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  • 02/01/2024 13:35

Abbiamo cominciato a perdere il senso della famiglia....

GLI ALTRI Abbiamo cominciato a perdere il senso della famiglia da quando abbiamo trovato normale telefonare nelle case all’ora di cena, da quando abbiamo cominciato a non preoccuparci se il telefono suonava dopo le 21. Ai tempi in cui si rispettavano le famiglie, telefonare durante l’orario di cena era maleducazione e sentire squillare il telefono dopo le 21 metteva preoccupazione. Abbiamo cominciato a perdere i nostri simili da quando abbiamo smesso di tenere la chiave sul portone di casa. Abbiamo smesso di essere una società da quando abbiamo atteso di sentire la puzza di morto per andare a vedere che fine avesse fatto il nostro vicino. Abbiamo perso l’educazione non dando più del “Voi” agli anziani e del ”Lei” alle persone adulte. Abbiamo smesso di essere umani da quando reagiamo con “Chi cavolo è, e cosa vuole?” quando qualcuno ci sorride spontaneamente per strada. Abbiamo cominciato ad essere arroganti da quando le maestre, per i genitori, non hanno sempre ragione. Abbiamo smesso di essere giusti da quando pretendiamo che il pedone ci ringrazi nell’averlo fatto attraversare, perché abbiamo fatto il nostro dovere. Abbiamo perso il rispetto da quando vedere le forze dell’ordine ci porta a pensare “Ma che cavolo vogliono sti rompi”. Abbiamo perso sanità mentale da quando abbiamo cominciato a smettere di votare perché sono tutti ladri, ma noi non vogliamo la ricevuta dall’idraulico. Abbiamo perso noi stessi da quando abbiamo pensato che il sogno americano fosse il nostro e tutti abbiamo "capito" che avere un Ferrari e' essere vincenti . Abbiamo cominciato a perdere i nostri desideri da quando i miti infantili non sono più state le spaccate di Heather Parisi ed i goal di Platini, ma le ospitate dei tronisti. Abbiamo smesso di essere Italiani da quando troviamo normale e scontato essere il paese più bello del mondo e le carte le gettiamo per terra perché paghiamo chi deve pulire le nostre strade ed i cestini sono roba per altri. Abbiamo smesso di credere nell’amore da quando abbiamo trovato legittimo lasciarci per incomprensioni caratteriali prima di lottare nel comprenderci. Abbiamo cominciato ad essere ingiusti da quando ci siamo arrogati il diritto che il diverso è diverso da noi e non noi da lui. Abbiamo cominciato ad avere paura se qualcuno ci ferma per strada per chiederci un'informazione. Abbiamo cominciato ad essere ignoranti da quando abbiamo deciso di dimenticare i libri di storia. Siamo quello che siamo... un popolo che si chiude con 8 mandate di chiave all'interno delle sue 4 mura, che se ode grida per la strada chiude bene le finestre per non sentire, che se vede una vecchietta attraversare la strada accelera perché con quel bastone è troppo lenta, da quando le istituzioni sono la nostra rovina, da quando i ragazzi sono liberi di rientrare ed uscire di casa quando vogliono, che possono mangiare senza orari di pranzo e cena, che se prendono 4 in matematica la professoressa è una incapace e che se ricevono una multa per eccessivo tasso alcolico, no, non erano loro che avevano bevuto troppo, ma i carabinieri che sono sempre sulle strade a fermare le macchine, invece di fare il loro dovere, da quando i limiti di velocità sono considerati limite alla nostra libertà, da quando una macchina che rispetta i segnali stradali ci fa fare tardi ad un appuntamento che non abbiamo. Siamo quel che siamo perché preferiamo pensare che la società sia finita ed i valori siano stati persi e non che la società siamo NOI. SIAMO LA NOSTRA AUTODISTRUZIONE DA QUANDO L’ESEMPIO LO DEVONO DARE GLI ALTRI, da quando abbiamo preso come valore che “Se l’altro sbaglia, posso e devo farlo anche io perché, altrimenti, sono un cog...e” Abbiamo perso il valore della parola da quando ci siamo dimenticati chi davvero sia il CO... E. 

