L’Acqua potabile non ha colore, nemmeno in politica, e nemmeno a Lucca. Urge ricordare a chi ha ruoli politici in Toscana, compresi i Comuni della Provincia di Lucca, a partire dal capoluogo, la lezione che fino dalla prima elementare gli insegnanti impartiscono “l’acqua è incolore, inodore, insapore….”.
In politica identica lezione “l’acqua non ha colore politico..” impartirono gli elettori il 12 e 13 giugno 2011, quando 94 elettori su cento votarono a favore della gestione pubblica del servizio idrico. Quei numeri dimostrano che votarono a favore di una gestione che non deve fare guadagni sull’acqua potabile, sia elettori che solitamente votano partiti di destra o di centrodestra, sia elettori che solitamente votano partiti di sinistra o di centrosinistra. E quindi tutti i partiti dovrebbero attivarsi congiuntamente, senza fare distinzioni politiche, per attuare scelte e politiche che non guardino alle appartenenze politiche, ma all’obiettivo di tornare a gestioni pubbliche efficienti, che tutelino l’ambiente e la risorsa “acqua” sempre più scarsa e quindi sempre più preziosa, e insieme garantiscano agli utenti servizi di qualità, in cambio di tariffe che si limitino a coprire i costi di gestione e non prevedano utili e guadagni aggiuntivi per la società di gestione.
Nel 2011, sicuramente votarono a favore della gestione “a zero utili” molti elettori che negli anni successivi hanno votato PD, altri che votano Fratelli d’Italia, due partiti che annoverano tra i loro dirigenti toscani, amministratori che chiedono pubblicamente di affidare la gestione del servizio idrico ad una società poi da quotare in Borsa (che avrà quindi tra i propri obblighi il conseguimento di guadagni, possibilmente cospicui per distribuire dividendi importanti ai propri soci). Costoro si sono dimenticati l’esito del referendum sopra ricordato e ci hanno costretto ad aprire questo intervento con un “memo” che li richiama al rispetto della volontà popolare, che spesso da quei partiti, e da altri, viene richiamata e invocata. In questo caso invece, si chiede di aderire alla Multiutility toscana (la società che dovrebbe gestire insieme servizio idrico, smaltimento rifiuti ed altri servizi) in virtù di non si capisce quale incomprensibile vantaggio per gli utenti. L’equazione è semplice invece e non servono molti discorsi: se chi gestisce vuole avere un guadagno, è evidente che deve aumentare la tariffa dell’importo che vuole appunto guadagnare e distribuire ai propri soci. Gli elettori, non solo nel 2011, hanno invece chiesto di poter avere un servizio primario come l’acqua potabile nella propria abitazione in cambio di una tariffa che preveda solo il rimborso dei costi, senz alcun guadagno per il gestore. Chi lo dimentica, o finge di dimenticarlo, va contro i suoi stessi elettori.
Ma il nostro “memo”, senza voler essere irrispettosi, vale anche per gli amministratori del Comuni della nostra provincia: nel prossimo biennio cambierà il volto del servizio idrico in provincia. Al Comune di Lucca scade la concessione Geal a fine 2025, e quindi prima di allora deve scegliere da chi far gestire il servizio idrico nel proprio territorio. Sindaco e consiglieri di maggioranza e opposizione vorranno rispettare l'interesse dei cittadini e l'esito del referendum chiedendo ad Autorità Idrica Toscana che la nuova gestione del servizio idrico a Lucca sia interamente pubblica? Potrebbe essere Gaia, ma questo devono deciderlo i tecnici, commercialisti e avvocati per le necessarie valutazioni economiche e finanziarie delle società: il Comune di Lucca è ora socio di Geal, società solida, che annovera al suo interno professionalità di valore e ottimo livello, capace di garantire un piano di investimenti nei prossimi anni per portare fognature e acquedotto là dove ancora mancano. Chi vuole gestire il servizio idrico a Lucca e far entrare nel suo azionariato il Comune di Lucca, deve dare garanzie di analoga solidità economica e finanziaria e insieme idonee garanzie di valorizzazione del personale di GEAL.
