L’ottavo congresso della Filcams Cgil Lucca

L’ottavo congresso della Filcams Cgil Lucca, che ha aperto il diciannovesimo congresso Cgil a livello locale, si è concluso con la conferma all’unanimità, con 43 voti favorevoli e 1 astensione, di Massimo Dinelli, segretario uscente, come Segretario Generale della Filcams Cgil della provincia di Lucca.

 

L’evento, tenutosi giovedì 1° dicembre presso la Brilla di Massarosa, ha visto la partecipazione di numerose personalità del sindacato locale e nazionale, tra cui il Segretario Generale della Cgil della provincia di Lucca Rossano Rossi, il Segretario Generale della Filcams Cgil Toscana Stefano Nicoli e la funzionaria della Segreteria nazionale della Filcams Cgil Monja Caiolo.

 

Si sono così concretizzate le pratiche di democrazia dal basso che contraddistinguono il rinnovo dell’organo direttivo della Cgil, anche tramite la condensazione delle esperienze raccolte nelle assemblee congressuali territoriali. 

 

Si è infatti proceduto alla discussione dell’operato dei quattro anni passati, sia con la relazione del segretario uscente e dei rappresentanti della categoria a livello regionale e nazionale, ma anche attraverso il dibattito in cui sono stati coinvolti i 67 delegati presenti. Una discussione che non ha risparmiato dalle critiche anche lo stesso sindacato, contribuendo così a definirne ancora più accuratamente le direzioni di intervento prioritarie che, nel proseguire del congresso, verranno portate fino al livello nazionale.

 

Tra le tematiche principali il ritorno al sindacato “di strada” per un riavvicinamento alla popolazione, che appare sempre più distante dai sindacati e dalla politica, come dimostrato dallo sconcertante dato sull’astensionismo alle ultime elezioni. L’obbiettivo non sarà solo quello di capire le istanze di lavoratori e pensionati, ma anche quello di riavvicinarli all’interessamento per le questioni sociali e politiche, nonché ad un’ottica di unione e lotta per obbiettivi e diritti comuni.

 

Centrale anche la contestazione della legge di bilancio 2023, che vedrà mettere in atto politiche che disattendono le necessità delle fasce più deboli della popolazione sempre più in difficoltà, ad esempio con l’attacco al reddito di cittadinanza, e di una fascia media sempre più povera, in seguito alla crisi amplificata dal susseguirsi di pandemia, guerra, manifestazioni della crisi climatica e del conseguente aumento dei prezzi e dell’inflazione. Sarà dunque lotta ai voucher, all’evasione fiscale e al lavoro nero e grigio, ma anche lotta per il rinnovo dei contratti nazionali a cifre utili per il contrasto della diminuzione del potere di acquisto, la giustizia negli appalti, il salario minimo, una giusta riforma delle pensioni, la sicurezza sul luogo di lavoro, la parità di genere e la stabilizzazione dei servizi pubblici attraverso un adeguato finanziamento. 

 

Il congresso si è infine concluso con la promessa di ritrovarsi presto in piazza, non appena saranno comunicate le date della mobilitazione nazionale che porteranno manifestazioni in ogni città, per protestare contro una legge di bilancio che ancora una volta non sembra guardare ai problemi reali e contingenti del paese.

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