Non intendo dedicare più di qualche minuto del mio tempo a rispondere alle improbabili quanto pesanti accuse lanciate pubblicamente su Facebook dalla Dott.ssa Serena Mammini alla mozione sul verde pubblico presentata in Consiglio da Elvio Cecchini e in tale sede approvata.
Intervengo sul piano tecnico volando alto sulle sterili diatribe politiche che non mi interessano e che invece paiono affascinare la dott.ssa Mammini così tanto al punto da essere caduta, direi piuttosto malamente, nella trappola da lei stessa confezionata nel tentativo maldestro di colpire quella mozione e i suoi autori, cosa davvero strana per una persona che di esperienza sui temi della dialettica dopo molti anni sulla scena politica lucchese ne avrebbe dovuta maturare assai.
La dott.ssa Mammini in un crescendo improvvido di toni accusa la mozione di aver pedissequamente “copiato e incollato” un documento del 2018 a firma 5stelle della Emilia Romagna, esibendo con cieco orgoglio come scoop eclatante due frasi riportate in entrambi i documenti.
Se Serena Mammini se avesse scelto di dedicare il suo tempo non alla ricerca di “trappolette” da tendere alla mozione Cecchini, ma allo studio delle norme e del quadro di indicazioni di Soft Law che disciplinano da tempo la materia verde urbano, che nel suo caso, visto il ruolo da lei rivestito nella precedente amministrazione mi sarei aspettata fosse solo un ripasso, si sarebbe evitata la pessima figura alla quale con le sue critiche infondate si è esposta.
La agevolo nel compito di capire ciò che intendo invitandola a leggere le Linee guida per la gestione del verde urbano e prime indicazioni per una pianificazione sostenibile, redatte nel 2017 dal Comitato sul verde pubblico istituito dalla legge 10/2013 presso il Ministero dell’Ambiente, che contengono preziosi indicazioni di carattere tecnico dirette ai Comuni per garantire una adeguata gestione del verde urbano e descrivono in modo dettagliato il ventaglio di strumenti ad hoc, tra i quali appunto il Regolamento del verde: la mozione Cecchini, nelle frasi che lei ha virgolettato come copiate dalla mozione 5 stelle, riporta invece correttamente quanto testualmente scritto al punto 1.3 delle Linee Guida in ordine alle finalità del Regolamento del verde.
Vorrei pensare ad una temporanea dimenticanza dell’esistenza delle Linee guida, ma Le sue esternazioni improvvide sembrano far ritenere che la Sua conoscenza di quel documento, fondamentale vademecum per chi intende occuparsi di verde pubblico, sia leggermente latitante. In conclusione, prima di lanciarsi in accuse dove la ragione sembra evidentemente offuscata da acrimonia, sarebbe stato opportuno riflettere e magari in modo illuminato evitare di prestare il fianco a inevitabili repliche, sopra tutto sapendo che quella mozione non è stata scritta da quattro amici al bar per passare la serata, ma da persone che, come me hanno dedicato a questi temi pagine e pagine di lavori scientifici. L’agire umorale guidato dal solo risentimento politico, non supportato da approfondita conoscenza di ciò di cui si parla e delle persone che di quei temi nella mozione hanno parlato, porta solo pessime conseguenze, una sorta di boomerang dagli esiti scontati.
Ma voglio essere costruttiva e consiglio alla dott.ssa Mammini, la lettura attenta dei documenti sui quali è basata la mozione Cecchini: Legge 10/2013, Linee guida per la gestione del verde urbano e prime indicazioni per una pianificazione sostenibile, Strategia nazionale sul verde pubblico, Strategia nazionale per la biodiversità al 2030, Strategia forestale nazionale. Le consiglio anche di leggere i miei lavori sull’argomento, partendo forse da quelli scritti come Componente del Comitato consultivo Foreste e verde urbano dell’Accademia dei Georgofili, con un linguaggio studiato per non addetti ai lavori, li trova su Georgofili Info. E magari qualche mia conferenza sul tema venga ad ascoltarla in futuro, non potrebbe che essere illuminante.
Prof.ssa Nicoletta Ferrucci
Ordinario di Diritto forestale e dell’ambiente Università di Firenze