APPELLO PER LA MASSIMA CHIAREZZA SULLA QUESTIONE IMPIANTO DI SALANETTI
APPELLO PER LA MASSIMA CHIAREZZA SULLA QUESTIONE IMPIANTO DI SALANETTI
Stasera partecipiamo volentieri al dibattito promosso dai comitati ambientalisti a Capannori sull'impianto di recupero dei pannolini a Salanetti. Del resto abbiamo sempre accettato tutti gli inviti e le occasioni di confronto che sono il sale della democrazia, a partire dal dibattito del 23 maggio sugli assi viari, dove abbiamo ribadito con una chiarezza che ci contraddistingue dalla coalizione di centro sinistra la nostra ferma contrarietà, senza giri di parole e senza inganni.
Ci teniamo, quindi, a fare alcune precisazioni e a porre interrogativi ai candidati di entrambe le coalizioni e a tutta la cittadinanza affinché si segua la strada della chiarezza e dell'interesse collettivo anche sulla spinosa questione dell'impianto di Salanetti.
L'annuncio del progetto a Salanetti è del 12 agosto 2023, il piano intercomunale in cui si parla anche dell'ampliamento dell'isola ecologica e dell'area produttiva a Salanetti (senza citare l'impianto) è del 27 dicembre 2023 e nel verbale del consiglio comunale nessuno del centro destra ha sollevato il problema.
La pubblicazione dell'esclusione dalla valutazione di impatto ambientale è del 13 marzo e anche in questo caso nessuno ne ha parlato finché non è partita la mobilitazione a Porcari, dove peraltro si è svolto un consiglio comunale straordinario che poteva benissimo essere promosso anche a Capannori.
Perciò è lecito concludere che al centro destra non è fregato niente fino a che non è stata materia da campagna elettorale.
Il progetto è stato fatto velocemente per usare i fondi del PNRR (10 milioni) e di Retiambiente (5 milioni) con studi generici e approssimativi.
Si dice proprio che valutare un'altra localizzazione non è auspicabile perché si allungherebbero i tempi di realizzazione. Inoltre, la ASL continua a mantenere riserve anche dopo l'integrazione di documenti da parte di Retiambiente.
Salanetti è un'area produttiva satura e per la realizzazione dell'impianto si prevede la necessità di modificare il regolamento urbanistico, aprendo futuri scenari di ulteriori interventi su una zona già ipersfruttata. Inoltre, il piano intercomunale ha cambiato l'area da soggetta ad alluvioni poco frequenti a frequenti, e su questo Capannori risponde che gli studi sono stati depositati ma non ancora approvati.
Perché non aspettare il parere del Genio civile? Perché la Regione non ha proceduto con la valutazione di impatto ambientale, anche alla luce degli scandali legati al Keu che non hanno fatto altro che aumentare la sfiducia della cittadinanza?
Con i ricorsi pendenti e l'autorizzazione per la sicurezza idraulica non ancora acquisita, infine, la procedura utilizzata é contraria alle modalità di gestione delle risorse pubbliche, anche per il danno che può derivarne.
Il nostro, quindi, non è un NO a priori o ideologico al progetto, ma riteniamo che la politica debba perseguire con buon senso, coerenza e chiarezza gli interessi di tutta la collettività, nel rispetto delle procedure previste e aprendosi a un confronto corretto e trasparente con la popolazione su un tema così delicato e sentito che inevitabilmente desta preoccupazioni.
Sarebbero stati necessari tempi e modi di informazione e coinvolgimento adeguati, che in questo come in altri casi sono mancati, e sottrarsi alle domande e alle istanze di comitati e cittadini non fa altro che alimentare paure e sospetti. Servono un cambio di rotta e un approccio molto più aperto e dialogante con il territorio e chi lo vive.
Capannori Popolare
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