Il consiglio comunale di Lucca di lunedì scorso e i rumorosi strascichi hanno regalato l'ennesimo teatrino grottesco.
Il
dato più evidente è sicuramente l'ennesima conferma di un sindaco in
balìa dell'estrema destra che trova il modo di bloccare l'intitolazione
di una strada al presidente più amato e più vicino al popolo della
storia repubblicana.
Un'estrema
destra a sua volta evidentemente ancora intimorita da una figura così
emblematica del socialismo e dell'antifascismo, e sicuramente ingrata
visto che non ha voluto contraccambiare il favore del centro sinistra
che poco più di un anno e mezzo fa aveva prestato il fianco
all'operazione revisionista votando all'unanimità la mozione che
chiedeva di intitolare uno spazio pubblico a Norma Cossetto, in un
generale tentativo a livello locale ed europeo, peraltro riuscito, di
equiparare il giorno della memoria al giorno del ricordo.
Problemi
di memoria (e di coerenza) che sembrano avere in tanti nell'attuale
consiglio comunale: a partire dal sindaco, che dopo aver dimenticato
iniziative ben più meritevoli di attenzione è accorrso scodinzolante
alla cerimonia di consacrazione della città alla Madonna, in barba al
principio di laicità dello stato che vige ormai dal lontano 1984 anche
in Italia.
Per
proseguire con la maggioranza, che dopo aver abbaiato con tanto di
appello al Provveditore contro l'incontro di Gobetti con le scuole sulla
questione del confine orientale, ha sfoggiato una serie di iniziative
ben più faziose per il centenario dell'aeronautica militare, partendo
con un'iniziativa dedicata allo squadrista promotore della marcia su
Roma Italo Balbo, condito da ben due incontri con gli studenti,
evidentemente ritenuti altamente formativi.
Per
finire con l'opposizione, tanto abile a sollevare polveroni quanto a
dimenticare quanto fatto in precedenza. A partire dalle lacrime di
coccodrillo per l'avvento dei fascisti, le cui ripetute aggressioni
degli anni precedenti non avevano destato la minima preoccupazione nella
giunta Tambellini. Passando per l'ordinanza anti bivacchi, primo atto
deprecabile della giunta Pardini, ma in larga parte ripreso dal
regolamento sul decoro urbano varato quattro anni prima dall'assessore
Raspini. Come non pensare poi alle vesti stracciate per la recente
partecipazione alla consacrazione della città alla Madonna, dopo aver
accuratamente taciuto su un precedente forse ancor più grave, ovvero
l'iniziativa promossa dal vescovo con rappresentanti del family day
contro il ddl Zan. Per arrivare infine alla sollevazione per la mancata
intitolazione della via a Sandro Pertini, condivisibile, se non fosse
che lo stesso consiglio comunale, con la maggioranza di centro sinistra,
aveva già inciampato su un'altra via, quella da intitolare a Norma
Cossetto.
Urla
di sdegno con grancassa nazionale, ma ci si poteva aspettare che i
fascisti si sarebbero mostrati per quello che sono e non avrebbero
ricambiato la cortesia.
E
così alcune domande sorgono spontanee: in dieci anni di governo non si
poteva trovare prima il modo di intitolare una via a Sandro Pertini?
In
mezzo a tutti questi polveroni perché il sindaco (ex presidente di
Lucca Crea), la maggioranza arrivata a "liberare" la città e
l'opposizione continuano il loro silenzio di tomba sulle paghe da fame
dei lavoratori e delle lavoratrici del Lucca Comics ormai prossimo?
Come
Potere al Popolo sosteniamo un dibattito sull'antifascismo che non si
limiti a parlare di simboli, alimentato da scandali a volte di risonanza
nazionale, assegnando a Lucca la fama di città fascista in cui spiccano
poche "anime belle" che resistono.
Lucca deve tornare a parlare di lavoro, giustizia sociale e ambientale, unico vero antidoto all'ascesa fascista.
Estratto da www.lavocedilucca.it/post/9289/il-consiglio-comunale-che-nega-la-via-a-sandro-pertini-un-teatrino-grottesco.php