Infermieri ed Oss in burnout

conosciuto internazionalmente con la dizione inglese PTSD (Post Traumatic Stress Disorder), è definito dall’Istituto Superiore della Sanità nel portale Epicentro come “una forma di disagio mentale che si sviluppa in seguito a esperienze fortemente traumatiche”. Rappresenta infatti la conseguenza, sul piano psichico, dell’esposizione a un evento traumatico in cui il soggetto ha vissuto, assistito o si è confrontato con uno o più eventi che hanno implicato una minaccia all’integrità fisica propria o altrui, unitamente all’esperienza di paura intensa, sentimenti di impotenza o di orrore.Il disturbo da stress post traumatico può insorgere anche a distanza di mesi dall’evento traumatico, trattandosi di un PTSD a esordio ritardato e la durata può variare da un mese alla forma cronica caratterizzata da una durata superiore di tre mesi. Per evitare di incorrere in disturbi anche seri come quello post traumatico da stress, il burnout o la somatizzazione sul fisico, è importante, quindi, applicare strategie personalizzate e individuali per gestire questo stress (prima fra tutte il colloquio e il debriefing, ma anche attività fisica e/o supporto psicologico). Bisogna sottolineare, però che in tutto ciò a pagare il prezzo più alto della guerra sono i più piccoli. Milioni di minori sono direttamente colpiti da guerre e conflitti armati. Vengono feriti o uccisi, separati dalle loro famiglie e costretti ad assistere a scene di violenza inaudita. Negli ultimi giorni scuole, asili, orfanotrofi sono stati colpiti indiscriminatamente, così come tanti luoghi in cui migliaia di civili hanno perso e continuano a perdere la vita .Genitori che chiedono aiuto ai sanitari con gli occhi in silenzio combattendo contro le lacrime e, anche se non scendono subito, perdono quella battaglia inutile. Sanitari che cercano con tutte le loro forze di salvarli anche quando non c’è più nulla da fare, perché purtroppo quelle mine non lasciano uno spiraglio di luce. Quando si lavora per salvare un bambino c’è un maggior desiderio che tutto vada a buon fine, si vede il lungo percorso di vita che c’è ancora davanti, si “respira” la speranza; per questo motivo, qualsiasi fallimento viene vissuto in un modo ancora più negativo. Tutto questo distrugge l’ aspetto psicologico degli operatori sanitari, già superstiti di una battaglia iniziata due anni fa . Purtroppo in questa vita non possiamo fare grandi cose ma come dice Madre Teresa di Calcutta ciò che conta è fare le piccole cose con grande amore. Ed è proprio questo il messaggio che vorrei che arrivasse a tutti quei colleghi che sono impegnati attualmente in questa guerra. ASSOCARE. NEWS
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