Psichiatra uccisa: tutti sapevano ma il sistema ha fallito
Psichiatra uccisa. Gianluca Seung: reati e violenze. Tutti sapevano ma il sistema ha fallito
Scambi di mail, documenti trasmessi da un ufficio all’altro e un fitto elenco di enti coinvolti. Ecco perché né il Tso né le misure di sorveglianza sono state eseguite. E l’evitabile è accaduto
«Seung va fermato": è il concetto espresso in una pec inviata dalla Questura di Lucca al Comune di Viareggio e, per conoscenza, alla Prefettura di Lucca, all’Azienda Usl Toscana Nord Ovest e al Commissariato di Polizia di Viareggio.
Una missiva data 4 aprile 2023, benché, in realtà, in epigrafe ci sia un clamoroso refuso. Una marchiano errore corretto dalla firma digitale, ma di per sé indicativo del caos creatosi in questa drammatica storia che di errori ne ha molti e di ben più gravi. Ma è solo il primo cortocircuito (è questa la parola più appropriata) di una serie che copre tra la fine di marzo (quando Gianluca Paul Seung si presenta negli uffici della Questura di Lucca) e il 21 aprile quando, secondo l’accusa, massacra (forse con un mattarello o con un hilmocho nunchakus usato nell arti marziali) la dottoressa Barbara Capovani.
Cosa è accaduto? La dirigente della Questura annota: "Alla luce del suo comportamento pericoloso e recidivo si chiede di valutare un accertamento sanitario per valutarne le condizioni di salute e l’adozione di eventuali necessari od opportuni provvedimenti". Da qui, appunto, l’invio della pec al Comune di Viareggio. L’adozione di un Tso, infatti, come prevede la legge 833 del 1978, è "un provvedimento che viene emanato dal sindaco" sulla base di due certificazioni ("una proposta formulata da un primo medico, che valuta le condizioni del soggetto, e un parere di un medico della Asl, al quale spetta l’eventuale convalida della proposta"). Così non appena ricevuta la pec dalla Questura, l’amministrazione viareggina l’ha "subito inoltrata" agli uffici competenti, vale a dire quelli dell’Asl.
E qui emerge un primo buco nero: Gianluca Paul Seung, nonostante i trascorsi sanitari, non ha un medico di base che possa redigere la prima certificazione necessaria. L’incartamento quindi, a questo punto, passa all’autorità sanitaria. Ma nessuno – stando agli atti che La Nazione ha potuto visionare – firma le due certificazioni necessarie al sindaco ad emettere il Tso. Che fa l’Usl? Secondo quanto riferiscono dalla direzione generale da noi interpellata, "la segnalazione – in cui si raccontavano i fatti e si chiedeva di effettuare ulteriori accertamenti sulla persona – non era passata assolutamente inosservata: era stata inoltrata subito ai vari enti interessati per sollecitare la nomina dell’amministratore di sostegno, fondamentale per eseguire accertamenti sulla persona, vista la sua contrarietà agli stessi". A chi spetta la nomina dell’amministratore di sostegno? Al giudice tutelare del Tribunale di Lucca. E in effetti, come confermano sempre dalla direzione generale dell’Azienda Usl Toscana Nord Ovest, "una settimana dopo quella segnalazione, il 13 aprile era stato nominato come amministratore di sostegno un legale, che però poi ha rifiutato la nomina, come altri successivamente". Nessuno, quindi, si prende carico di Seung. E lui resta libero di circolare, salire su un treno e da Torre del Lago raggiungere Pisa. Attendere, per due giorni, che la dottoressa Capovani esca dal reparto e colpirla, ripetutamente alla testa e al volto, fino a massacrala. Cancellando, forse, nel suo delirio i mostri che affollavano la sua mente. Un cortocirucito da qualunque angolazione lo si guardi.
Un percorso, quello di Seung dall’ospedale verso casa, che è stato notato da alcuni passanti. Ci sono dunque altre persone che lo avrebbero visto in quel venerdì che ha cambiato molte vite, una vicino al Santa Chiara e l’altra quando era già più lontano. "Sembrava nascondesse qualcosa". Forse proprio l’arma, mai ritrovata. L’uomo - come ricostruisce uno dei suoi legali, l’avvocato Parrini - dopo l’assoluzione per l’aggressione al vigilante al Tribunale di Lucca - avrebbe avuto a metà maggio l’udienza davanti al magistrato di sorveglianza per verificarne la pericolosità sociale e applicare eventualmente una misura di sicurezza. Potrebbe essere legata proprio a questo l’aggressione così violenta alla dottoressa Capovani che aveva firmato la sua dimissione, nel 2019, con una diagnosi che di fatto lo avrebbe reso invece imputabile? Una domanda che resta per ora senza un perché.
