MISTER X

In una intervista recente, molto interessante, l’architetto Elvio Cecchini dichiara: «Ogni progetto per poter essere realizzato deve essere affrontato con un metodo di lavoro che si basa sulla conoscenza preliminare dei dati, per poter effettuare l’analisi delle possibili articolazioni funzionali ed affrontare l’iter progettuale preliminare e definitivo, che consente il reperimento delle risorse necessarie». Molto condivisibile. Poi, dopo aver ripercorso le vicende recenti e meno recenti della Manifattura, aggiunge: «Tuttavia, la scelta inopportuna di vendere una cospicua porzione della parte Sud, compiuta inopinatamente dalla Giunta Tambellini a fine mandato, ha fortemente condizionato le possibilità di recupero del complesso, perché ha inconsapevolmente alzato ostacoli procedurali, che possono compromettere le attuali possibilità di riqualificazione ad uso pubblico in tempi ragionevoli». E ancora: «Forse a molti non è ancora chiaro che, essendo scaduto il PIUSS, il recupero della Manifattura deve essere attivato con la redazione di un Piano Attuativo, che comprende l’intero comparto della ex Manifattura. Tutto ciò implica che il “misterioso acquirente” partecipi e condivida la definizione del progetto o, in alternativa, che l’Amministrazione prenda i provvedimenti legalmente previsti, che rischiano però di allungare ulteriormente i tempi del recupero edilizio». Ma, dico e domando io: com’è stato possibile che la precedente amministrazione abbia fatto questo giochetto, com’è possibile che abbia venduto a un “misterioso acquirente” di cui tuttora non si conosce l’identità e che può bloccare un intero progetto di sviluppo che riguarda la città? Ma chi erano questi soggetti? A chi rispondevano Tambellini e i suoi accoliti? Che razza di cricca ha governato Lucca? Possibile che non si riesca ancora a conoscere l’identità del misterioso MISTER X?
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