Qualche giorno fa su Lucca in Diretta è stata pubblicata una mia nota sul “piano regolatore” della città.
L’altro ieri un amico mi ha chiamato per dirmi se avevo letto i relativi commenti sulla pagina Facebook dello stesso giornale on-line. Commenti che, invece, solitamente non seguo.
Perché devo leggere offese che vanno oltre il limite consentito da una sopportazione media, talvolta molto pesanti, scritte da personaggi spesso sconosciuti, per lo più addirittura nascosti da profili finti? Oppure da squallidi ominidi che giocano alla tifoseria senza però avere una squadra del cuore, ma seguendo la convenienza del momento?
Non critiche, che sarebbero legittime, al pensiero espresso dalla persona che scrive, che ci mette firma e faccia, macché, si offende pesantemente, direttamente la persona, senza nemmeno leggere. A prescindere. Ma questo che senso ha, se non la gratuità dell’offesa?
Mi chiedo anche che valore (o dis-valore) possa avere, per un giornale, dare in pasto le notizie a famelici leoni da tastiera che, ahimè, si aggirano sempre più numerosi nell’anfiteatro social.
Che servizio porta alla comunità?
Like, maggiore frequentazione della pagina?
Quanti, dicevo, tra coloro che commentano, leggono prima l’articolo?
Nemmeno ti conoscono, ma ti insultano.
Ma sì! Insulto, quindi esisto.
Purtroppo, questi commenti-offese-gratuite son divenuti ormai da anni ricettacolo di sporcizia, di degrado periferico, di grettezze e bugie, di insulti illustrati con brutte gif animate. Si inala il disprezzo. Si respira aria pesante, batteriologicamente impura.
Criticare, giudicare, biasimare… non ci tiriamo mica indietro! Ma da un po’ di tempo se intervieni sulla stampa on-line, per esprimere un pensiero, devi mettere in conto un ritorno di escrementi puzzolenti, una dose di gratuito disprezzo fatta di offese a prescindere. Penso inoltre, solo per fare un esempio: ma che effetto può fare, ai figli dei bersagliati di offese, leggere tanta cattiveria verso i genitori?
Appartieni a coloro che hanno perso le elezioni e hai anche il coraggio di parlare?
Non solo le amministrative, ma hai perso pure le elezioni politiche e pretendi ancora di esprimere un parere?
“Mi fai vomitare!”
Ci rendiamo conto di quanto sia pericoloso lasciar passare con leggerezza l’idea che tutto si riconduca a contrapposizione, con vincitori e perdenti, in un forsennato agonismo che appiattisce ogni sfumatura, che non ammette l’affermazione di alcuna dignità per le minoranze?
E poi, queste offese così pesanti, a cosa servono? Come sfogatoio per esseri frustrati, annoiati, rinsecchiti dentro, arrabbiati al punto che nemmeno l’onanismo 4.0 riesce più a distendere?
E allora, chiudo qui questo mio sfogo, ma lo faccio augurando comunque a tutti i commentatori malevoli e volgari tanta felicità: che la pace sia con voi, tutta la mia pace!
https://www.facebook.com/serena.mammini
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