
accordi di Istanbul, i russi volevano la capitolazione dell’Ucraina e da quell’incontro a oggi
l’esercito ucraino ha liberato il 40% dei territori che i russi avevano occupato dal 24 febbraio 2022.
Gli ucraini non sono nazisti. Nel Parlamento ucraino non ci sono esponenti di estrema destra. In
Ucraina usare simboli nazisti può costare anche 5 anni di carcere. Scoraggia, dal punto di vista
umano, l’insistenza con la quale Travaglio disumanizza un popolo attraverso epiteti come “nazisti”,
distorcendo fatti storici e recenti, vedi accordi di Istanbul, nonché la supercazzola che si è concesso
sullo sbarco in Normandia, definendolo un inutile “massacro di soldati”.
La risposta del direttore del “Fatto Quotidiano” Marco Travaglio
Tralascio i suoi giudizi i sprezzanti e il dibattito storiografico sullo sbarco in Normandia, e vengo
all’Ucraina. Le confermo che, come gran parte dell’Italia fu filofascista almeno fino al 1943, gran
parte dell’Ucraina fu filonazista, per ragioni storiche (la grande carestia staliniana e altro) che
manca lo spazio per riepilogare. Ovviamente, come una minoranza di italiani salvò la faccia e
l’onore dell’Italia con la Resistenza, anche una minoranza di ucraini fece altrettanto combattendo
contro il nazismo. Perciò è bizzarro che alle celebrazioni dello sbarco in Normandia mancassero i
rappresentanti dell’ex Urss (che alla liberazione dell’Europa dal nazifascismo sacrificò 28 milioni di
morti), sostituiti da quelli dell’Ucraina e dell’Italia
(su questo almeno concordiamo). Purtroppo la tolleranza che tuttora protegge i battaglioni tipo
Azov e Dnipro e le formazioni ultranazionaliste, fascistoidi e nazistoidi nelle forze armate e nel
Parlamento ucraini, così come il culto tuttora riservato al criminale filonazista Stepan Bandera,
confermano ciò che ho scritto. Quanto agli accordi di Istanbul, non furono imposti da Putin né
prevedevano alcuna capitolazione di Kiev. Come le sarà facile leggere in approfondite inchieste
come quella di Foreign Affairs, con testimonianze di negoziatori russi, ucraini, turchi e israeliani (il
premier Bennett in primis), furono concordati con l’Ucraina: infatti per tre volte nel marzo-aprile
2022 Zelensky disse che Kiev non sarebbe entrata nella Nato. Cosa che, se l’avesse detta prima,
ordinando il cessate il fuoco in Donbass e riconoscendogli l’autonomia promessa a Minsk, avrebbe
evitato probabilmente l’invasione. Lei è libero di ritenere che Kiev debba seguitare a combattere
fino all’ultimo ucraino per sconfiggere la Russia, come s’illudevano di fare Napoleone e Hitler
quando non era ancora una potenza atomica. Purtroppo i risultati della folle strategia li stiamo
vedendo tutti e il Fatto, oltre ai migliori esperti, li aveva previsti. Io “disumanizzo” gli ucraini? Al
contrario: penso che sia loro interesse un cessate il fuoco e un compromesso con la Russia che parta
dalle intese di due anni fa (e di centinaia di migliaia di morti fa). L’interesse dei russi è continuare a
occupare e a distruggere: il tempo gioca a loro favore.
19 giugno 2024
(Articolo de “Il Bolscevico”, organo del PMLI, n. 25/2024 e pubblicato sul sito www.pmli.it)
Da lettore del fatto, soprattutto orgoglioso di esserlo, trovo incredibili le affermazioni totalmente gratuite riportate nell'articolo del 21 giugno u.s., che denotano a mio parere una non lettura di quello che Travaglio e il giornale hanno scritto su Putin in questi anni.
Aggiungo di essere estremamente sollevato dal fatto che il giornalista ucraino Maistrouk non intervenga più nella TV italiana, si respira meglio.
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