ABBANDONARE L'UCRAINA NON PORTA ALLA PACE

Vediamo che a Lucca il Comitato Promotore per il Forum della Pace, che riunisce varie associazioni, enti e sindacati, dal CEIS, all’ANPI, all’ARCI, dichiara il suo condivisibile impegno per la pace in Europa orientale, ma al contempo afferma di chiedere la sospensione dell’invio delle armi all’Ucraina. Tale posizione ci pare del tutto assurda e priva di ogni logica. Infatti non vediamo come sia possibile non prendere atto di come l’Ucraina sia stata aggredita in modo violento, con l’obbiettivo iniziale che non si limitava certo ad occuparne dei territori, ma alla conquista di Kiev, con la conseguente e probabile nomina di un governo fantoccio da parte dei russi. La tragica marcia sulla capitale ucraina, contraddistinta da una grave sconfitta per i russi, ma anche da eccidi e torture sui civili, dimostra da un lato le vere intenzioni degli aggressori e dall’altro l’utilizzo di metodi ingiustificabili e che hanno ovviamente visto l’attivarsi degli organismi internazionali contro i crimini di guerra. Visto questo saremmo pronti a comprendere qualsiasi considerazione su un diverso atteggiamento e pressione diplomatica su entrambe le parti in causa da esercitarsi da parte dell’Italia e delle nazioni nostre alleate, ma non vediamo come sia possibile pensare che si avrebbe la pace abbandonando l’Ucraina. Se l’Ucraina non ricevesse più armi, la conseguenza sarebbe l’intensificarsi degli attacchi dei russi e una successiva possibile vittoria di questi con l’occupazione militare del paese aggredito e i probabili crimini ai danni di una popolazione che, in gran parte, si opporrebbe, almeno in modo passivo, ad un governo insediato dal nemico. L’unica possibilità di raggiungere una pace giusta si potrà avere solo se l’Ucraina continuerà a potersi difendere. Fa una certa impressione vedere un’associazione come l’ANPI, che si rifà all’esperienza della lotta armata dei partigiani contro l’occupazione tedesca dell’Italia, impegnarsi per abbandonare chi oggi lotta per non essere occupato da un esercito imperialista. In questo modo una parte della sinistra lucchese finisce per fare la stessa battaglia dell’ultra destra filo putiniana, ben presente a Lucca che, pur sotto traccia e nascondendosi dietro a discutibili iniziative benefiche rivolte al Donbass occupato, opera proprio a favore della Russia. 

 PER LUCCA E I SUOI PAESI
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