I nostri generali cavaciocchi
I generali: «asini, asini, buoi grassi, pezzi da gran hotel, sigari avana, bagni termali, ma non guerrieri, non pensatori, non ideatori, non costruttori. Incapaci di osservazione e di analisi, ignoranti di cose psicologiche.... dei burocrati». Così il tenente degli alpini Carlo Emilio Gadda esprimeva la sua opinione sui generali italiani, ignoranti, vanesi, parolai ed esibizionisti. Gadda in particolare ce l’aveva con generale più ignorante di tutti, il mitico Alberto Cavaciocchi, che per lui era diventato emblema di incompetenza e di prolisso esibizionismo. Bisogna dire che la tradizione militare italiana continua gloriosamente su questa scia, e ci si domanda cosa possa spingere un generale, peraltro lautamente pagato da tutti noi cittadini, ad esternare il suo cosiddetto “pensiero” consistente in quattro rozzi e volgari luoghi comuni malamente raffazzonati. Con uno stipendio che si aggira intorno ai 107.000 euro annui, sarebbe troppo chiedere un minimo di ritegno, sarebbe troppo pretendere che certe “riflessioni” da bar restino circoscritte, tra rutti e sghignazzi, alle serate alcoliche con gli amici?
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