Manovra Economica contro il Popolo

Sovvenzioni alle imprese e peggioramenti alle pensioni Anche per le imprese il governo ha avuto un occhio di riguardo, stanziando 1,8 miliardi per quelle del Sud che comprano beni strumentali, 50 milioni per rifinanziare la nuova Sabatini, 300 milioni per i contratti di sviluppo, e concedendo una super deduzione contributiva del 120% alle imprese che assumono a tempo indeterminato, che arriva al 130% per giovani, donne (ma ancora solo per quelle con figli), disabili ed ex percettori di Rdc. C'è poi il rinvio di altri 6 mesi della Plastic tax (1 miliardo l'anno) e della Sugar tax (300 milioni). Inoltre ci sono varie agevolazioni fiscali, come la rateizzazione dell'acconto di fine novembre per circa 2,5 milioni tra partite iva e professionisti con ricavi fino a 170 mila euro (costo stimato per l'erario 2,5 miliardi); la detassazione dei rientri in Italia di produzioni spostate all'estero (metà tasse per 5 anni se rimarranno per almeno 10), che vale anche per lavoratori dipendenti e autonomi; condizioni più favorevoli alle aziende energetiche per determinare la tassa sugli extraprofitti e altre agevolazioni varie. Per il capitolo pensioni Giorgetti ha definitivamente derubricato a “obiettivo di legislatura” la rivendicazione propagandistica di Salvini (che al suo fianco non ha battuto ciglio) di abolizione della legge Fornero (qualsiasi età con 41 anni di contributi, nell'accezione del fanfarone fascioleghista). Anzi, il ministro dell'economia ha voluto lanciare a Bruxelles un segnale sottolineando che d'ora in avanti “sarà molto più restrittivo l'accesso al pensionamento anticipato”. Infatti dal 2024 si passa da Quota 103 a Quota 104 per andare in pensione, cioè occorrerà un anno in più, passando a 63 anni di età e 41 di contributi. Inoltre spariscono i fondi ad hoc per i lavori gravosi (Ape sociale) e per le donne (Opzione donna). “Tutto confluirà in uno strumento per la flessibilità in uscita”, ha detto il ministro. In tale fondo dovrebbero confluire caregiver, disoccupati, impegnati in lavori gravosi, disabili e donne. Ma con più forti penalizzazioni nell'assegno, nell'età richiesta e negli anni di contributi rispetto ai peggioramenti già introdotti con la precedente manovra. Meloni rivendica in chiave elettorale anche il pagamento della quota di indicizzazione rimasta per coprire la rivalutazione piena delle pensioni al 8,1% dell'inflazione 2022, che si applicherà agli assegni fino a quattro volte il minimo (2.100 euro, e a scalare sugli importi superiori). Ma si tratta nient'altro che di un atto dovuto. Così come in chiave elettorale a beneficio di Forza Italia è l'aumento delle pensioni minime, peraltro risibile pari a 4 euro al mese, e di 5 euro per gli ultra settantacinquenni. Impoverimento del Servizio sanitario nazionale Merita poi una menzione particolare il capitolo sanità, che secondo la narrazione propagandistica della Meloni da questa manovra riceve con 3 miliardi in più per il 2024 “il più grande investimento mai previsto” e raggiunge “il più alto livello di tutti i tempi, quasi 136 miliardi di euro”. Ma la premier neofascista mente in maniera spudorata, perché in soldoni si tratta di appena un miliardo in più rispetto alla spesa di quest'anno, cioè uno 0,7% di incremento a fronte di un aumento dell'inflazione che quest'anno supera il 5%, quindi si tratta di un taglio in termini reali. E infatti, come confermato anche nel Dpb, la spesa sanitaria scende dal 6,6% del Pil per il 2023 al 6,3% per l'anno prossimo, una delle medie di gran lunga più basse di tutta l'Europa. Inoltre di questi 3 miliardi oltre 2 sono destinati al rinnovo dei contratti di medici e infermieri per il triennio 2022-2024, il resto servirà per finanziare la detassazione degli straordinari al personale che lavorerà extra alla riduzione delle enormi liste d'attesa che interessano oltre 22 milioni di italiani, il 40% dei quali secondo l'Istat sono costretti a rivolgersi alla sanità privata a pagamento, mentre altri 2,2 milioni rinunciano addirittura a curarsi per mancanza di soldi. Non c'è insomma un euro per l'assunzione stabile di medici e infermieri, per rinnovare i macchinari e le attrezzature obsolete e per aumentare i posti letto, a fronte di una carenza di 5 mila medici e 12 mila infermieri solo per mandare avanti i pronto soccorso che sono al collasso. E il governo pensa di risolvere i problemi incentivando gli straordinari a lavoratori che già adesso accumulano centinaia di ore di straordinari non pagati e di ferie non godute per tenere in piedi la baracca. È evidente che il vero obiettivo del governo neofascista è definanziare il Ssn per sostituirlo sempre più con la sanità privata, tant'è vero che una quota dei soldi per abbattere le liste d'attesa è riservata ad acquistare più prestazioni dagli ospedali e ambulatori privati convenzionati. 25 ottobre 2023. PMLI
Questo post ha 1 commenti
Estratto da www.lavocedilucca.it/post/9497/manovra-economica-contro-il-popolo.php