Ancora aggressioni Psichiatria del San Luca
LUCCA. Paura, rabbia, rassegnazione. Le aggressioni in ospedale ormai sembrano non fare più notizia e soprattutto nei reparti di psichiatria – la cenerentola della medicina – e di pronto soccorso – la prima linea delle strutture sanitarie – l’idea provocatoria dell’ex capo della Protezione civile oggi assessore regionale al Welfare in Lombardia, Guido Bertolaso, di realizzare un presidio davanti agli ospedali che preveda la presenza di poliziotti o anche di militari dell’Esercito non appare poi del tutto peregrina. Le violenze fisiche o verbali nei confronti degli operatori sanitari (34% in più nelle psichiatrie e 20% dei pronto soccorso) necessitano di un’approfondita riflessione. E Lucca non è certo esente dal problema. Dopo gli episodi avvenuti mesi fa all’ospedale San Luca ecco che la scorsa settimana si è ripresentato un nuovo caso che ha costretto un’infermiera a ricorrere alle cure del pronto soccorso per un’aggressione da parte di un paziente psichiatrico noto al reparto e di una certa pericolosità. Una persona sui 50-55 anni affetta da una sindrome maniaco-depressiva che più volte ha cercato di compiere atti di autolesionismo. L’uomo, ricoverato per l’ennesima volta in osservazione nel reparto, alla fine della scorsa settimana (probabilmente venerdì) è riuscito a sfuggire alla sorveglianza durante il cambio di turno e a dirigersi verso l’uscita del nosocomio. Sulla sua strada ha incontrato un’infermiera sui 40 anni e per farsi largo l’ha aggredita colpendola per poi allontanarsi. É scattato l’allarme e il degente alla fine è stato bloccato, riportato in reparto e adeguatamente sedato. Sotto choc, spaventata e contusa, l’infermiere si è fatto visitare al pronto soccorso del San Luca ed è stata refertata tanto che per qualche giorno resterà a casa.
Non più di tre mesi fa, sempre all’ospedale San Luca, un infermiere era stato preso per le spalle, strattonato e poi buttato a terra, sempre nel reparto di Salute Mentale da due pazienti psichiatrici e con problemi di dipendenza. Anche in quel caso l’infermiere, un 50enne che da anni lavora in reparto, era stato medicato al pronto soccorso e per fortuna non aveva subito gravi traumi tanto che la prognosi era stata inferiore a una settimana.
dal TIRRENO
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