La Lista Dei Servizi Segreti: Draghi A Caccia Di Dissidenti

La Lista Dei Servizi Segreti: Draghi A Caccia Di Dissidenti Lista Dei Servizi Segreti Come saprete, è uscita la lista dei servizi segreti con la quale Draghi dà la caccia ai dissidenti. Non ha affatto convinto la conferenza stampa tenuta nei giorni scorsi dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai servizi (segreti, così venivano chiamati un tempo!) sulla lista dei “filo-putiniani”. Il più alto funzionario del Viminale è sembrato più preoccupato per la fuga di notizie e più concentrato a trovare le talpe, che a spiegare il perché di una questa schedatura. Nessuno dall’entourage di Draghi ha ancora spiegato la natura del documento uscito dalle segrete stanze degli uffici della presidenza del Consiglio, chi ha commissariato quella lista, l’elenco completo dei nomi e soprattutto a cosa serviva avere i nomi dei dissidenti. A rendere la storia ancora più torbida è stato il documento che ha fatto uscire il Copasir, (comitato parlamentare per la sicurezza), che non corrisponde a quello in possesso dal Corriere, solo in parte reso pubblico. Infatti nelle pagine (7) desecretate dai servizi – con il titolo “Speciale disinformazione nel conflitto russo-ucraino, periodo 15 aprile -15 maggio” – non ci sono alcuni nomi usciti sul Corriere, come il senatore Vito Rosario Petrocelli, Alessandro Orsini, Manlio Dinucci, Laura Ruggeri, Maurizio Vezzosi, Claudio Giordanengo e Maria Dubovikova, o siti di contro-informazione come Byoblu! Nella “Official Draghi’s list” ci sono solo Alberto Fazolo e Giorgio Bianchi. Da quello che trapela nel report dei servizi si parla di una lunga serie di nomi, non solo di filo-putiniani, ma anche di semplici voci anti-governative e contestatori di Draghi. Si analizzano canali Telegram, parlamentari, senatori e giornalisti, attivisti ed intellettuali, un vero e proprio dosseraggio contro il dissenso. Si analizzerebbe anche l’intervista su Rete4 a Sergej Lavrov. I servizi arriverebbero a preoccuparsi dei favori popolari al ministro russo “Hanno immediatamente acquisito rilevanza gli hashtag #Rete4 e #ZonaBianca, in associazione ai quali si registrano sia posizioni favorevoli che contrarie a quanto sostenuto da quel Ministro”. Insomma, un vero e proprio lavoro di controllo e spionaggio, una schedatura mirata al controllo e alla sorveglianza totale delle opposizioni. Una nuova Stasi all’italiani, o forse, visto i tempi che corrono, ancora un passo in avanti verso il nuovo modello “made in China”! Italia mensile. It
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