Dal Web la Nazione
Seung andava fermato, furono disposti un Tso e misure di sicurezza. Mai attuati: perché?
Seung andava fermato, furono disposti un Tso e misure di sicurezza. Mai attuati: perché?
Nelle ultime settimane si erano mossi la questura e il tribunale di Lucca. Ma l’iter per l’attuazione dei provvedimenti è andato a rilento. Autopsia: una decina di colpi alla testa, forse utilizzato un mattarello
Lucca, 29 aprile 2023 – Nemmeno un mese prima dell’aggressione alla dottoressa Barbara Capovani, era stata fatta richiesta di Tso su Gianluca Paul Seung, ma qualcosa si è ingolfato. Ad avanzarla era stata la questura di Lucca, dopo che il 35enne aveva seminato il caos negli uffici. Questo è solo uno degli ultimi retroscena che emergono intorno all’uomo di Torre del Lago, notoriamente problematico, accusato di aver aggredito a morte la dottoressa Barbara Capovani, la sera del 21 aprile, fuori dal reparto di psichiatria al Santa Chiara di Pisa. Mentre Seung tace, oggi tutto il resto parla di lui. Dei suoi fantasmi, dei suoi vizi mentali, della sua storia e dei suoi precedenti, di cosa si poteva fare per fermarlo, e quindi ci si chiede se è stato fatto tutto o qualcosa è sfuggito.
Domande che nascono con facilità, alle quali rispondere è però più complicato. Ciò che si può fare è ricostruire i vari tasselli di questa storia, che nasce molto prima di quel tragico venerdì sera. Gianluca Paul Seung, è stato detto a ripetizione negli ultimi giorni, ha nel suo curriculum vari episodi di aggressioni. Sosteneva pesanti teorie complottiste che spesso trovavano spazio sui social, ma altrettanto spesso si concretizzavano in querele ed esposti che portava negli uffici di varie procure, nei tribunali, anche a costo di violare divieti e fogli di via. È proprio per questo che il 30 marzo Seung era andato in questura a Lucca. Per sporgere denuncia. Non si sa verso chi o per quale motivo, ma dopo discorsi sconnessi e deliranti, quando gli animi hanno iniziato a scaldarsi, ha estratto lo spray al peperoncino dalla tasca spruzzandolo addosso ai presenti. Un episodio che non stupì più di tanto e non fece scalpore. Quel tipo di reazioni da parte sua erano note alle forze dell’ordine. In quel caso venne denunciato e mandato via, se la cavò così.
Poi, però, dalla stessa questura sarebbe partita una richiesta di Tso al Comune di residenza, quindi Viareggio (indirizzata per conoscenza anche a prefettura e ospedale), ma non avrebbe avuto seguito. Il motivo non è noto. Così come non si sa ancora a che punto fosse arrivato l’iter per attuare le misure di sicurezza disposte nei confronti di Seung dal giudice di Lucca, alla fine di uno degli ultimi processi a suo carico, in merito a un’aggressione avvenuta nel 2022 verso il vigilante del tribunale lucchese. Seung era stato assolto perché secondo la perizia psichiatrica era "incapace di intendere e di volere". Ma alla luce di un’accertata "pericolosità sociale" il giudice aveva disposto le misure di sicurezza: libertà vigilata o ricovero in una struttura. Da quanto appreso l’iter era iniziato: a gennaio di quest’anno la sentenza era diventata definitiva e a febbraio era stata trasmessa dal pm delle esecuzioni di Lucca al magistrato di sorveglianza (competenza della Procura di Pisa). Mancavano gli ultimi step, non proprio immediati: la conferma della pericolosità e l’esecuzione della misura tramite il centro di salute mentale competente. Intanto, nelle scorse ore, è stata eseguita l’autopsia sul corpo martoriato della psichiatra. Secondo quando emerge da fonti investigative l’arma utilizzata per il delitto potrebbe essere un mattarello da cucina, probabilmente in legno.
Un utensile brandito con ferocia, prima colpendo Capovani alla testa e poi finendola con una decina di colpi anche sul volto. Una sequenza dell’orrore che non ha lasciato scampo alla dottoressa. E il delitto di Barbara Capovani scuote l’intero Paese: molte altre città, dopo l’iniziativa partita da Pisa, stanno organizzando per mercoledì prossimo fiaccolate silenziose per le strade del centro. Una marcia funebre per ricordare la psichiatra pisana, ma anche per denunciare i continui rischi degli operatori sanitari, sia in corsia che negli ambulatori.
