Rolf Sorensen, il "vichingo" che
da ragazzo frequentava il liceo ad Helsinge nella contea di Frederiksborg
strappato agli studi dalla sua grande voglia di emergere nel ciclismo, perché
la bicicletta in Danimarca è una identità genetica dei suoi abitanti. Cultura
però non vuol dire competizione e per sfondare nel mondo delle due ruote il
sistema migliore era per lui trasferirsi a correre in Italia o in Belgio dove
c'erano le squadre più forti. Nelle categorie giovanili si esprimeva con
successi a ripetizione e tempi rilevanti soprattutto nelle crono individuali.
Tutto ad un tratto i suoi sogni cominciarono ad alimentarsi.
"Merito di Fanini - dice prontamente l'ex biondone danese -un manager unico, capace di anticipare i tempi e di tirare fuori il meglio da ogni ciclista. Le nostre strade si incrociarono quando da juniores in una gara danese riscossi la sua fiducia al termine di una corsa dove detti il meglio di me stesso, sapendo della sua presenza. Al mattino mi classificai quarto ed i primi cinque si qualificavano per la crono individuale del pomeriggio per il proverbiale confronto con i dilettanti di categoria superiore. Ebbene fra lo stupore generale e ripeto! alla presenza di Ivano Fanini, vinsi io e quel successo convinse il dirigente lucchese a portarmi in Italia"
Chi fu il mediatore tra lei e Fanini?
" Il mio connazionale Ole Ritter, ex ciclista professionista e pistard di successo. Colui che da corridore detenne anche il record dell'ora poi superato da un certo Eddy Merckx. Nel corso di una cena presentò a mio padre Jens, scomparso di recente, questa opportunità e così chiusi con il liceo passando all'Università del ciclismo. Lo stesso Ole Ritter da lì a pochi anni si trasferì a Lucca diventando un allenatore dei corridori danesi ingaggiati di Fanini."
ADOTTATO DALLA FAMIGLIA FANINI
Il movimento ciclistico Fanini era nei primi anni 80 uno dei più importanti a livello nazionale. In questa sfrenata passione tutti si adoperavano per far sentire a proprio agio i giovani ciclisti. Rolf Sorensen si vedeva che aveva talento e poi dimostrava una straordinaria passione che coltivava dalla prima infanzia. Nelle categorie dilettantistiche era forte allo sprint ma resisteva anche nelle corse più dure con il pregio di mantenere alta l'andatura nel finale di gara. Anni di successi festeggiati ogni volta nella frazione di Segromigno Piano, dove aveva luogo la sede storica delle squadre Fanini.
"Ricordo come fosse ieri la grande umanità di Lorenzo Fanini, il padre dei fratelli Pietro, Michele , Ivano e Brunello. Michele, ottimo meccanico, mi preparava la bicicletta e gli altri fratelli mi seguivano con entusiasmo alle corse. È grazie ad Ivano Fanini che mi portò in Italia ed al supporto dei suoi fratelli Pietro e Michele che sono sfondato nel ciclismo a grandi livelli. Sono loro che mi hanno adottato e che hanno consentito ai più forti ciclisti danesi di mettersi in luce".
Combattivo, carismatico e capace di gestire la corsa. Soffriva soltanto nelle pendenze più dure dei valichi alpini, altrimenti sarebbe stato completo. Il suo esordio nel Prof. a 20 anni nella Murella-Fanini quando colse le prime delle 66 vittorie in carriera, aggiudicandosi la Scandinavian Open Road Race ed il campionato in linea danese. Ma la vera esplosione avvenne l'anno dopo.
NEL 1987 REGALO' A FANINI IL SUCCESSO NELLA TIRRENO ADRIATICO
Nel 1987 fu la Remac lo sponsor abbinato a Fanini. Con questi colori avvenne la grande esplosione del biondone danese che prima si aggiudicò il Grand Prix Cerami e poi da dominatore la Tirreno-Adriatico vincendo la 6° tappa nella crono individuale di S. Benedetto del Tronto e poi la classifica finale. Sbocciò una stella, costruita ed alimentata dall'intuizione, dalla passione e dalla competenza ciclistica di Ivano Fanini che per la prima volta vedeva un suo ciclista contendere il successo ai grandi del ciclismo mondiale.
"Quel successo nella crono individuale alla Tirreno Adriatico lo conquistai con la stessa bicicletta di ruote lenticolari preparata da Michele Fanini quando nell'ultimo anno da dilettante mi imposi nella crono del G. P. Ponsacco".
Una Tirreno Adriatico dove c'erano tutti i migliori. Nel podio finale secondo e terzo si classificarono rispettivamente Giuseppe Calcaterra (dopo pochi anni passò a correre per lo stesso Fanini) e lo svizzero Tony Rominger, vincitore in carriera di 3 Vuelta di Spagna, un Giro d'Italia e due giri di Lombardia.
