L’imprenditore vitivinicolo ed agrituristico confermato alla guida provinciale della più importante organizzazione agricola.
Scarica le fotografie https://we.tl/t-9uAOitviAZ (nella foto da sx ili direttore Francesco Cianciulli ed il presidente Andrea Elmi)
Andrea Elmi confermato all’unanimità alla guida di Coldiretti Lucca. L’imprenditore agricolo co-titolare dell’azienda Maestà della Formica, resta saldamente ai vertici della principale organizzazione agricola lucchese dopo che l’assemblea provinciale della federazione che
si è tenuta a Lucca ha rinnovato il suo mandato per i prossimi cinque
anni. Classe 1979, Elmi coltiva viti, principalmente di Riesling e
produce, insieme al suo socio Marco Raffaelli, vino a 1.050 metri
nell’Alta Garfagnana, nel comune di Careggine dove gestisce anche un
agriturismo. Un’altitudine che gli è valsa il primato di vitigno più alto della Toscana.
Rinnovato contestualmente anche il Consiglio Direttivo
con l’ingresso di nuovi componenti che assicurano, insieme a nuove
esperienze imprenditoriali, una piena e totale rappresentanza di tutto
il territorio con 4 componenti di espressione della Garfagnana e Media Valle, 4 della Piana di Lucca e 4 della Versilia e di tutti i principali comparti agricoli (dal vino ai fiori, dall’agriturismo all’apicoltura, dall’allevamento all’olivicoltura, etc), ma anche la parità di genere (6 uomini e 6 donne) ed il ricambio generazionale con l’età media del Consiglio che si abbassa da 51 a 46 anni. I componenti del neo eletto Consiglio Direttivo sono Nicola
Paganelli, Stefano Bevilacqua, Elena Franceschini, Luca Angelotti,
Eleonora Bacci, Elena Giannini, Giacomo Carmazzi, Paolo Cardosi, Anna
Boschi, Beatrice Bravi e Francesca Buonagurelli.
In
prima fila in tutte le principali battaglie nazionali di Coldiretti,
dal cibo sintetico alla legge contro le pratiche sleali, Elmi ha bene
chiare quelle che dovranno essere le prossime sfide che attendono un
settore strategico per il sistema economico, ambientale ed occupazionale
che conta oltre 2.300 imprese e 2.500 operai e che grazie alla legge
sulla multifunzionalità ha ancora ampi margini di crescita ed
evoluzione. Così come il sistema delle filiere locali che devono
rappresentare un nuovo punto di partenza ed interagire sempre di più con
gli altri settori, non esclusivamente dell’universo agroalimentare. “La
multifunzionalità mette oggi le aziende agricole nelle condizioni di
non porsi limiti e di essere centrali nella vita delle comunità. Non
producono più e soltanto beni alimentari, bensì servizi sociali e
didattici e sono il principale motore del turismo rurale e della
promozione del territorio. – spiega il Presidente di Coldiretti – Lo stesso vale per le filiere agricole che devono assicurare
alle imprese agricole di ricevere un prezzo giusto ed equo che non sia
mai ai di sotto dei costi di produzione, così come previsto dalla legge
contro le pratiche sleali da noi sostenuta. In questa direzione stiamo
lavorando per chiudere il cerchio della prima filiera lattiero-casearia
per valorizzare i prodotti a base di latte della nostra Garfagnana;
formaggi ed altri derivati a km zero, trasformati in loco destinati ad
un mercato di qualità. Dopo lo choc di Arborea, le
imprese zootecniche hanno bisogno di una alternative che garantisca
loro, a fronte del conferimento del prodotto, una adeguata
remunerazione. Questo obiettivo lo possiamo raggiungere solo con una
filiera tutta Made in Garfagnana”.
C’è
poi il comparto vitivinicolo, 415 imprese e quasi 600 ettari di
superficie vitata in provincia, che Coldiretti vuole consacrare: “I vini
della nostra terra hanno tutte le carte in regola per essere tra i
grandi territori del vino regionale e nazionale. Non dobbiamo più
nasconderci. – spiega ancora il Presidente Elmi – Questa qualità però va
incanalata verso una unica direzione e possiamo farlo solo se c’è un
progetto serio e facciamo squadra tra produttori. I tempi sono maturi
per affrontare finalmente questo percorso”.
Gli
effetti della crisi climatica, le politiche di mitigazione e gli
investimenti nell’agricoltura di precisione sono l’altro grande tema
quotidiano con cui gli agricoltori devono confrontarsi: “Lotta agli
sprechi, aumento della raccolta di acqua piovana di cui oggi tratteniamo
appena l’11% ed investimenti in infrastrutture e tecnologia. Dobbiamo
arrivare a salvare il 50% dell’acqua che cade dal cielo per metterla a
disposizione delle colture agricole ma anche della comunità realizzando
infrastrutture per lo stoccaggio come previsto dal nostro piano
nazionale laghetti che abbiamo presentato insieme ad Anbi Nazionale. E
per raggiungere questo obiettivo dobbiamo accelerare sul progetto di
recupero dei migliaia di piccoli invasi censiti che la burocrazia ha
svuotato in questi anni e che possono rappresentare una ipoteca sul
futuro della nostra agricoltura e dei territori. Le aziende agricole,
con il loro lavoro, garantiscono un contributo fondamentale non solo per
la produzione di cibo ma anche per il turismo e l’immagine della
Toscana nel mondo”.
Congratulazioni per la nomina di Andrea Elmi arrivano dal Direttore Francesco Cianciulli e da tutto ilConsiglio Direttivo.
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