La Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza

Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani, in occasione della Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, 20 novembre, data in cui l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1989 ha adottato la Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, intende richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e del mondo della scuola sulla necessità di tutelare e proteggere l’infanzia. Le sperequazioni tra bambini fortunati perché collocati nella parte giusta nel mondo e bambini disagiati sono inaccettabili; comunemente si pensa che il dramma della povertà, dello sfruttamento e del sottosviluppo riguardino Paesi extraeuropei; la dura realtà invece rende palese quanto degrado e possibilità negate interessino anche la nostra nazione. Secondo la XIII edizione dell'Atlante dell'Infanzia a rischio in Italia 2022 di Save The Children, “Un bambino nato al Sud ha quasi 4 anni in meno di aspettativa di vita”; inoltre, “Per i bambini del 2021 l'aspettativa di vita in buona salute è di 67,2 anni se sono nati nella provincia di Bolzano, ma di solo di 54,4 anni se sono nati in Calabria, con una differenza di più di 12 anni”. Tali previsioni sono state determinate dalla mancanza di servizi, di strutture sanitarie e qualità della vita adeguata. Per ogni bambino meridionale residente in aree particolarmente arretrate economicamente diventa difficile ottenere una corretta diagnosi per eventuali problematiche in fase prenatale; ammalarsi di patologie oncologiche statisticamente è più probabile, perché molte zone del meridione risultano altamente inquinate, e ottenere le adeguate terapie di supporto comporta spese non indifferenti per la famiglia correlate agli spostamenti e al soggiorno in regioni diverse da quelle di provenienza. È scandaloso che tale situazione permanga. Indubbiamente siamo altrettanto indignati anche per le sofferenze e le privazioni cui sono sottoposti i piccoli di tutto il mondo bisognosi; tuttavia pensare che in Italia esistano ancora nel 2022 due pesi e due misure per bambini connazionali è inconcepibile.

Spostandoci in quello che è strettamente il nostro ambito, per quanto riguarda il sostegno, per esempio, non si sta facendo abbastanza. Oggi il numero degli alunni con disabilità cresce di anno in anno; secondo il focus del Ministero, degli attuali 7.286.151 studenti complessivi, 290.089 sono ragazzi o ragazze con disabilità (distribuiti in 366.310 classi). Attualmente, dalle segnalazioni che riceviamo, gli studenti fragili spesso vengono tenuti nei corridoi scolastici in compagnia dei collaboratori; oppure vengono affidati agli altri docenti curriculari, in quanto, in molti casi, non esiste un’adeguata formazione per casi particolarmente rari o reputati difficoltosi. La continuità didattica in alcune circostanze viene disertata in funzione di necessità logistiche che dovrebbero trovare una soluzione differente e rapida. È opportuno che il docente nominato supplente, anche in caso di temporanea sostituzione, all’interno di una classe con studente BES (direttiva BES 27/12/2012) venga adeguatamente informato circa la patologia o le condizioni di salute di tutti gli studenti, specie in assenza dell’eventuale insegnante di sostegno di riferimento.

Il CNDDU, in ragione delle criticità evidenziate, chiede al ministro della pubblica istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, maggiori investimenti nel settore inclusione e una maggiore attenzione sulle problematiche relative gli studenti fragili. #NoiciSiamo

prof. Romano Pesavento

presidente CNDDU

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