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  • 03/06/2024 21:58

PMLI : Aumentano a 5,7 milioni i poveri assoluti in Italia

Rapporto Istat 2024 Aumentano a 5,7 milioni i poveri assoluti in Italia, soprattutto giovani e lavoratori +1,7 milioni in dieci anni. Crollato il potere di acquisto dei salari Sono il 10,2% nel Mezzogiorno Mercoledì 15 maggio a Palazzo Montecitorio il neo Presidente dell’Istat, Francesco Maria Chelli, ha illustrato il “Rapporto annuale 2024 - La situazione del Paese”. Lo ha fatto mentre fuori dalla sede dell’istituto di statistica era in corso la protesta dei lavoratori che hanno redatto il rapporto ma che rischiano di perdere il posto di lavoro. Si tratta di oltre 400 rilevatori precari che rischiano di non essere confermati per i tagli in corso: “La situazione grida vergogna, chiediamo a Istat, parlamento e governo di intervenire: è necessario e urgente aprire tavolo di confronto su futuro occupazionale di 400 collaboratori storici”, denunciano Felsa Cisl, NidiL Cgil, Uiltemp. Il Rapporto sottolinea la crescita della povertà assoluta: il 9,8% della popolazione rientra in questa fascia, +3% rispetto al 2013, sono 5 milioni e 700mila i poveri assoluti, di cui 1 milione e 300 mila sono minorenni. Aumenta la distanza tra le famiglie abbienti e i poveri e in generale il reddito da lavoro dipendente non è più in grado di tutelare le persone. Per Istat anche l'abbandono del Reddito di cittadinanza ha concorso a impoverire circa un milione di persone in più,senza essere sostituito da nessun'altra misura incisiva. Il lavoro povero (working poor) riguarda in particolar modo gli operai ed è in aumento dal 9% del 2013 al 14,6% di oggi, +5,6%. Se il tutto è avvenuto a fronte di un aumento dell'occupazione c'è da dire che la stessa è però caratterizzata da maggiore povertà, infatti il potere d'acquisto dei salari medi è crollato del 4,5% negli ultimi dieci anni anche per effetto della forte inflazione. Complessivamente aumento gli occupati,ma siamo ancora lontanissimi dai dati UE, in Italia il tasso è del 61,5% per donne e uomini tra i 15 e i 64 anni, incide la Questione meridionale (per noi la vera Questione nazionale) con il Mezzogiorno penalizzato in termini occupazionali. Fortissimo il fenomeno migratorio: hanno lasciato l'Italia tre milioni di giovani tra i 18 e i 34 anni a partire dal 2004, vi è un aumento del 22,9% dell'emigrazione, mentre rispetto al 1994 si sale addirittura al 32,3%. Contemporaneamente aumentano fino a 14 milioni gli over 65, erano 9 milioni e mezzo nel 94,+54,4%. Per quel che riguarda le fasce d’età, nel 2024 l’incidenza di povertà assoluta più elevata è tra i minori di 18 anni, ben il 14% dei quali (1,3 milioni) sono poveri, rispetto al 9,8% della media della popolazione. “Valori più elevati della media nazionale – ha detto Francesco Maria Chelli – si rilevano anche per i 18-34enni e i 35-44enni (11,9% e 11,8%). L’incidenza individuale decresce fino al 5,4% dei 65-74enni, il valore più basso, per poi risalire al 7% nella fascia di popolazione più anziana, quella degli individui con 75 anni e più”. In pratica, una persona ogni 10 che incontriamo per la strada non ce la fa, per un totale di oltre 2 milioni di famiglie e quasi 6 milioni di individui in ginocchio. Sono “livelli mai toccati negli ultimi 10 anni”, sottolineano i ricercatori Istat. Le punte massime si raggiungono al Sud e nelle Isole, con oltre il 10% di incidenza di povertà assoluta familiare e il 12% di incidenza individuale. Gli aumenti più significativi rispetto al 2014 si registrano principalmente nel Nord del Paese: dal 4,6% all’8% (+3,4%) nel Nord-Ovest, dal 3,6% all’8% (+4,4%) nel Nord-Est. Si sarebbe inoltre allargato, secondo il Rapporto, il “divario tra le condizioni economiche delle generazioni”, tanto che “più una persona è giovane, più è probabile che abbia difficoltà” e il futuro non è roseo: pesano “elementi di rischio e incertezza rappresentati dai conflitti geopolitici, dalla nuova impennata dei costi delle materie prime, da una discesa dell’inflazione più lenta di quel che si pensava, da un ulteriore indebolimento dell’interscambio commerciale”. Insomma l'Italia cresce economicamente, ma vede crescere la povertà assoluta, l'emigrazione e l'invecchiamento della popolazione, fenomeni che non sembrano avere fine e che vanno avanti da oltre 20 anni, certamente il governo nero Meloni in carica ha solo peggiorato la situazione, senza neanche provare a risolvere nessuno dei problemi sopra menzionati. pmli.it

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