Antisionisti, no vax e putiniani: l'identikit dei (pochi) fan italiani di Hamas

Aridaje coi rosso-bruni. Antisionisti, no vax e putiniani: l'identikit dei (pochi) fan italiani di Hamas Da Forza Nuova a Veneto-Russia, dai trotzkisti di Potere al popolo ai Giovani palestinesi: le estreme di destra e sinistra si toccano e si mescolano nel giustificare Hamas e condannare Israele 12 Ottobre 2023 alle 18:40 Segui i temi israele Antisionista, no vax e sostenitore di Putin: l’identikit del simpatizzante di Hamas ha un profilo deja vu. Dichiaratamente anti-establishment, tesse un filo – rosso o nero, ad libitum - che unisce la scienza ufficiale alla Nato e all’aggressione dei terroristi di Hamas a Israele. Tante sigle, inevitabilmente collocate alle estreme, ma a destra o a sinistra che siano, più che una galassia sono corpuscoli. Ne fa parte il capo a Torino di Forza Nuova, Luigi Cortese – en passant, indagato insieme ad altri due militanti per apologia di fascismo – il quale invita Giorgia Meloni a togliere la stella di Davide da Palazzo Chigi. “Oggi – scrive su Fahrenheit2022 - si parla solo del recente attacco da parte di Hamas, ma non è giusto dimenticare anni di sopraffazione da parte degli israeliani verso il popolo palestinese. Dov’erano gli uomini di governo quando Israele bombardava la Striscia di Gaza con le bombe al fosforo bianco? Forse allora erano filo palestinesi, mentre oggi sono al governo. E per farlo devono dichiararsi amici di Washington e di Tel Aviv, e sono diventati filo israeliani”. Un pensiero in linea con quello di Roberto Fiore, il leader del partito neofascista. “I Palestinesi cercano di liberare la loro Patria e gli israeliani rispondono con più insediamenti. Fa orrore la stampa di centrodestra che invoca stragi e chiama bestie i Palestinesi”, dice Fiore. A destra della Meloni è un pensiero ricorrente, ad esempio nei post di sigle come Lotta studentesca e Azione Frontale. Condiviso da Casa Pound, che ne dà una singolare interpretazione in chiave storica. Basta leggere l’organo del movimento il Primato nazionale, quando ipotizza che Israele nell’attacco a Gaza sia mosso “dalla cinica regola del 2, due palestinesi per ogni israeliano morto”, e a Scholz che ricorda l’Olocausto rinfaccia minaccioso: “Le code di paglia bruceranno”. Un particolare risalta, scorrendo pubblicazioni e contatti social: spesso le sigle pro-Hamas sono anche tendenzialmente putiniane e no Vax. Vale per i neofascisti, che tuttavia non arrivano a teorizzare questa coincidenza. Vale soprattutto per i ‘suprematisti’ bianchi del Veneto, che invece teorizzano, eccome. Provare per credere. E’ ancora online la diretta web intitolata “Venti di guerra”, moderata dalla coordinatrice veneta di Italexit, Francesca Menin. Partecipano il presidente dell’associazione Veneto-Russia, Lino Zoccatelli e l’ex deputato della Lega per Salvini Vito Comencini. Ma che c’entra il Covid con Hamas? Presto detto. Parla Comencini, che fino a settembre scorso sedeva in commissione Esteri della Camera. Una settimana fa ha lasciato la Lega di Salvini, era il coordinatore a Verona. Ora è dato in rotta di avvicinamento con l’altra Lega, quella di Castelli. Il Covid ‘sionista’, dunque. “Oggi improvvisamente i palestinesi sono il male assoluto, sono i cattivoni. Anche sui vaccini se eri vaccinato eri buono, eri una persona fantastica, chi invece non è vaccinato è il male assoluto”. Lo stesso vale per Putin. “C’e’ una grande similitudine, per cui se cade una bomba in determinati posti è colpa della guerra di Putin o dei cattivi di Hamas che uccidono i bambini. Le notizie vengono nascoste”. Il grande complotto è come la