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  • 16/02/2024 07:51

Per l'Ue lo stupro non è reato

Pmli.it Un vergognoso accordo antifemminile Per l'Ue lo stupro non è reato Il negoziato in corso sulla direttiva europea pensata per unificare le normative sulla violenza contro le donne in tutta l'Unione Europea e facilitare la loro protezione ai sensi della Convenzione di Istambul delle donne si è incagliato nel Consiglio svoltosi lo scorso 6 febbraio, durante il quale, mancando su alcuni punti l'unanimità di vedute tra i 27 Paesi, il testo della direttiva è stato stravolto in modo tale da escludere lo stupro tra i reati riconosciuti e disciplinati dalla stessa Unione, che comunque ha espressamente menzionato nel testo della direttiva i reati di mutilazione genitale femminile, matrimonio forzato, condivisione non consensuale di immagini intime, stalking informatico, molestie informatiche e incitamento informatico all’odio o alla violenza. In modo particolare, lo scontro è stato tra i Paesi che avrebbero voluto includere una definizione ampia di stupro come “sesso senza consenso” e altri conservatori che avrebbero voluto evidenziare l'indispensabilità della violenza morale o fisica contro la donna affinché si potesse parlare di stupro. Nel diritto interno di molti Stati europei, tra i quali c'è l'Italia, lo stupro è punito solo quando è dimostrato che ci sia stata una violenza, una coercizione o una minaccia e non è sufficiente che l’atto sessuale sia avvenuto in mancanza di consenso, ma è vero anche che spesso la vittima si trova in uno stato di shock e non riesce a reagire, oppure sceglie di non farlo per paura di fomentare ancora di più il suo aggressore, per cui la legislazione interna di altri Paesi europei prevede che l'elemento sufficiente a integrare il reato di stupro sia la mancanza di consenso. L'articolo 5 della proposta originale della direttiva, così come elaborata nel 2022 dalla Commissione, prevedeva il reato di stupro come “qualunque costrizione a un atto sessuale non consensuale” senza mettere in rilievo l'indispensabilità della violenza morale o fisica contro la donna al fine di integrare il reato stesso, e bisogna considerare che il reato di stupro non ha una definizione identica in tutti gli Stati dell'Unione europea: del resto, anche le istituzioni dell'Unione sono spaccate sulla direttiva in quanto il Parlamento europeo l'ha apertamente appoggiata, mentre il Consiglio europeo si è opposto, spaccandosi al suo interno. Così nel progetto di direttiva, mancando l'unanimità sulla definizione di stupro, esso non figura tra i reati contro la donna riconosciuti dalla Ue: a votare a favore della sua esclusione sono stati Paesi come la Francia, la Germania, l' Austria, la Svezia e i Paesi Bassi che si sono trincerati dietro ragioni tecniche e giuridiche sulle modalità di adozione della proposta, e sulla stessa linea si sono schierati altri Paesi tradizionalmente conservatori come Portogallo, Polonia, Ungheria, Malta, Repubblica Ceca, Estonia, Bulgaria, Irlanda e Slovacchia. Tredici Stati membri erano favorevoli all'inclusione dello stupro nella direttiva, ma era necessaria, nel Consiglio, una maggioranza qualificata del 55% degli Stati membri (ovvero almeno 15) che rappresentassero almeno il 65% della popolazione, e nessuno dei due parametri è stato raggiunto, così il Consiglio ha deciso di togliere dal testo della direttiva la materia del contendere, ovvero lo stupro, indebolendo così fortemente e ridimensionando il progetto di direttiva rispetto al testo varato nel 2022 dalla Commissione con il successivo pieno consenso del Parlamento. Nel testo votato dal Consiglio il 6 febbraio è stata eliminato anche, su pressione dei Paesi conservatori, ogni riferimento alle molestie sessuali nel mondo del lavoro, tema che non rientrerà quindi nella direttiva e che invece figurava nel testo originario del 2022. Nelle istituzioni europee, insomma, si è svolta una vera e propria battaglia tra una concezione conservatrice e una progressista in tema di violenza sessuale, ma il Consiglio ha scelto, per tacitare le contraddizioni tra gli Stati membri, di escludere il problema dello stupro, e a farne le spese saranno certamente soltanto le donne. 14 febbraio 2024

I commenti

La violenza è violenza ed è un crimine. Equiparare il vaghissimo concetto di non-consensualità ad una forzatura aprirebbe (molto al di là dell'argomento sesso) il concetto, da sempre così folle da essere perfino parte di proverbi, di "processo alle intenzioni".

Io non nego che possa risultare sgraziato un clima di non totale trasparenza e amore, nel sesso come nella vita, ma se si comincia a criminalizzare ogni singola cosa che da il mal di pancia a qualcuno ci ritroveremo succubi di uno dei più gravi e distruttivi problemi che da millenni aizzano la razza umana e che sta alla base del razzismo, del narcisismo, e della gente che vuole i limiti di velocità a 30, ossia la pretesa inconscia che la vita sia rassicurante quanto l'utero, argomento studiato da fior fior di psichiatri alle cui ricerche ho avuto possibilità di attingere. Se dosato, quell'impulso ha portato al fuoco per scaldarsi, poi alla tecnologia per rendere facile difesa e cibo, e alla medicina, per lottare contro i vari malesseri; ma sbilanciato, diventa una guerra isterica contro il fatto che il mondo non possa e non deve diventare un asilo nido.

Per non parlare della piaga delle persone che dopo qualche ritrosia totalmente non identificabile come vera resistenza (e infatti in sede di processo rimesse al loro posto) vanno a letto con qualcuno (magari da ubriache) e il giorno dopo per lavarsi la coscienza dicono che la cosa è avvenuta contro la loro volontà. Io non ho problemi a credere che la loro persona, da lucida, non lo avrebbe fatto, e che ora nei loro ricordi ci sia un evento a cui la loro persona, da lucida, non avrebbe voluto partecipare, ma una persona è sempre responsabile di quello che fa, anche da alterata, e se anche in certe circostanze la Legge dice che lo è poco o nulla, comunque non è abbastanza da far ricadere la colpa sugli altri.

Non si possono fare leggi quasi ad personam per punire una specifica categoria di umanità (i maschi) e proteggere una precisa categoria di umanità (le svampite). Se una donna dice NO chiaro e forte quella sì che è violenza, e c'è da andare in galera. Dare potere legale al "Ho acconsentito, ma mentivo, mi sono sentita costretta" è assurdo quanto appare leggendolo.

anonimo - 16/02/2024 10:39

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