Carenza infermieri: per quanto reggerà il sistema salute?
Comprendo i surrogati cui stiamo andando incontro, non siamo contrari pregiudizialmente nemmeno alle manovre tampone, come prendere infermieri dall'India, ma se tamponiamo oggi nei prossimi anni che facciamo? L'Italia deve essere meno respingente verso la professione infermieristica ma dobbiamo pensare per il futuro perché l'istantanea ci dice che riusciamo a sopportare ma per quanto? Lo ha detto il presidente dell'ordine delle professioni infermieristiche di Roma e consigliere della Fnopi, Maurizio Zega, parlando in occasione dell'inaugurazione di "Welfaire, la fiera del fare sanità".
Carenza infermieri: per quanto reggerà il sistema salute?
La nostra professione acclamata negli anni del Covid è tornata ad essere quella misconosciuta prima del 2019 - ha spiegato - La clinica sarà importante ma ancora di più lo sarà la risposta sul territorio ai pazienti polipatologici e cronici, altrimenti il sistema non si terrà più e non saremo più in grado economicamente di dare una risposta sanitaria al cittadino.
Oggi l'unica forma universale, equa e accessibile rispetto al sistema sanitario nazionale è il pronto soccorso, perché tutti vengono inquadrati secondo codici a prescindere dal ceto di appartenenza - ha continuato Zega - Invece la risposta sanitaria sull'ambulatorio e gli interventi chirurgici fa riferimento allo status sociale perché c'è chi può permettersi l'assicurazione o il fondo. Quindi il sistema sanitario è pubblico ma in parte, perché per i ritardi delle prestazioni le persone investono.
E questo dato aumenterà perché ci sono problemi con le risorse professionali. La Corte dei Conti dice che mancano in Italia 65mila infermieri - ha concluso Zega - Se a questo dato aggiungiamo la gobba pensionistica che farà uscire 100mila infermieri nei prossimi 8 anni noi avremo come minimo 180mila infermieri fuori, quando gli attuali impiegati nel sistema sanitario pubblico sono 280mila.
fonte Agenzia DIRE