GLI SPALTI NON SONO UN PARCO NATURALE, NE' UN AMBIENTE AGRARIO.

Mi permetto di incollare un intervento di Italia Nostra risalente al maggio 2020. Oggi si tende a voler imporre un unico punto di vista, ma la questione è molto meno scontata di quanto i fautori dell'erba alta vorrebbero dimostrare. Il pesante fuoco di fila cui è stato sottoposto il movimento Per Lucca, che ha osato mettere in discussione il pensiero egemonico degli "erbalunghisti" merita a mio avvisto, una serie di risposte da parte dei moltissimi che hanno considerato i cosiddetti "corridoi ecologici" una vera offesa al monumento e che, forse spaventati da una minoranza urlante, hanno per ora tenuto un profilo fin troppo basso. 
Italia Nostra Onlus di Lucca boccia l’iniziativa del Comune di non procedere allo sfalcio del fosso sugli spalti delle Mura. La sperimentazione non piace: “Abbiamo letto l’articolo firmato dal Comitato di San Concordio a proposito dello sfalcio drastico, voluto dal Comune, nella zona umida che affianca via Savonarola a San Concordio, un intervento contro ogni logica ambientale e paesaggistica in un contesto fragile come quello dei Chiariti. Lo stesso Comune, ha invece promosso una non ragionevole iniziativa naturalistica nel contesto monumentale delle Mura, un elemento architettonico totalmente progettato ai fini di difesa militare della città, ovvero un contesto non propriamente naturalistico”. “Le Mura, maggior monumento di Lucca, sono edificate con mattoni, alberi e prati sagomati con canali e terrapieni che nel loro insieme formano l’architettura del complesso – sostiene Italia Nostra -. I prati pertanto altro non sono che architettura militare e quindi, come previsto dal vincolo monumentale posto dal Ministero dei Beni Culturali, non si prevede alcuna trasformazione di immagine, ma il restauro e la manutenzione del monumento nella sua interezza. La proposta di non falciare l’erba sui bordi dei fossi degli spalti allo scopo di creare dei corridoi biologici altro non è che il frutto di una mancanza di conoscenza dell’onere di mantenere un bene culturale. Non è previsto trattare un’architettura militare formata di terra come un campo di patate, senza rispetto della storia e del vincolo che tutela la natura del sito”. “Se passa il concetto di modificare secondo velleità romantiche prive di un imprinting culturale – prosegue Italia Nostra -, domani potremo aspettarci di vedere intonacare i mattoni delle cortine o ingrandire le casermette di un paio di piani. E’ grave – sostiene ancora la Onlus – che l’amministrazione comunale, che è chiamata a custodire e valorizzare questo straordinario bene, unico a livello mondiale, non sia in grado di capire l’enorme valore del monumento, orgoglio e risorsa della città, che la identifica nel mondo come la Torre pendente per Pisa. E’ incredibile che ancora non ci si renda conto di quale risorsa le Mura urbane siano per la città e si tenti in tutti i modo di insultarle. Purtroppo la mancanza di una conoscenza dei beni culturali porta a politiche suicide per Lucca”.
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