Nuovo inganno elettoralista per l'elezione dell'europarlamento
L'imbroglione Santoro vara "La lista con l'assillo per la pace"
I putiniani La Valle, Di Cesare ("Il Fatto"), De Magistris, Acerbo e Vauro in prima fila
Reduce dalla giornata fiorentina “Il coraggio della pace. Disarma!” nella quale il maoista pentito ed
ex giornalista di Servizio Pubblico Michele Santoro ha rispolverato quel falso pacifismo che sulla
vicenda Ucraina fa il gioco di Putin, sabato 30 settembre è andata in scena al teatro Ghione di Roma
la seconda puntata di quello che si rivela l'ennesimo specchietto per le allodole fatto luccicare di
fronte alle masse popolari di sinistra per imprigionarle nelle istituzioni della Ue imperialista e
strumentalizzarle in funzione antiUcraina.
Un coacervo di putiniani a fianco di Santoro
Se a Firenze Santoro si era avvalso della compagnia del narcisista Luigi De Magistris, del trotzkista
Moni Ovadia, di padre Alex Zanotelli, di Stefano Fassina ed addirittura di Fausto Bertinotti a fargli
da spalla, stavolta nell'iniziativa che molti giornali hanno definito “a metà fra un evento ed una
assemblea” la rassegna di personaggi noti è stata cospicua e ha visto i più sfegatati putiniani
giubilare in prima fila: si va dall'altro organizzatore Raniero La Valle e dallo stesso De Magistris, al
segretario del PRC Acerbo, passando per Vauro, la filosofa e collaboratrice de “Il Fatto” Donatella
di Cesare e anche lo street-artist Jorit, reduce dall'aver realizzato un murales nella Mariupol distrutta
ed occupata dalle armate zariste, beatificando la resistenza dei filorussi in Donbass.
Non mancava all'appello – seppur collegato in video - neppure il redento ex-operaista e già sindaco
Pd di Venezia Massimo Cacciari, che peraltro Santoro ha voluto presentare personalmente
esprimendo “la speranza di averlo nell'impresa”; Cacciari lo ha ripagato immediatamente esaltando
i Brics e domandandosi del “perché l'Europa escluda a priori di non essere uno spazio imperiale
come Cina e Usa?”. Una dimenticanza certamente non casuale della Russia fra i Paesi imperialisti,
che comunque dà a intendere che il suo auspicio per “l’equilibrio del mondo” potrebbe essere
addirittura il tripolarismo imperialista.
Presente senza vergogna anche il trotzkista ex sindaca di Bari Nichi Vendola dopo le note vicende
legate all’ILVA di Taranto, e l'ufficiale dei carabinieri noto come “Capitano Ultimo”, che dopo aver
fatto l’assessore nella giunta di “centro-destra” di Iole Santelli in Calabria, dice ora di volersi
battere per l’uguaglianza e rivendica il diritto alla “resistenza”.
L'assemblea con “l’assillo della pace”
Nell'introduzione, sia Santoro sia La Valle dichiarano apertamente che a loro avviso la madre di
tutte le questioni, e il denominatore comune sul quale far perno per fondare il prossimo cartello
elettorale a sinistra del PD, è l'uscita dell'Italia dalla guerra, ovvero che l'Italia smetta di aiutare
Kiev e la abbandoni sotto il tallone di ferro delle truppe russe. Relativamente alla questione Ucraina
avvertono che “vogliamo il negoziato, ma non vogliamo la vittoria di nessuna delle due parti”; il
che equivale a negare che ci sia un aggressore e un aggredito e che la vera e durevole pace equivale
semplicemente alla sconfitta dell'esercito invasore e al ristabilimento dell'Ucraina libera,
indipendente, sovrana e integrale.
Una questione dunque centrale, che se può essere risultata poco chiara ai militanti delle varie
organizzazioni o partiti presenti in sala previo l'acquisto di un biglietto da 10 euro, senz'altro non
sfugge ai putiniani patentati che sanno bene di fare in questo modo il gioco dell'invasore zarista.