Un podio del genere Fanini fino a quel momento poteva soltanto sognarlo ma divenne tutto ad un tratto realtà come quando nel 1997 la Coppa del Mondo vide un podio con Michele Bartoli, Rolf Sorensen e Andrea Tafi, rispettivamente primo secondo e terzo, tutti e tre ex ciclisti di Fanini. Anche quella fu una soddisfazione per il vulcanico patron di cui Sorensen afferma:
"Ivano se avesse avuto più soldi avrebbe conquistato il mondo per la sua grande competenza. E' sempre stato 40 anni avanti a tutti ed il ciclismo è in debito nei suoi confronti. Nel 1988, dal momento che ero entrato fra i big del ciclismo, avevo necessità di una squadra più forte per supportarmi nelle grandi classiche e nelle corse a tappe ed ottenni da Fanini la possibilità di svincolarmi nostante il contratto che mi legava ancora a lui. Quindi la scelta dolorosa di separarmi da Fanini ed accettai di passare all'Ariostea".
Nel proseguo della carriera Sorensen si aggiudicò una Liegi Bastogne Liegi, un Giro delle Fiandre, una tappa al Giro d'Italia nel 95 l'edizione che lo premiò anche quale atleta più combattivo, due tappe al Tour de France (94 e 96), dove vinse anche due tappe a cronometro a squadre e sempre al Tour indossò a Chassieu la maglia gialla nel 91 al termine della seconda tappa, togliendola a Greg Lemond, quando vinse la crono a squadre, per poi perderla al termine della 6.a tappa a Le Havre a causa di una caduta che gli procurò una frattura alla clavicola costringendolo al ritiro. In quell'edizione si registrò il primo dei 5 successi finali di Miguel Indurain. Innumerevoli i suoi piazzamenti: secondo alla Milano-Sanremo 1991 dietro Claudio Chiappucci e davanti ad Eric Vanderaerden. Nel 96 fu argento olimpico ad Atlanta nella gara in linea. Oltre al secondo posto del 97, in Coppa del Mondo vanta due terzi posti nell'89 e nel 91. Nel Giro delle Fiandre oltre al successo del 1997 vanta anche un terzo ed un quarto posto. In ogni classica era uno dei favoriti per la vittoria finale, uno dei candidati per diversi anni ad aggiudicarsi la Coppa del Mondo.
I RINGRAZIAMENTI ALLA SUA SPLENDIDA CARRIERA
Rolf Sorensen è stato sicuramente una delle più belle scoperte Fanini. Diversi i ciclisti danesi che hanno avuto successo alle dipendenze del patron lucchese come Jesper Worre, Pedersen, Petersen, Jens Veggerby, Jorgen Marcussen, Lillot, Eriksen, Nicolaj Bo Larsen ma nessuno quanto lui.
"Sorensen è stata la mia più bella scoperta - dice Fanini - oltre che l'atleta ad avermi tolto le maggiori soddisfazioni nella mia lunga carriera dirigenziale professionistica. Non nego che sia stato il mio "pupillo" direi quasi un figlio visto che è cresciuto nella mia sede. Le altre mie due più grandi scoperte sono state Michele Bartoli e Mario Cipollini che da ragazzi vinsero tanto con le mie squadre giovanili".
Diversi i ringraziamenti di Sorensen nel corso della sua carriera che ebbe fine nel 2002 all'età di 37 anni per il dispiacere dei suoi numerosi tifosi sparsi in tutta Europa che vedevano in lui un combattente insostituibile per generosità e voglia di non mollare mai.
"Da dilettante colui che mi ha insegnato molto è stato il vecchianese Carlo Viviani che mi allenò dall'età di 17 anni fino al professionismo. Con lui sono riuscito anche ad approfondire le mie conoscenze con la lingua italiana. Da professionista oltre ai consigli di mio padre Jens che era costantemente nei circuiti a prendermi i tempi parziali nelle cronometro devo un ringraziamento particolare al mio allenatore Dott. Luigi Cecchini, sempre presente in 17 anni della mia carriera. Un'altra persona importante è stato Giancarlo Ferretti, mio D.S. in diverse squadre dove ho corso."
Una volta attaccata la bicicletta al chiodo è rimasto nel ciclismo allenando diverse squadre dal 2004 al 2009: il Team PH, il Team GLS-Pakke Shop ed il Team Capinordic. Attualmente commenta il ciclismo per la TV nazionale danese e viene chiamato a partecipare a convegni e congressi mirati alle strategie di marketing di diverse aziende danesi, con diverse uscite in bicicletta dove racconta le sue innumerevoli esperienze.
Un "vichingo" che si è stanziato in Italia facendo grandi conquiste e realizzando i suoi sogni che cullava già da bambino. Non sapeva come fare a dare sfogo alle sue doti fino a che ha conosciuto Ivano Fanini e da quel momento è iniziata la sua scalata di successi e di infinite soddisfazioni.