Meloni chiude la visita in Argentina con il concerto diretto dall'amica Beatrice Venezi
Corriere.it di Monica Guer ...
Il mondo che lei avoca ha creato il substrato mentale che ci ha fatto percepire normali (e li abbiamo votati) i totalitarismi dello scorso secolo. Essere tutti buoni e bravi porta prima buonismo, poi immobilismo mentale, e infine una terrificante scissione dai nostri lati più audaci e bellicosi, i quali esplodono. Il mondo che lei denuncia è nato come conseguenza di quello che lei avoca. Ammetto che molte delle cose da lei elencate le condivido, ma molte sono a mio dire fumo negli occhi. Se tornassimo al mondo che lei rimpiange di aver perso torneremmo agli anni Venti del secolo scorso: e quegli anni non ci hanno portati ad un bel periodo. Stiamo sicuramente sbagliando: ma la soluzione non è tornare al passato. Quel passato ci ha condotti qui: era sbagliato quanto il presente di cui tale passato è stato antefatto.
Anonimo - 03/01/2024 14:50Condivido tutti questi pensieri, ad eccezione del non voto;
non voto perchè ti raccontano una cosa e fanno l'opposto, , si aumentano gli stipendi come se non ci fosse un domani, e forse sono anche ladri...e per quanto riguarda l'idraulico, la ricevuta con il mio stipendio non me la posso permettere, se avessi il loro stipendio ne pagherei anche due di ricevute.
Tempo che fu non torna più.
Per mestiere mi è capitato di visitare vecchie grandi case di quelle 'famiglie', case oggi o vuote, od abitate da due vecchi (dalle mie parti vecchio non è offesa, è solo condizione anagrafica), mobili del dopoguerra, letti anche precedenti con materassi di foglie di granturco, sembrava sempre di ritornare in casa di mia nonna.
In genere quelle visite mi hanno fatto sempre assai tristezza. Tutte case tristemente vuote.
Mia madre è nata in una piccola casa colonica, sua madre in una anche più piccola, direi minuscola, che è ancora adesso lì disabitata, non hanno vissuto in quelle grandi case con famiglione molto estese.
Mio padre invece un pò me lo raccontava, ma era molto piccolo, di quando stava nel 'palazzo' di famiglia, per andare a letto in camera ne doveva attraversare altre tre di camere occupate! L'economia era di sussistenza, quei mattoni erano solo un tetto sotto cui vivere, la 'famiglia' nella pratica era l'attuale 'fabbrica', vivevano di bosco di castagni, uliveto, grano o granturco, e galline, poi mio nonno e gli altri suoi parenti nell'ultima guerra si sono separati per paura, piovevano bombe, il 'palazzo' dava troppo nell'occhio, si rifugiarono chi a destra chi a manca in edifici sparsi 'di fortuna', mio nonno mia nonna e mio padre con fratelli si rifugiarono in un vecchio magazzino abbastanza protetto, anche se caddero bombe non lontano.
Oggi quel genere di famiglia non esiste più, e pensare di ritornarci oggi in una società egocentricamente individualista qual'è quella italiana, è solo roba da libri di fantascienza.
Dall'analisi dell'andazzo, esiste comunque la probabilità che in un futuro non certo dietro l'angolo, per pura contingenza, anche gli egocentrici ci ritornino per 'fame' a quei 'palazzi'.
Gia qualcosa, una vaghissima ombra, si osserva nella costituzione di quelle che vengono definite 'Case di comunità", cucina in comune, servizi in comune...
Tempo fa, nel parlare con una vecchia amica proprio sulla nostra condizione economica di vecchi, abbiamo ipotizzato per il nostro futuro, molto breve futuro, la 'comune'.
Chi vivrà vedrà!
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