notte di Hegel: i palestinesi sono come i non vaccinati. “A Gaza bombardano e gli tolgono cibo e acqua. Per i non vaccinati bisognava fare in modo che morissero. I palestinesi devono passare per criminali e terroristi, ma prima o poi raccontare balle avrà un effetto controproducente. La gente inizierà a farsi domande: dov’era Israele quando le popolazioni cristiane venivano massacrate?” Il putiniano Zoccatelli rintuzza sul fronte russo. “Sarebbe naturale vedere il conflitto come frutto della propensione aggressiva e belligerante di Israele, ma qui chi si difende invece viene descritto come aggressore. Ma è difficile bersi che Israele sia la vittima. Israele è colpevole di quella situazione perché dal dopoguerra ad oggi ha attuato ogni forma di sopruso, sono decenni che i palestinesi subiscono”. La pace dipenderà da Putin. “Russia e Usa devono trovare un accordo sui due stati o non ci si arriva”. Anche a sinistra i sostenitori di Hamas sono prevalentemente fuori dall’arco parlamentare, come sa il senatore operaista Tino Magni. A ottobre scorso l’esponente di Sinistra Italiana era stato invitato a un convegno organizzato da associazioni vicine ad Hamas. Quando capì di che si trattava ebbe un’influenza provvidenziale. I gruppi di Camera e Senato sono concordi, come prova la posizione dell’intergruppo Palestina-Israele, che rappresenta tutti i partiti in Parlamento: quello di Hamas è terrorismo, altra cosa è l’aspirazione a due Stati. Israele, tuttavia, non attui una difesa sproporzionata. Sono invece benevoli con Hamas alcune delle associazioni e delle sigle politiche che domani si ritroveranno a Roma, a piazza Vittorio, alle 18. Lo si capisce anche dal titolo dell’iniziativa: “L’ultimo giorno di occupazione, sarà il primo giorno di pace”. La piattaforma in qualche modo giustifica l’aggressione del 7 ottobre, anche se invece di Hamas parla genericamente di Gaza. “L'azione intrapresa da Gaza riflette la conseguenza di 75 anni di pulizia etnica, occupazione e apartheid caratterizzati da indicibili crimini di guerra, innumerevoli violazioni dei diritti umani e sprezzante indifferenza verso le decisioni della Comunità Internazionale”. Tra le sigle italiane, anche in questo caso come per quelle a destra, molte sono contrarie all’invio di armi contro Putin nella guerra in Ucraina. Ci sono ad esempio i trotzkisti di Potere al popolo, la rete dei Comunisti, Rifondazione comunista, i Giovani Comunisti, i Cobas, gli stalinisti di Patria Socialista. Tra gli organizzatori anche Alberto Fazolo, giornalista e scrittore, che ha combattuto in Donbass al fianco dei russi. Oggi si schiera con la “resistenza palestinese” ed è benevolo con Hamas. “Ci sono tante sigle, Hamas, Fatah, il Fronte della Liberazione della Palestina e anche altre organizzazioni. La sinistra italiana ha tradizionalmente un rapporto con Flp, ma è indubbio che in questa fase il ruolo egemone lo sta svolgendo Hamas. Io non mi sento di condannarne l’azione, a parte singoli casi di crudeltà riprovevoli che come tali vanno perseguiti. Ma questo non significa mettere discussione legittimità dell’azione. Meglio morire lottando, che morire giorno per giorno”, dice Fazolo all’Huffpost. Lei ha combattuto per la Russia, ora stai in piazza per Hamas. “C’è il tentativo evidente di stabilire un’equazione tra Hamas, l’Iran e la Russia. Ma è falso, non c’è dimostrazione di un legame chiaro e incontestabile. La Russia non porterebbe mai un attacco diretto al cuore di Israele, ma è indubbio che sosterrebbe l’autodeterminazione del popolo palestinese”. https://www.huffingtonpost.it/politica/
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