 Sandra Comparoni

I commenti

Il mondo che lei avoca ha creato il substrato mentale che ci ha fatto percepire normali (e li abbiamo votati) i totalitarismi dello scorso secolo. Essere tutti buoni e bravi porta prima buonismo, poi immobilismo mentale, e infine una terrificante scissione dai nostri lati più audaci e bellicosi, i quali esplodono. Il mondo che lei denuncia è nato come conseguenza di quello che lei avoca. Ammetto che molte delle cose da lei elencate le condivido, ma molte sono a mio dire fumo negli occhi. Se tornassimo al mondo che lei rimpiange di aver perso torneremmo agli anni Venti del secolo scorso: e quegli anni non ci hanno portati ad un bel periodo. Stiamo sicuramente sbagliando: ma la soluzione non è tornare al passato. Quel passato ci ha condotti qui: era sbagliato quanto il presente di cui tale passato è stato antefatto.

Anonimo - 03/01/2024 14:50

Condivido tutti questi pensieri, ad eccezione del non voto;
non voto perchè ti raccontano una cosa e fanno l'opposto, , si aumentano gli stipendi come se non ci fosse un domani, e forse sono anche ladri...e per quanto riguarda l'idraulico, la ricevuta con il mio stipendio non me la posso permettere, se avessi il loro stipendio ne pagherei anche due di ricevute.

Anonimo - 02/01/2024 21:26

Tempo che fu non torna più.
Per mestiere mi è capitato di visitare vecchie grandi case di quelle 'famiglie', case oggi o vuote, od abitate da due vecchi (dalle mie parti vecchio non è offesa, è solo condizione anagrafica), mobili del dopoguerra, letti anche precedenti con materassi di foglie di granturco, sembrava sempre di ritornare in casa di mia nonna.
In genere quelle visite mi hanno fatto sempre assai tristezza. Tutte case tristemente vuote.
Mia madre è nata in una piccola casa colonica, sua madre in una anche più piccola, direi minuscola, che è ancora adesso lì disabitata, non hanno vissuto in quelle grandi case con famiglione molto estese.
Mio padre invece un pò me lo raccontava, ma era molto piccolo, di quando stava nel 'palazzo' di famiglia, per andare a letto in camera ne doveva attraversare altre tre di camere occupate! L'economia era di sussistenza, quei mattoni erano solo un tetto sotto cui vivere, la 'famiglia' nella pratica era l'attuale 'fabbrica', vivevano di bosco di castagni, uliveto, grano o granturco, e galline, poi mio nonno e gli altri suoi parenti nell'ultima guerra si sono separati per paura, piovevano bombe, il 'palazzo' dava troppo nell'occhio, si rifugiarono chi a destra chi a manca in edifici sparsi 'di fortuna', mio nonno mia nonna e mio padre con fratelli si rifugiarono in un vecchio magazzino abbastanza protetto, anche se caddero bombe non lontano.
Oggi quel genere di famiglia non esiste più, e pensare di ritornarci oggi in una società egocentricamente individualista qual'è quella italiana, è solo roba da libri di fantascienza.
Dall'analisi dell'andazzo, esiste comunque la probabilità che in un futuro non certo dietro l'angolo, per pura contingenza, anche gli egocentrici ci ritornino per 'fame' a quei 'palazzi'.
Gia qualcosa, una vaghissima ombra, si osserva nella costituzione di quelle che vengono definite 'Case di comunità", cucina in comune, servizi in comune...
Tempo fa, nel parlare con una vecchia amica proprio sulla nostra condizione economica di vecchi, abbiamo ipotizzato per il nostro futuro, molto breve futuro, la 'comune'.
Chi vivrà vedrà!

... - 02/01/2024 20:47

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