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Psichiatra uccisa. Gianluca Seung: reati e violenze. Tutti sapevano ma il sistema ha fallito
Scambi di mail, documenti trasmessi da un ufficio all’altro e un fitto elenco di enti coinvolti. Ecco perché né il Tso né le misure di sorveglianza sono state eseguite. E l’evitabile è accaduto.
Firenze, 30 aprile 2023 – «Seung va fermato": è il concetto espresso in una pec inviata dalla Questura di Lucca al Comune di Viareggio e, per conoscenza, alla Prefettura di Lucca, all’Azienda Usl Toscana Nord Ovest e al Commissariato di Polizia di Viareggio.
Una missiva data 4 aprile 2023, benché, in realtà, in epigrafe ci sia un clamoroso refuso. Una marchiano errore corretto dalla firma digitale, ma di per sé indicativo del caos creatosi in questa drammatica storia che di errori ne ha molti e di ben più gravi. Ma è solo il primo cortocircuito (è questa la parola più appropriata) di una serie che copre tra la fine di marzo (quando Gianluca Paul Seung si presenta negli uffici della Questura di Lucca) e il 21 aprile quando, secondo l’accusa, massacra (forse con un mattarello o con un hilmocho nunchakus usato nell arti marziali) la dottoressa Barbara Capovani.
Cosa è accaduto? La dirigente della Questura annota: "Alla luce del suo comportamento pericoloso e recidivo si chiede di valutare un accertamento sanitario per valutarne le condizioni di salute e l’adozione di eventuali necessari od opportuni provvedimenti". Da qui, appunto, l’invio della pec al Comune di Viareggio. L’adozione di un Tso, infatti, come prevede la legge 833 del 1978, è "un provvedimento che viene emanato dal sindaco" sulla base di due certificazioni ("una proposta formulata da un primo medico, che valuta le condizioni del soggetto, e un parere di un medico della Asl, al quale spetta l’eventuale convalida della proposta"). Così non appena ricevuta la pec dalla Questura, l’amministrazione viareggina l’ha "subito inoltrata" agli uffici competenti, vale a dire quelli dell’Asl.
E qui emerge un primo buco nero: Gianluca Paul Seung, nonostante i trascorsi sanitari, non ha un medico di base che possa redigere la prima certificazione necessaria. L’incartamento quindi, a questo punto, passa all’autorità sanitaria. Ma nessuno – stando agli atti che La Nazione ha potuto visionare – firma le due certificazioni necessarie al sindaco ad emettere il Tso. Che fa l’Usl? Secondo quanto riferiscono dalla direzione generale da noi interpellata, "la segnalazione – in cui si raccontavano i fatti e si chiedeva di effettuare ulteriori accertamenti sulla persona – non era passata assolutamente inosservata: era stata inoltrata subito ai vari enti interessati per sollecitare la nomina dell’amministratore di sostegno, fondamentale per eseguire accertamenti sulla persona, vista la sua contrarietà agli stessi". A chi spetta la nomina dell’amministratore di sostegno? Al giudice tutelare del Tribunale di Lucca. E in effetti, come confermano sempre dalla direzione generale dell’Azienda Usl Toscana Nord Ovest, "una settimana dopo quella segnalazione, il 13 aprile era stato nominato come amministratore di sostegno un legale, che però poi ha rifiutato la nomina, come altri successivamente". Nessuno, quindi, si prende carico di Seung. E lui resta libero di circolare, salire su un treno e da Torre del Lago raggiungere Pisa. Attendere, per due giorni, che la dottoressa Capovani esca dal reparto e colpirla, ripetutamente alla testa e al volto, fino a massacrala. Cancellando, forse, nel suo delirio i mostri che affollavano la sua mente. Un cortocirucito da qualunque angolazione lo si guardi.
Un percorso, quello di Seung dall’ospedale verso casa, che è stato notato da alcuni passanti. Ci sono dunque altre persone che lo avrebbero visto in quel venerdì che ha cambiato molte vite, una vicino al Santa Chiara e l’altra quando era già più lontano. "Sembrava nascondesse qualcosa". Forse proprio l’arma, mai ritrovata. L’uomo - come ricostruisce uno dei suoi legali, l’avvocato Parrini - dopo l’assoluzione per l’aggressione al vigilante al Tribunale di Lucca - avrebbe avuto a metà maggio l’udienza davanti al magistrato di sorveglianza per verificarne la pericolosità sociale e applicare eventualmente una misura di sicurezza. Potrebbe essere legata proprio a questo l’aggressione così violenta alla dottoressa Capovani che aveva firmato la sua dimissione, nel 2019, con una diagnosi che di fatto lo avrebbe reso invece imputabile? Una domanda che resta per ora senza un perché.