In ogni caso, a contorno della parola “pace”, abusata, priva di distinzioni e pertanto astratta, i
relatori hanno parlato di ambiente, salvezza della Terra, diritti umani, ruolo dell'ONU, il tutto
dichiarandosi debitori di Don Giuseppe Dossetti, di papa Giovanni, di padre Balducci, di padre
Turoldo, e dulcis in fundo, dell'immancabile quando si tratta di imbroglioni e di revisionisti, Enrico
Berlinguer.
Dopo un avvio ambiguo sul vero obiettivo dell’Assemblea, una volta dichiarata ai quattro venti la
volontà di proporre una lista “pacifista” alle prossime europee, sono fioccate le adesioni immediate
di De Magistris e di Acerbo.
Entusiastica adesione di Unione Popolare e del PRC
Unione Popolare in una nota diffusa giorni precedenti all'incontro di Roma confessava di
abbracciare il progetto e la centralità della pace per fermare quella che viene definita “la guerra alla
Russia” (formula tanto cara a Putin); inoltre il suo Coordinamento Provvisorio coglieva l'occasione
per rivendicare che UP per prima aveva utilizzato la parola d'ordine, a nostro avviso fuorviante e
sbagliata e più volte criticata nelle colonne del nostro giornale, “Giù le armi, su i salari”, per
terminare con l'auspicare appunto la costituzione di una lista per le europee capace di coniugare “il
rifiuto della guerra con la lotta al liberismo”, senza mettere in discussione quindi né la Ue
imperialista né il sistema capitalista nella sua totalità ma solo una sua politica.
Acerbo invece senza tanti giri di parole ha ammesso che per lui “l'importante è che ci sia una lista”,
dimostrando di come trotzkisti e revisionisti siano sempre pronti a sguazzare nell'elettoralismo
d'ogni sorta, qualunque esso sia, se sentono odore di poltrone.
A caccia di voti nel bacino astensionista
Anche questa nuova corsa agli scranni europei trova il suo principale nemico nell'astensionismo in
continua ascesa; ed ecco che Santoro vede proprio in quella platea i suoi interlocutori principali,
come fu per l'allora neonato movimento 5 stelle che si erse a puntello del capitalismo facendo
rientrare dalla finestra milioni di elettori soprattutto di sinistra che si erano liberati del giogo
elettoralista astenendosi e mobilitandosi direttamente in comitati ed organizzazioni autonome di
lotta e di protesta.
A chi gli domanda infatti della frammentazione a sinistra, Santoro dal palco risponde: “più
frammentati di così, con l'astensione che abbiamo, non è possibile: andiamo solo a prenderci quello
che è nostro”.
I partecipanti all'assemblea hanno così votato un progetto che si basa su questi aspetti principali,
quantunque ancora manchi di un nome e di un programma che saranno precisati con tutta
probabilità alla prossima assemblea programmata nei prossimi mesi in contemporanea a Milano ed
a Messina. Un voto unanime, espresso anche da casa da chi aveva versato i due euro mensili sulla
piattaforma di proprietà di Santoro.
Ennesimo inganno elettoralista di Santoro
Se non ci sorprendiamo dell'entusiasmo con il quale vecchi volponi della politica istituzionale
hanno salutato il progetto che offre loro una nuova possibilità di riciclarsi all'interno delle istituzioni
dell'Ue imperialista, ci auguriamo che non cadano in questa trappola i giovani ambientalisti del
Fridays For Future e di Ultima Generazione che erano presenti all'iniziativa ma che avevano in
passato mostrato di non cedere alle sirene istituzionali, mantenendo una certa autonomia e una
posizione di opposizione ad esse.
