In Italia mancano 250mila infermieri

Pronto soccorsi affollati, posti letto mancanti e fuga di medici e personale sanitario. Sebbene la fine della pandemia del Covid-19 abbia consentito la ripresa a pieno regime delle attività dei vari settori, ha enfatizzato il problema relativo alla mancanza dei medici in Italia. Il centro di ricerca CREA Sanità ha calcolato che mancano circa 30mila medici e 250mila infermieri per stare al passo con i migliori paesi europei. Secondo la Società Italiana di medicina d’emergenza urgenza, nei pronto soccorsi italiani mancano circa 4200 medici; nel corso del 2022 una media di circa 100 medici al mese hanno rassegnato le dimissioni. Per risolvere il problema occorrerebbe assumere 15 mila medici e 30-40 mila infermieri all’anno per un decennio. Tra gli ostacoli alla risoluzione del problema vi è probabilmente il numero chiuso a Medicina. Per quanto ogni anno venga calcolato dal Ministero dell’Università e della ricerca il fabbisogno nazionale per il personale sanitario, il numero dei posti calcolati appare insufficiente. Nel 2022, sono stati messi a bando 14.740 posti per la facoltà di medicina e, anche se in netto rialzo rispetto agli anni precedenti, per il sindacato dei medici sarebbero circa 1000 posti in meno rispetto al reale fabbisogno. La situazione in Veneto Nella Regione Veneto, la situazione non si presenta più rosea rispetto al resto del Paese. Attualmente sono già 670 le zone del territorio ad essere solo parzialmente coperte da medici di base e pediatri. I ricercatori Stefano Dal Pra Caputo e Francesco Peron che hanno elaborato i dati ufficiali dell’Istat, del Ministero della Sanità e dell’Agenzia per i servizi sanitari regionali, hanno appurato che la situazione si aggraverà ulteriormente, raggiungendo il suo apice nel 2023-2034, a causa dell’incremento dei pensionamenti dei medici. Alcuni consiglieri regionali del PD intervenuti sul tema denunciano “il rischio reale della rottura del sistema”. Un problema europeo Tuttavia, è uno spaccato di una carenza che non è solo italiana ma che coinvolge l’intero continente europeo. L’invecchiamento della popolazione, i bassi indici di natalità italiana e la difficoltà ad attrarre “talenti” provenienti dall’estero rispetto ai Paesi competitor non consente di prospettare miglioramenti nel breve-medio periodo in assenza di interventi risolutivi. Il quotidiano “Avvenire” ricorda alcuni esempi di questa gara per accaparrarsi i talenti nel settore sanitario: lo Stato di Victoria in Australia offre un pacchetto di 10.000 dollari a chi si trasferisce dall’estero; il Canada promuove fiere di eventi in India e Filippine per reclutare; il Regno Unito offre uno sconto sulla tassa per il rilascio dei visti d’ingresso. Con una nota finale: questa gara ha comunque un perdente assicurato. “L’emorragia di medici e infermieri ha raggiunto livelli preoccupanti in 47 paesi del mondo: trentatré di questi sono africani”.
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