Seung andava fermato, furono disposti un Tso e misure di sicurezza. Mai attuati: perché?
29 apr 2023
Seung andava fermato, furono disposti un Tso e misure di sicurezza. Mai attuati: perché?
Nelle ultime settimane si erano mossi la questura e il tribunale di Lucca. Ma l’iter per l’attuazione dei provvedimenti è andato a rilento. Autopsia: una decina di colpi alla testa, forse utilizzato un mattarello
Lucca, 29 aprile 2023 – Nemmeno un mese prima dell’aggressione alla dottoressa Barbara Capovani, era stata fatta richiesta di Tso su Gianluca Paul Seung, ma qualcosa si è ingolfato. Ad avanzarla era stata la questura di Lucca, dopo che il 35enne aveva seminato il caos negli uffici. Questo è solo uno degli ultimi retroscena che emergono intorno all’uomo di Torre del Lago, notoriamente problematico, accusato di aver aggredito a morte la dottoressa Barbara Capovani, la sera del 21 aprile, fuori dal reparto di psichiatria al Santa Chiara di Pisa. Mentre Seung tace, oggi tutto il resto parla di lui. Dei suoi fantasmi, dei suoi vizi mentali, della sua storia e dei suoi precedenti, di cosa si poteva fare per fermarlo, e quindi ci si chiede se è stato fatto tutto o qualcosa è sfuggito.
Domande che nascono con facilità, alle quali rispondere è però più complicato. Ciò che si può fare è ricostruire i vari tasselli di questa storia, che nasce molto prima di quel tragico venerdì sera. Gianluca Paul Seung, è stato detto a ripetizione negli ultimi giorni, ha nel suo curriculum vari episodi di aggressioni. Sosteneva pesanti teorie complottiste che spesso trovavano spazio sui social, ma altrettanto spesso si concretizzavano in querele ed esposti che portava negli uffici di varie procure, nei tribunali, anche a costo di violare divieti e fogli di via. È proprio per questo che il 30 marzo Seung era andato in questura a Lucca. Per sporgere denuncia. Non si sa verso chi o per quale motivo, ma dopo discorsi sconnessi e deliranti, quando gli animi hanno iniziato a scaldarsi, ha estratto lo spray al peperoncino dalla tasca spruzzandolo addosso ai presenti. Un episodio che non stupì più di tanto e non fece scalpore. Quel tipo di reazioni da parte sua erano note alle forze dell’ordine. In quel caso venne denunciato e mandato via, se la cavò così.
Poi, però, dalla stessa questura sarebbe partita una richiesta di Tso al Comune di residenza, quindi Viareggio (indirizzata per conoscenza anche a prefettura e ospedale), ma non avrebbe avuto seguito. Il motivo non è noto. Così come non si sa ancora a che punto fosse arrivato l’iter per attuare le misure di sicurezza disposte nei confronti di Seung dal giudice di Lucca, alla fine di uno degli ultimi processi a suo carico, in merito a un’aggressione avvenuta nel 2022 verso il vigilante del tribunale lucchese. Seung era stato assolto perché secondo la perizia psichiatrica era "incapace di intendere e di volere". Ma alla luce di un’accertata "pericolosità sociale" il giudice aveva disposto le misure di sicurezza: libertà vigilata o ricovero in una struttura. Da quanto appreso l’iter era iniziato: a gennaio di quest’anno la sentenza era diventata definitiva e a febbraio era stata trasmessa dal pm delle esecuzioni di Lucca al magistrato di sorveglianza (competenza della Procura di Pisa). Mancavano gli ultimi step, non proprio immediati: la conferma della pericolosità e l’esecuzione della misura tramite il centro di salute mentale competente. Intanto, nelle scorse ore, è stata eseguita l’autopsia sul corpo martoriato della psichiatra. Secondo quando emerge da fonti investigative l’arma utilizzata per il delitto potrebbe essere un mattarello da cucina, probabilmente in legno.
Un utensile brandito con ferocia, prima colpendo Capovani alla testa e poi finendola con una decina di colpi anche sul volto. Una sequenza dell’orrore che non ha lasciato scampo alla dottoressa. E il delitto di Barbara Capovani scuote l’intero Paese: molte altre città, dopo l’iniziativa partita da Pisa, stanno organizzando per mercoledì prossimo fiaccolate silenziose per le strade del centro. Una marcia funebre per ricordare la psichiatra pisana, ma anche per denunciare i continui rischi degli operatori sanitari, sia in corsia che negli ambulatori.
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