il diritto palestinese a uno Stato è stato messo da parte da tempo

La radice della crisi fra Israele e Palestina è che il diritto palestinese a uno Stato è stato messo da parte da tempo" L'imperialismo dell'Ovest con Israele contro Hamas, quello dell'Est col popolo palestinese "Hamas è il male puro, non sono solo terroristi". Così il presidente americano Joe Biden il 12 ottobre a un incontro con i leader delle comunità ebraiche alla Casa Bianca. L'attacco contro Israele "non è stato solo odio è stata crudeltà", ha sottolineato il capofila dell’imperialismo dell’Ovest ricordando che la strage di oltre 1.000 israeliani è stata la peggiore per il popolo ebraico dall'Olocausto. Biden ha quindi dettagliato l'assistenza militare che sarà fornita per la difesa di Israele, "incluse munizioni e intercettori per rifornire l'Iron Dome", aggiungendo che sono in arrivo nella regione una portaerei e aerei da guerra. Intanto il 13 ottobre la presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen e la presidente del parlamento europeo Roberta Metsola sono atterrate in Israele. A nome dell’imperialismo europeo "Siamo qui per esprimere la nostra solidarietà al popolo israeliano in seguito al terribile attacco terroristico di Hamas", scrive von der Leyen su X. "Il terrore non prevarrà. Il modo in cui rispondiamo è importante. Possiamo - dobbiamo - fermare Hamas. E fare il possibile per mitigare le conseguenze umanitarie", ha aggiunto Metsola. Il 15 ottobre in una dichiarazione congiunta i ventisette Paesi dell'Unione europea ufficializzavano la loro posizione: "L'Unione europea condanna con la massima fermezza Hamas e i suoi attacchi terroristici brutali e indiscriminati in tutto Israele e deplora profondamente la perdita di vite umane. Non esiste alcuna giustificazione per il terrorismo. Sottolineiamo con forza il diritto di Israele a difendersi in linea con il diritto umanitario e internazionale di fronte a tali attacchi violenti e indiscriminati". Se l’imperialismo dell’Ovest è ampiamente e saldamente schierato con i sionisti e neonazisti di Israele, quello dell’Est all’inizio si è barcamenato, ma alla fine si è schierato di fatto col popolo palestinese. Per il nuovo zar del Cremlino Putin dal vertice della CSI in Kirghisistan, il 13 ottobre, “Israele ha affrontato un attacco senza precedenti, mai visto prima nella storia, non solo per la sua portata, ma anche per la natura della sua esecuzione, per la sua brutalità - beh, dobbiamo dire le cose come stanno. Israele sta rispondendo in modo massiccio e con metodi piuttosto brutali. Naturalmente, comprendiamo la logica degli eventi, ma nonostante la brutalità da entrambe le parti, credo che sia necessario pensare alla popolazione civile. D'altra parte, ho detto oggi in una riunione con i miei colleghi che Israele, ovviamente, ha il diritto di garantire la propria sicurezza e di creare garanzie per tale sicurezza. Ma bisogna trovare gli strumenti per raggiungere questo obiettivo, bisogna trovare una via d'uscita dalla situazione. A mio avviso, ciò può essere realizzato, ovviamente, anche attraverso una sorta di mediazione. La Russia può farlo, proprio perché abbiamo ottime relazioni con Israele negli ultimi 15 anni, assolutamente, e abbiamo tradizionalmente buone relazioni con la Palestina. Quindi, nessuno sospetterebbe che vogliamo schierarci. Ma solo se, ovviamente, qualcuno ha bisogno della nostra mediazione. Questo avviene sempre e solo sulla base di accordi tra le parti”. La Russia ha poi chiesto il 15 ottobre al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di votare un progetto di risoluzione sul conflitto Israele-Hamas che chiede un cessate il fuoco umanitario e condanna la violenza contro i civili e tutti gli atti di terrorismo. Al di là dunque della parvenza di neutralità adottata inizialmente da Mosca, né Putin, né altri esponenti del Cremlino hanno condannato l’operato di Hamas, né hanno offerto le loro condoglianze al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. La posizione della Cina è stata espressa nella conferenza stampa ordinaria del portavoce del Ministero degli Esteri Wang Wenbin sempre il 13 ottobre. La Cina “si oppone agli atti che danneggiano i civili e condanna le violazioni del diritto internazionale. La Cina invita tutte le parti a dar prova di moderazione, a de-escalare la situazione sul campo il prima possibile e a prevenire un'ulteriore espansione del conflitto. La priorità assoluta è garantire la sicurezza dei civili e aprire corridoi per gli aiuti, in modo da evitare una grave crisi umanitaria a Gaza. La Cina chiede che venga convocata al più presto una conferenza di pace internazionale con maggiore autorità e impatto per galvanizzare un consenso internazionale più ampio con la soluzione dei due Stati come base e formulare un calendario e una tabella di marcia a tal fine. L'ONU ha la responsabilità e l'obbligo di svolgere il ruolo che le spetta sulla questione palestinese. La comunità internazionale deve assumersi questa responsabilità e creare le condizioni per la ripresa del processo di pace”. A seguito di pressioni internazionali su Pechino affinché si esprimesse più chiaramente sui crimini dei sionisti israeliani, in particolare dal mondo arabo e musulmano, il 14 ottobre il ministro degli Esteri cinese Wang Yi in un colloquio telefonico con l'omologo saudita Faisal bin Farhan Al Saud sulla crisi in Medio Oriente, ha rilevato che le azioni di Israele "sono andate oltre l'ambito dell'autodifesa". Mentre il giorno dopo con la sua controparte iraniana, Hossein Amir-Abdollahian, ha sostenuto la "giusta causa dei palestinesi, nel proteggere i loro diritti nazionali". "La radice della crisi fra Israele e Palestina è che il diritto palestinese a uno Stato è stato messo da parte da tempo", ha aggiunto Wang. 18 ottobre 2023 PMLI
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