E Parlateci di Bibbiano?
Bibbiano, Renzi: “Meloni chieda scusa per lo sciacallaggio di 4 anni fa”
Redazione
7 Giugno 2023
“Ho una domanda per la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: a che ora intende chiedere scusa per lo sciacallaggio di quattro anni fa su Bibbiano?”, scrive oggi sui social Matteo Renzi, direttore editoriale de il Riformista, pubblicando una foto in cui si vede l’attuale Premier Giorgia Meloni reggere un cartello dinanzi all’ingresso del paese di Bibbiano.
“Siamo stati i primi ad arrivare, saremo gli ultimi ad andarcene”, recitava il cartello retto da Giorgia Meloni. All’epoca, 4 anni fa, appunto, imperversava mediaticamente il caso Bibbiano, che oggi arriva ad una svolta, con l’assoluzione dello psicoterapeuta Claudio Foti dalle accuse di affidi illeciti. La Corte di Appello di Bologna lo ha assolto da tutte le accuse, infatti, per non aver commesso il fatto dall’abuso di ufficio e perché il fatto non sussiste dal reato di lesioni dolose gravi. In primo grado a Reggio Emilia Foti era stato condannato a quattro anni.
Come si ricorderà, il caso nasce dall’inchiesta “Angeli e Demoni”, su presunti affidi illeciti di bambini nella Val d’Enza Reggiana. L’abuso di ufficio che venne contestato a Foti, in ipotesi di accusa, era presumibilmente commesso in concorso con il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti, ed era relativo all’affidamento senza gara, alla sua associazione, del servizio di psicoterapia nell’Unione Val d’Enza. Le presunte lesioni invece riguardavano i danni psicologici subiti, sempre per l’accusa, da una giovanissima paziente: ansia, depressione e altri disturbi, provocati dalle sedute a cui aveva partecipato.
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Bibbiano, a cavallo fra 2019 e 2020, divenne uno dei temi della campagna elettorale per le Regionali in Emilia Romagna. Il presunto caso di affidi illeciti divenne tema di discorsi in Parlamento, comizi, post social, magliette con slogan e – come si vede nel cartello tenuto dalla attuale Premier Meloni – oggetto di post fotografici destinati a divenire virali. È il caso di dirlo, come si usa nel gergo social: post invecchiati malissimo.
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Bibbiano, un caso lungo quattro anni. L’inchiesta “Angeli e Demoni” dai tribunali alla politica
Redazione
7 Giugno 2023
L’inchiesta della procura di Reggio Emilia che prende il nome di “Angeli e Demoni” è iniziata nel 2018 e ha avuto al centro della indagini la rete di servizi sociali della Val D’Enza. L’accusa verso i responsabili dei servizi sociali consisteva nel fatto che avrebbero falsificato più relazioni al fine di riuscire ad allontanare diversi bambini dalle proprie famiglie per darli in affido ad amici e conoscenti. Il tutto, naturalmente, dietro compenso.
Le indagini partirono nell’estate del 2018; fu allora che il pm di Reggio Emilia – Valentina Salvi – in seguito a denunce presentate dai servizi sociali verso genitori accusati di essere violenti – decise di dare inizio alle indagini, che coinvolsero medici, psicologi, assistenti sociali e politici. L’ipotesi era che, attraverso falsi documenti e pressioni psicologiche, i servizi sociali riuscissero a plagiare i minori, affinché i genitori venissero screditati e si potesse procedere all’affido, sulla base di ipotetiche violenze, nei fatti mai subite.
Nelle 277 pagine dell’inchiesta si ipotizzavano anche metodi manipolatori cui venivano sottoposti i bambini, con l’obiettivo di allontanarli dai genitori, per poi darli in affido e sottoporli ad un circuito di cure private a pagamento della Onlus piemontese Hansel e Gretel. Il pagamento di queste prestazioni, secondo l’accusa, avveniva senza rispettare le solite procedure d’appalto.
Nella vicenda, vennero indagati: il sindaco del Partito democratico di Bibbiano, Andrea Carletti; la responsabile del servizio sociale integrato dell’Unione di Comuni della Val d’Enza, Federica Anghinolfi; una coordinatrice dello stesso servizio, un’assistente sociale e due psicoterapeuti della Onlus coinvolta. Il totale fu di 27 persone, fra i quali Claudio Foti e sua moglie, gestori del centro “Hansel e Gretel”.
Tra i reati contestati ci furono frode processuale, depistaggio, abuso d’ufficio, maltrattamento su minori, lesioni gravissime, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione e peculato d’uso. Foti venne accusato di aver manipolato la testimonianza di una ragazza durante le sedute di psicoterapia, e di abuso d’ufficio in concorso perché sarebbe stato consapevole che le sedute dovevano essere bandite con un concorso e non affidate direttamente.
Foti nello specifico venne accusato di aver manipolato la ragazza, al fine di convincerla di aver subito abusi sessuali dal padre e di averla sottoposta alla tecnica della Emdr, la discussa “macchina dei ricordi”, “in totale violazione dei protocolli di riferimento”. Questo uno degli episodi di cui si parlò di più, mediaticamente, quando l’inchiesta divenne nota nell’estate del 2019, diventando una delle indagini più citate negli ultimi anni dalla politica.
Foti in primo grado a Reggio Emilia era stato condannato a quattro anni; a giugno 2023 arriva la sentenza di secondo grado che ribalta la precedente. La Corte di Appello di Bologna lo ha infatti assolto da tutte le accuse: per non aver commesso il fatto dall’abuso di ufficio e perché il fatto non sussiste dal reato di lesioni dolose gravi. Confermata anche l’assoluzione dall’accusa di frode processuale.
Nel corso degli anni, Bibbiano diventa terreno di scontro politico. “Parlateci di Bibbiano” diviene uno slogan virale, diffuso sui social. La vicenda entra prepotentemente nella campagna elettorale per le Regionali 2020 in Emilia Romagna. La deputata Maria Teresa Bellucci di Fratelli d’Italia portò il caso in parlamento. Giorgia Meloni, leader FdI e futura Premier, in quei mesi fu molto attiva nel tenere alta l’attenzione sul caso, che coinvolgeva un esponente di un partito avverso, ovvero il Partito Democratico. Anche la Lega si distinse per la durezza delle posizioni sul caso. Matteo Salvini della Lega Nord chiese l’apertura di una commissione nazionale d’inchiesta sulla vicenda. Alessandra Locatelli , che fu ministro per la Famiglia della Lega Nord, chiese l’istituzione di una commissione nazionale d’inchiesta sull’azione dei centri di accoglienza responsabili per i minori. Il deputato leghista Alessandro Morelli si associò in queste richieste. Il M5S utilizzò come tormentone politico l’espressione “Il Partito di Bibbiano”, riferito al Pd. Matteo Renzi, in questo quadro, fu l’unico a esprimersi contro l’utilizzo politico della vicenda giudiziaria.
Dopo 4 anni, infine, giunge l’assoluzione di Claudio Foti: una svolta nell’inchiesta che spinge a ripensare alla strumentalizzazione a fine politico avvenuta all’epoca. come fatto notare dal nostro direttore Matteo Renzi.
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