Il finanziamento di 4 milioni di euro, ottenuto dai fondi del PNRR, è la condizione basilare per il recupero del Mercato del Carmine. Non possiamo perderlo!
Ma la struttura deve essere liberata per poter fare i lavori strutturali previsti.
La situazione è molto complicata, perché è stato fatto un bando che ha favorito implicitamente una proposta, senza pensare minimamente a tutelare gli esercenti storici, che comunque hanno presidiato e tenuto in vita la memoria del mercato in tutti questi anni, anche se hanno usufruito di condizioni economiche estremamente favorevoli. In questo momento c’è il rischio che si diffonda una percezione falsata della reale situazione, che non corrisponde esattamente a quanto sembra a prima vista, perché le attività rimaste di fatto erano abusive, in quanto la concessione era scaduta dal 2012 e non era stata più rinnovata. In tutti questi anni l’Amministrazione Tambellini non ha mai messo in mora gli “abusivi del Carmine”, un po’ perché faceva comodo il presidio, ma era anche più semplice non fare per evitare problemi.
Di fatto in 10 anni non è stato fatto mai nulla !! La prima raccomandata di puntualizzazione di occupazione illegale e di messa in mora è stata inviata nello scorso Febbraio dalla Giunta Pardini.
Abbiamo usato la parola abusivo perché è il termine legale appropriato, visto che non si può parlare di sfratto, non essendo in atto un contratto di locazione. Ma deve essere riconosciuta la funzione sociale di presidio e identità del luogo che è stata svolta con professionalità e dedizione dagli esercenti del Carmine in tutti questi anni.
Non conosciamo le proposte che sono state fatte dalla Società 4223, che ha vinto la gara indetta e aggiudicata prima delle elezioni, ma rileviamo che la seconda proposta, che purtroppo l’amministrazione Tambellini non ha scelto, prevedeva esplicitamente la sistemazione temporanea delle attività esistenti in fondi commerciali della zona e il loro reintegro nella struttura, una volta terminati i lavori di ristrutturazione.
Infatti a nostro avviso è corretto che i costi di sistemazione temporanea delle attività storiche esistenti rientrino nell’importo complessivo dell’operazione di recupero e siano assunti dagli imprenditori che promuovono l’operazione, a maggior ragione se hanno vinto la gara a condizioni estremamente favorevoli, com’è avvenuto.
Purtroppo, è stato confezionato un bando opaco e raffazzonato, che ha favorito la proposta finanziariamente più debole e meno strutturata! Ora è difficile capire come poter risolvere la vicenda, ma occorre serenità ed equilibrio per individuare la soluzione più idonea. Per questo ho avanzato la proposta di organizzare un Consiglio Comunale aperto sul tema.
Lucca, 27 Giugno 2023
Elvio Cecchini