Il Consiglio comunale aperto di Lucca, dedicato alla sanità, è stato
un’occasione importante soprattutto per gli amministratori che hanno
potuto ascoltare la voce degli operatori quotidianamente impegnati nei
pronto soccorso e nei reparti degli ospedali. E’ stata un’opportunità
per la politica di comprendere la complessità di un mondo mandato in
crisi dalle assurde politiche della Sinistra che ha tagliato presidi
sanitari e ridotto servizi di base. Il problema della sanità toscana non
è solo la mancanza di risorse finanziarie ma anche la scelta di errati
modelli organizzativi, che non rispondono alle esigenze dei cittadini.
Un caos organizzativo che si palesa con tutta la sua forza nei Pronto
Soccorso, come ricorda anche il consigliere Diego Petrucci, componente
della commissione sanità. Dal Consiglio comunale aperto è emerso il
ruolo del sindaco Pardini come punto di riferimento, una guida della sua
comunità, a cui non solo non ha nascosto nulla ma a cui ha aperto le
porte della conoscenza. Queste iniziative dovrebbero essere ripetute
nell’intera provincia, a cominciare dalla Piana di Lucca nella quale lo
stesso Pardini ricopre il ruolo di Presidente della Conferenza zonale
Asl. Bisogna far quadrato tutti assieme: sindaci, sindacati, lavoratori
della sanità e cittadini per una mobilitazione permanente, per
affrontare problemi non più rimandabili. Tra l’atro, e lo abbiamo
sperimentato come Fratelli d’Italia nella redazione degli Stati Generali
della Salute, il confronto fa bene anche alle idee. La provincia di
Lucca deve ringraziare il cielo di avere una rete capillare di
associazioni di volontariato ed enti del terzo settore in grado di
offrire welfare immediato e disinteressato a fronte dei tagli ai
servizi. Tagli che fanno diventare il concetto di sanità pubblica una
astratta chimera, e un monumento al passato l’articolo 32 della
Costituzione italiana che recita “La Repubblica tutela la salute come
fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e
garantisce cure gratuite agli indigenti.” La sanità regionale ha bisogno
di più medici e infermieri, di rapporti più stretti con i territori,
non trascurando quelli più svantaggiati. E non si può continuare a
raccontare ai toscani che vivono nel miglior sistema sanitario del
mondo, se poi per avere una prestazione nelle strutture pubbliche si
scontrano con liste d’attesa infinite. E così, nonostante paghino
regolarmente le tasse, sono costretti ad aprire il portafoglio per
rivolgersi al privato.