Signor Guidotti,
il suo incipit è una chiara manifestazione di arroganza: le “cosine” si dicono in ambiente domestico e amicale, non certamente all’interno di un confronto politico. Questa arroganza è la vostra debolezza.
Prendo atto che il mio intento di superare le acredini della campagna elettorale e la delusione della sconfitta, quantomeno per quanto la riguarda, non abbia avuto effetto.
Lei dice giustamente che “per chi amministra è sempre il tempo della ragionevolezza”, purtroppo questo non è avvenuto durante il vostro mandato e in particolare negli ultimi anni, come ha ammesso pubblicamente anche il vostro candidato sindaco.
Non sono state ragionevoli, solo per fare un esempio, tutte le scelte sull’allocazione o sul recupero dei Beni Comuni strategici, che sono culminate con la svendita incomprensibile a fine mandato di una parte della Manifattura Sud a una società di cui non si conosce tuttora il nome dei componenti e gli intenti che li hanno motivati all’acquisto.
Inoltre, a san Concordio si è agito con prepotenza, imponendo lo smantellamento della “Montagnola” in piazza Aldo Moro e la costruzione di una inutile e costosa piazza coperta, senza praticare l’ascolto e il coinvolgimento dei cittadini riuniti in comitati. Chi ha osato provare a contrastarvi è stato denunciato.
Ammetto di non essere esperto di matematica dell’apparentamento, né di azioni politiche di basso cabotaggio, che inducono a raccogliere il consenso attraverso finte liste civiche, apparentate preventivamente con un partito politico per fini strumentali, com’è consuetudine in questa stagione politica. Osservo tuttavia che questa strategia di cooptazione del civismo dimostra il fallimento della politica, perché non riesce a coinvolgere i cittadini in un processo di maturazione civica consapevole e condiviso ne', come i numeri hanno dimostrato, vincente.
Il fallimento del vostro modo di fare politica sul territorio è dimostrato anche dalla percentuale dei votanti ferma al 42,39% nel turno di ballottaggio. L’elettorato che per dieci anni si è sentito escluso dai processi di partecipazione, soltanto sbandierati, si è ulteriormente disaffezionato e ha perso fiducia in chi governa.
La Sinistra, per sua natura vicina al dialogo con i territori, dovrebbe interrogarsi su questo anziché mettersi in cattedra. Uno degli obiettivi futuri della nuova maggioranza vuole essere proprio riavvicinare le persone e riconquistare la loro fiducia portando avanti il mandato nel rispetto dei cittadini: tutti.
Nel
2017 raccolsi l’invito di Remo Santini ad assumere il ruolo tecnico di
Assessore all’Urbanistica proprio perché avevo constatato la carenza di
visione strategica e di competenza specifica della vostra compagine
amministrativa, che poi ha vinto per un pugno di voti le elezioni e ha
governato con gli stessi limiti politico amministrativi fino a ieri. I
vostri due mandati di governo, purtroppo, hanno portato a un progressivo
declino della qualità della vita della nostra comunità, come
certificato anche dai recenti rapporti pubblicati sulla stampa, per la
carenza di un reale confronto democratico.
Mi dispiace che i miei
contributi in consessi pubblici ed articoli pubblicati sulla stampa
negli ultimi venti anni, nonché due interventi su invito nel Consiglio
Comunale, non abbiano destato alcun interesse da parte sua. Peccato,
perché è indubbio che la recente azione politica, condotta da parte
della opposizione insieme ad alcuni rappresentanti della cittadinanza
attiva, fra cui il sottoscritto, per sventare il project financing sulla
ex Manifattura, sia stato un fatto significativo che ha pesantemente
segnato il vostro mandato. Purtroppo il project financing non rispettava
il requisito dell’interesse pubblico, come è stato tardivamente
riconosciuto dall’amministrazione uscente, a seguito di consulenze che
hanno confermato quanto da noi sostenuto fin dalla prima lettura dei
documenti ufficiali. Forse se lei avesse prestato maggiore attenzione ai
miei, e di altri, contributi intellettuali, avreste più velocemente e
con minor dispendio di risorse pubbliche, respinto al mittente quel
progetto. E ciò a tacere del maggiore consenso che ne avreste
conseguito.
Evidentemente i dubbi, la richiesta di chiarimenti e la contrarietà ai progetti non erano frutto di “no preconfezionati miopi e a priori” ma dimostrazione che quello che veniva proposto non era supinamente accettabile da chi aveva ricevuto il mandato popolare di fare seria opposizione.
Mi preoccupa che ancora non sappiate distinguere le scelte di natura ideologica o legate a interessi di varia natura, da quelle fondate sul criterio basilare di ragionevolezza, che lei dice che avete seguito nel corso del vostri due mandati amministrativi. Ringrazio per la lezione di democrazia, tuttavia mi sorprende la sua confusione fra scelte ideologiche e scelte motivate da fatti ed argomentazioni pragmatiche, scaturite da un ampio confronto fra posizioni diverse, che non devono mai assumere, a parer mio, un carattere puramente strumentale.
Quando
prevede che il ruolo della maggioranza si limiterà ad alzare la mano,
di fatto conferma la sensazione di una costante svalutazione del ruolo
del Consiglio Comunale, che è stata ben chiara a tutti i votanti che
hanno scelto di non confermarvi al governo della città.
Relativamente
ai 12 milioni di attivo che avete accantonato, non credo che in
assoluto questa riserva possa essere considerata un elemento
qualificante di una Pubblica Amministrazione e forse si giustifica
soltanto in rapporto ai contenziosi milionari in corso, che matureranno
dagli esiti delle cause intentate dalle imprese edili che hanno
partecipato alla ristrutturazione della Manifattura Nord, i cui lavori
sono ancora da completare, e della Lorenzini.
Spero ci possano essere
sempre le condizioni per l’apertura di un dibattito pubblico e un
sereno confronto su tutte le scelte che dovremo fare nell’interesse
della nostra comunità.
Cordialmente.
Elvio Cecchini