Leonardo Fornaciari, sindaco di Porcari, ha lanciato un appello a sostegno dell'informazione locale e, in particolare, dello storico quotidiano Il Tirreno. In breve tempo sono arrivate le sottoscrizioni da numerosi sindaci della Piana, della Mediavalle e della Garfagnana.
Hanno aderito Mario Pardini, sindaco di Lucca; Luca Menesini, sindaco di Capannori; Federico Carrara, sindaco di Montecarlo; Sara D'Ambrosio, sindaca di Altopascio; Elisa Anelli, sindaca di Villa Basilica; Andrea Bonfanti, sindaco di Pescaglia; Patrizio Andreuccetti, sindaco di Borgo a Mozzano; Paolo Michelini, sindaco di Bagni di Lucca; Caterina Campani, sindaca di Barga; Marco Remaschi, sindaco di Coreglia; David Saisi, sindaco di Gallicano; Michele Giannini, sindaco di Fabbriche di Vergemoli; Andrea Talani, sindaco di Molazzana; Lucia Rossi, sindaca di Careggine; Andrea Tagliasacchi, sindaco di Castelnuovo di Garfagnana; Moreno Lunardi, sindaco di Fosciandora; Francesco Angelini, sindaco di Pieve Fosciana; Francesco Pifferi, sindaco di Camporgiano; Daniele Gaspari, sindaco di Castiglione di Garfagnana; Raffaella Mariani, sindaca di San Romano in Garfagnana; Dorino Tamagnini, sindaco di Villa Collemandina; Andrea Carrari, sindaco di Piazza al Serchio; Nicola Poli, sindaco di Minucciano; Roberto Pagani, sindaco di Sillano Giucugnano.
La linfa della democrazia è l'informazione. I giornali – di carta, online, televisivi o radiofonici – sono garanzia di pluralità e svolgono un servizio essenziale e irrinunciabile. Eppure da tempo assistiamo a un progressivo impoverimento delle pagine che quotidiani storici, come Il Tirreno, possono permettersi di dedicare alla cronaca locale. Una situazione che sacrifica anche la comunicazione istituzionale, di fatto rendendo difficoltoso il flusso delle informazioni che un Comune è tenuto a offrire, attraverso ogni canale possibile, ai propri cittadini e alle proprie cittadine, di ogni età e interesse.
La crisi che sta vivendo l'editoria cartacea ha ripercussioni più forti proprio a livello locale: sempre meno pagine a disposizione, sempre meno collaboratori sul territorio e giornalisti che fanno i salti mortali ogni giorno per garantire l'uscita di notizie verificate, complete e approfondite. Gli stessi giornalisti, quelli de Il Tirreno, che in tanti anni di storia hanno dato voce a crisi aziendali e lavoratori in difficoltà e che oggi è necessario difendere con forza perché dal loro futuro dipende la qualità del nostro vivere democratico. Chi è nato e cresciuto in un paese libero è portato, forse, a dare per scontato il diritto di essere informato e di costruire così, sulla conoscenza dei fatti e dei dibattiti in corso, un proprio pensiero critico.
Sebbene tutelino un servizio di pubblica utilità, è bene ricordare che i giornali sono per lo più imprese private: hanno tasse da pagare, spese vive, bollette, ma soprattutto persone. La posta in gioco è altissima: il giorno in cui le difficoltà che sta vivendo Il Tirreno dovessero portare l'editore a ridurre ancora le pagine dedicate all'informazione locale avremo perso tutti. Chi, come noi sindaci, ha ogni giorno qualcosa da dire ai propri cittadini, ma anche chi non ha voce per portare l'attenzione sulle proprie istanze. Chi vuole leggere solo i titoli al bar e chi, anche a scuola, impara a leggere un giornale e a distinguere le notizie dalle fake news.
Ecco perché oggi vogliamo far sentire forte la nostra vicinanza alla redazione de Il Tirreno e ringraziarla per essere una voce autorevole e chiara. Riteniamo urgente lanciare un appello concreto perché fondazioni bancarie e imprese si facciano mecenati per salvaguardare questo patrimonio della comunità locale che ha saputo aggiornare i propri linguaggi e le proprie modalità di diffusione senza rinunciare alla qualità dell'informazione. Sarebbe davvero molto triste se una mattina, uscendo di casa per comprare il quotidiano della nostra città, non potessimo più scegliere quale leggere perché in edicola ne è rimasto solo uno. È nella dialettica che vive una democrazia e tutte le istituzioni che rispondano a dei cittadini hanno il dovere, anzitutto etico, di fare il possibile per garantirla.