I Comuni della Piana lucchese sono ad un bivio forse politicamente ancora più complesso: devono decidere se restare passivamente in Acque spa e quindi subire entro pochi anni l’ingresso nella Multiutility toscana (la defenestrazione dello storico Presidente Giuseppe Sardu, contrario alla Multiutility, che sarà sostituito dal filo-fiorentino Simone Millozzi è solo il primo passo), allontanandosi dal progetto di tornare ad una gestione interamente pubblica del servizio idrico oppure aprire un confronto con la Regione e chiedere di uscire da Acque spa per unirsi al Comune di Lucca in una gestione interamente pubblica del servizio idrico (ovviamente se troveranno
spazio le loro richieste di avere la stessa, se non migliore, qualità del servizio e spazio decisionale che oggi trovano con Acque spa. Sapranno tutti gli esponenti dei partiti della Piana riporre le proprie bandiere politiche e difendere l'interesse dei propri cittadini?
In una fase nella quale devono essere assunte decisioni così impegnative, che resteranno almeno per i prossimi venti o trenta anni, che hanno e avranno riflessi importantissimi per i cittadini e l’equilibrio idrico di Lucca e della Piana, pare opportuna per tutti i Consigli Comunali della Piana la ricerca di formule condivise. Abbiamo salutato positivamente il voto unanime nel consiglio comunale di Lucca di istituire una commissione che si occupa appunto della futura gestione del servizio idrico nel Comune. L’auspicio è che analoghe commissioni nascano negli altri Comuni della Piana, che per adesso appaiono invece purtroppo distratti e passivi. Ci sembra che quella strada bipartisan sia stata dimenticata sia da parte degli amministratori di Centrosinistra, che hanno la maggioranza nella Conferenza Territoriale 1 (quella che comprende i Comuni delle province di Lucca e di Massa) per il servizio idrico e hanno votato per l’esclusione dal CDA del Comune di Lucca, di centrodestra, a vantaggio del più piccolo e sicuramente meno rappresentativo Comune di San Romano Garfagnana, di centrosinistra. Nella stessa direzione, a nostro avviso completamente sbagliata, sono andati anche i consiglieri del centrodestra del Consiglio Comunale di Lucca, che hanno la maggioranza e hanno votato per l’esclusione di componenti della minoranza di centrosinistra dell’ufficio di presidenza della Commissione per il servizio idrico (di solito ogni commissione ha componenti di tutte le parti politiche proprio per stemperare il clima all’interno della commissione e consentirne lavori costruttivi).
Siamo una associazione che cerca di trovare la sintesi tra diverse posizioni politiche, e crediamo fortemente che questa sia la sola soluzione che porti a ottenere obiettivi concreti in un servizio come la gestione del servizio idrico, nel quale si incontrano, o si scontrano, politica, buona amministrazione, partiti, interessi economici, socialità, tutela dell’ambiente, difesa della risorsa acqua. Nessuno in Provincia di Lucca, ha la forza e i voti per imporre la propria scelta. Tutti o quasi hanno invece la forza e i voti per impedire di arrivare a soluzioni positive e condivise. Se ogni partito e suo esponente cercherà di “mettere il cappello” pubblicizzando una propria scelta politica, difendendola poi a spada tratta senza accettare mediazioni, arriveremo in tempi brevi a quella insopportabile fase in cui assisteremo a scontri, accuse reciproche, urla e voti contrapposti in cui sicuramente l’interesse di Lucca e della Piana sarà messo nel dimenticatoio e si favorirà solo chi ha interesse a far scivolare Lucca e la Piana nella Multiutility fiorentina, nel cui cda invece si sono già accomodati esponenti illustri di destra e sinistra.
Lucca, 21 Novembre 2023