La Partecipazione

C.Cristofani 

l'altra sera sono stato ad una assemblea a Pontetetto dove erano presenti il comitato di S.Concordio, quello di Pontetetto ed alcuni altri cittadini  venuti per ascoltare il Sindaco, e gli assessori Buchignani e Minniti sul futuro dei loro quartieri. Personalmente, fin dai tempi delle "lotte" della manifattura, sono sempre stato favorevole ad una sorta di partecipazione della popolazione alle scelte dell'amministrazione ma ho sempre avuto parecchie perplessità sugli effettivi benefici della stessa quando siamo nella fase della proposta. 

Un conto, e questo l'ho sempre detto, è riunirsi e chiedere anche con manifestazioni pubbliche di evitare macro errori - come lo sarebbe stato quello della vendita alla COIMA (non alla Fondazione ma alla COIMA) ed un conto è riunirsi in comitati per partecipare alle scelte ed alla ideazione e costruzione di nuovi progetti, progetti che guardino in prospettiva il futuro del quartiere per i prossimi 50 anni. Come in questo caso. L'altra sera veniva discusso il percorso della rigenerazione di tutta l'area ex-Gesam, che poi è, come è stata definita, la piazza S.Michele di S.Concordio, ovvero il cuore del quartiere. 

Il comune ha portato un progetto, che tutto sommato mi è parso accettabile (ma capisco che si possa non esser d'accordo) e qui è venuto fuori ciò che ho sempre pensato: la partecipazione alla vita pubblica non può funzionare sempre. Funziona, come dicevo sopra, se si tratta di evitare errori macroscopici evidenti a tutti. Nel caso della Manifattura la partecipazione funzionò perché riuscì ad aggregare tutte le forze politiche con esclusione di quelle che ruotavano attorno al Sindaco. Vedemmo protestare, anche se in forme diverse aree politiche che andavano dall'estrema sinistra a quella destra. Perché era una partecipazione che si era compattata contro il fare una cosa sbagliata e non per proporre soluzioni. 

L'altra sera ci saranno state una cinquantina di persone ad assistere alla presentazione del progetto, ovvero, probabilmente persone che si immaginavano e volevano altre cose per il quartiere e, in massima parte ognuno diverse l'una dall'altra. Ma è normale che sia così. Quando si deve costruire qualcosa di nuovo è normale che ognuno abbia le proprie idee. Se mai avevo un dubbio l'altra sera questo dubbio me lo sono tolto. "La Partecipazione" in casi come questo non solo non serve a niente ma risulta addirittura dannosa perché allunga i tempi, già dilatati dalla burocrazia. E poi diciamocelo la nostra è già una democrazia partecipativa. Andiamo a votare e scegliamo i nostri amministratori perché facciano le cose per il meglio e per gli interessi della comunità. Questa è stata la strada maestra della democrazia per secoli. La Partecipazione, in ambito di scelte di fondo importanti e che vincolano gli anni che verranno, secondo me è controproducente. Mettete insieme 20 persone ed avrete venti opinioni diverse. E poi fino a che punto può andare la partecipazione? alla scelta del colore di un edificio pubblico? al tipo di piante da piantare? ai sensi unici da mettere nelle vie? Ogni cosa può divenire terreno di scontro quando si fanno cambiamenti piccoli o grandi. Dove stanno i paletti che delimitano l'area? Perché ci sarà sempre qualcuno che vorrà (o non vorrà) la fermata del bus davanti casa; oppure rivorrà la raccolta dei rifiuti porta a porta contro chi preferisce i cassonetti Infine, perché si vota? per scegliere chi decida per noi e, se sulle questioni importanti proporrà ca....e, è giusto riattivare il concetto di partecipazione e condivisione che unisca quanta più gente possibile dietro una sola bandiera "NO QUESTO NO"! Alla fine del mandato se avrà lavorato male si cambierà sperando in meglio. 

Questa è la democrazia.
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