Associazione Senza confini


Dopo la recente disperata e disperante lettera sottoscritta da 288 medici delle realtà di pronto soccorso di tutta la Toscana riteniamo che siamo andati oltre ogni limite di sopportazione umana e professionale sia dal punto di vista degli operatori sanitari che dal versante dell’utenza. Tutti i dati ormai lo dimostrano. Basta parole e promesse mai mantenute.

Bastava fare una visita al pronto soccorso o provare a prenotare un esame diagnostico o una visita specialistica per comprendere la gravità della situazione. Bastava andare nei quartieri di S. Anna o di S. Vito o altri per toccare con mano la cancellazione dei distretti sociosanitari e il vuoto evidente di strutture di medicina preventiva e territoriale. E così via fino a risalire alle scelte regionali e nazionali degli ultimi decenni e confermati dal Governo attuale di sostanziale taglio di posti letto e personale, in una logica tutta ormai succube dei parametri aziendalistici che hanno di fatto svuotato la stessa legge 833/78.

Si sono aumentate in questi anni le spese militari a danno della sanità e dell’istruzione e ancora oggi si trovano i soldi per inviare armi sui territori di guerra ma non si trovano per assumere medici ed infermieri. E sono evidenti le contraddizioni di tutte le forze politiche che a Roma fanno una cosa e a livello locale ne sostengono un’altra salvo poi adeguarsi alle scelte nazionali. Non possiamo più subire inermi il processo di privatizzazione della sanità pubblica, con il taglio di 37,5 miliardi effettuati dai governi negli ultimi 17 anni, per favorire la sanità privata e il circuito affaristico che l’alimenta. Una sola cosa resta da fare: esattamente il contrario di ciò che è stato fatto finora e si continua a fare.

Noi chiediamo:

  1. Alt al disegno di legge sull’autonomia differenziata perché aggraverebbe ulteriormente le differenze a danno delle realtà e dei soggetti più deboli a cominciare dalla salute

  2. Piano nazionale straordinario e strutturale di investimenti per assumere il personale medico e infermieristico necessario riducendo drasticamente le spese militari

  3. Riorganizzazione immediata ed eccezionale a livello locale, con un ruolo attivo e propulsivo della Conferenza dei sindaci, del Pronto Soccorso, con misure di emergenza e strutturali, e piano straordinario da concordare con la Regione Toscana, la ASL e con le organizzazioni sindacali e dei medici tutti, per ridurre tempi di attesa per visite ed esami e riportare i distretti socio sanitari nei quartieri e nelle zone dove sono stati smantellati, per dare risposte ai problemi come quello della riabilitazione e del dopo dimissioni ospedaliere.

  4. Ripristino del diritto alla salute e alla libertà di cura anche attraverso il rafforzamento della medicina preventiva e territoriale, a cominciare dall’uso a fini sociosanitari della realtà di Campo di Marte e dalla creazione di presidi di primo soccorso sul territorio in modo omogeneo.

  5. Consulta delle realtà professionali, sindacali e sociali interessate, di rappresentanze e associazioni dei cittadini-utenti per il monitoraggio costante della situazione e del percorso eventualmente individuato e condiviso.


Chiediamo al Consiglio Comunale di procedere su questa strada invertendo la rotta ma se questo non avverrà crediamo che sarà necessario aprire una vera e propria Vertenza Salute a Lucca, come nel resto d’Italia, con la mobilitazione necessaria.

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