A Lucca assessore e sindaco spaventati dalla cultura e dal pluralismo


A proposito di cultura e in particolare della “settima arte”, ci viene in mente “Codice d’onore”, film dove Jack Nicholson, nei panni di un alto ufficiale della marina americana chiamato alla sbarra, sotto pressione e schiumoso di rabbia, per difendere la propria idea di potere perde il controllo dando così di sé un’immagine povera e brutale, ammettendo la propria responsabilità e quella del sistema che pensa di rappresentare.

     Mutatis mutandis, un diverso personaggio, ma a cui è stato affidato un importante incarico nella vita istituzionale di Lucca, preso questa volta dall‘eccitazione e dalla febbre di potere dopo le recenti vittorie elettorali, senza più freni sbotta sulla necessità di “finire il nemico”, cioè la sinistra.

     Senza accorgersene, dimentico del proprio, rende pubblica la sua visione della destra, facendo intendere che questa si fondi sulla negazione del valore della cultura e dell’informazione libera, il che tradotto significa che perni del potere siano l’ignoranza e la disinformazione.  Avevamo un vago sospetto che così fosse ma ora ne siamo certi, e fuor di metafora!

      Ed è difficile sperare che qualcuno della sua parte gli faccia notare che si è spinto un po’ troppo avanti, che i tempi non sono ancora maturi per poter fare di queste affermazioni senza che suscitino almeno una dovuta indignazione! 

     Difficile che lo faccia il Sindaco, al quale avremmo voluto chiedere cosa pensasse delle deleghe assegnate, ma che oggi per tutta risposta tuona contro un’informazione laica che ha visto gli studenti delle medie superiori impegnati nella comprensione della complessa questione delle Foibe e del confine orientale.

     Crediamo che sia tempo che la sinistra, che si riconosce nei valori costituzionali e quindi dell’antifascismo, al contrario di quanto auspicato ritrovi tutta la sua cultura, della quale è ricca da sempre, e forte di questo valore insieme a quello di una informazione libera e plurale faccia argine contro ogni pulsione autoritaria e antidemocratica.  


Ma nel frattempo andremo al cinema, magari a rivedere, tanto per restare in tema, “Chi ha incastrato Roger Rabbit”.


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