A prescindere da come si chiamerà e come si strutturerà questo nuovo inganno elettoralista, noi
invitiamo gli antimperialisti conseguenti e gli autentici amanti della pace a non lasciarsi abbindolare
da questa accozzaglia di opportunisti e imbroglioni patentati, che pur di racimolare poltrone
parlamentari parlano di “pace” e in realtà fanno il gioco del nuovo zar Putin e della Ue imperialista
cercando di legarli a doppio filo alle istituzioni comunitarie. D'altra parte è questo il gioco che da
decenni trotzkisti e revisionisti fanno a beneficio della borghesia e a danno della lotta di classe e
della lotta per il socialismo.
Contro l'Ue imperialista e il suo parlamento. Per l'Europa socialista
Rispetto al passato il progetto di Santoro e compari si configura ancor più grave perché cerca di
legare l'elettorato di sinistra al carro dell'imperialismo europeo e contemporaneamente ridurlo a
sostenere la guerra di aggressione del nuovo zar Putin, strumentalizzando la genuina aspirazione del
nostro popolo alla pace e sottraendolo alla solidarietà internazionalista verso l'aggredito popolo
ucraino. E si configura ancor più spostato a destra, ambiguo e interclassista, sul modello già
sperimentato dal M5S, giacché riunisce vecchi rottami dell'anticomunismo, del revisionismo e del
trotzkismo ad anticomunisti e filofascisti come “Capitano Ultimo” e, infine, a esponenti del mondo
cattolico che hanno abbandonato opportunisticamente ogni idea di socialismo per limitarsi a
mendicare genericamente un capitalismo meno liberista e più umano.
Il parlamento europeo ancor più dei parlamenti nazionali non è espressione dei popoli ma della
borghesia e del grande capitale europei. L'Unione europea è un'organizzazione monopolistica e
imperialistica, una superpotenza mondiale. E lo dimostra con la sua politica interna che schiaccia e
affama il proletariato e le masse popolari e con la sua politica estera fatta di sopraffazione e di
guerre contro i migranti, i popoli e i paesi più poveri. Al contrario degli imbroglioni come Santoro,
noi marxisti-leninisti rifiutiamo l'Ue per principio e quindi non possiamo legittimarla presentandoci
con nostre liste. Non possiamo accettare che l'Italia partecipi a un'alleanza imperialista che mira a
dominare il mondo.
Di fronte alle elezioni europee non si può avere un atteggiamento tattico come per le elezioni
nazionali, poiché il nocciolo della questione rimane la scelta a favore o contro la Ue e non quella di
dove collocarsi politicamente ed elettoralmente all'interno di essa. Non si tratta in altri termini di
ricercare una collocazione "a sinistra" nell'Europa, ma di rifiutare nettamente la Ue e di assumere
anche sul piano elettorale una posizione conseguentemente antimperialista e anticapitalista.
Noi marxisti-leninisti torniamo a porre il problema del socialismo e del potere politico del
proletariato, senza i quali non si può cambiare veramente l’Italia. Nel suo editoriale in occasione del
46° Anniversario della fondazione del PMLI il compagno Giovanni Scuderi ha indicato: “C'è una
questione molto importante, fondamentale, che è completamente assente nel dibattito politico. È la
questione del potere politico, la madre di tutte le questioni... Le operaie e gli operai anticapitalisti
coscienti e informati prendano in carico senza indugio questa questione e la pongano all’interno
dei luoghi di lavoro, dei loro sindacati, partiti e movimenti. E i partiti con la bandiera rossa aprano
una grande discussione pubblica e privata per elaborare un progetto comune sul socialismo con il
proletariato al potere ”. È questa la via maestra per gli anticapitalisti conseguenti e gli autentici
antimperialisti e non certo quella di lasciarsi abbindolare da questa ennesima trappola elettoralista
che rischia altrimenti di provocare nuovi danni, nuovi inganni e nuove incalcolabili delusioni.
4 ottobre 2023
“Il Bolscevico”, organo del PMLI, n. 35/2023 e pubblicato sul sito www.pmli.it