Sono 360 milioni i cristiani perseguitati nel mondo

L'Afghanistan è oggi il Paese più pericoloso al mondo per i cristiani, seguito da Corea del Nord, Somalia, Libia, Yemen, Eritrea, Nigeria, Pakistan, Iran, India e Arabia Saudita, solo per citare i primi dieci Paesi. È l'analisi della "World Watch List" 2022, rapporto sui 50 Stati dove i cristiani subiscono persecuzioni, curato dall'organizzazione Porte Aperte/Open Doors per il periodo primo ottobre 2020 - 30 settembre 2021, presentata ieri alla Camera dei deputati Cristiani Presentato ieri alla Camera il rapporto sui cristiani perseguitati nel mondo. L’Ong Porte Aperte/Open Doors pone tra i primi cinque Paesi persecutori ben quattro islamici: Afghanistan, Somalia, Libia e Yemen. Nel mondo sono oltre 360 milioni i cristiani che sperimentano un livello alto di persecuzione e discriminazione a causa della loro fede. Uno ogni sette. Ed è l'Afghanistan oggi il Paese più pericoloso al mondo per i cristiani, seguito da Corea del Nord Somalia, Libia, Yemen, Eritrea, Nigeria, Pakistan Iran, India e Arabia Saudita, solo per citare i primi dieci Paesi. È l'analisi della " World Watch List" 2022, rapporto sui 50 Stati dove i cristiani subiscono persecuzioni, curato dall'organizzazione Porte Aperte/Open Doors per il periodo primo ottobre 2020 - 30 settembre 2021, presentata ieri alla Camera dei deputati. Quest'anno si registra il più alto livello di persecuzione da quando la Lista è stata pubblicata per la prima volta, 29 anni fa. Le dinamiche persecutorie evidenziano la crescita del fenomeno di una chiesa "profuga", di cristiani in fuga dalla persecuzione. Va dunque all'Afghanistan la maglia nera della classifica. Porte Aperte dipinge un quadro scioccante della vita della piccola e nascosta comunità cristiana in Afghanistan: gli uomini rischiano la morte se la loro fede viene scoperta; donne e ragazze possono sopravvivere se date in moglie come "bottino di guerra" a giovani combattenti taleban, o violentate e sottoposte alla tratta; il governo taleban lavora all'identificazione dei cristiani, arrestati e poi uccisi; gran parte della popolazione cristiana è scappata nelle regioni rurali o nei campi profughi delle nazioni vicine, comunque ostili ai cristiani. Preoccupante anche la situazione in India, Paese democratico, ma sempre più influenzato dall'ideologia nazionalista induista, secondo la quale essere indiano significa essere indù. Le violenze contro cristiani e altre minoranze è ignorata o incoraggiata da leader politici indiani, e accompagnata da un'impennata di disinformazione sui media. Porte Aperte tra i circa 100 Paesi monitorati rileva un aumento della persecuzione. Salgono da 74 a 76 quelli che mostrano un livello definibile «alto, molto alto o estremo». Crescono a 360 milioni (340 nel 2021) i cristiani perseguitati, 5.898 quelli uccisi (da 4.761), con la Nigeria sempre epicentro di massacri (4.650) assieme ad altre nazioni dell'Africa subsahariana. Sono state 5.110 le chiese attaccate (4.488 l'anno precedente), 6.175 i cristiani arrestati (da 4.277) e 3.829 i rapiti (da 1.710). Nella lista dei primi dieci Paesi (calcolata solo sugli atti di violenza contro i cristiani) ben 7 le nazioni africane: Nigeria, Centrafrica, Repubblica democratica del Congo, Mozambico, Camerun, Mali e Sud Sudan. La World Watch List considera 4 tipologie di comunità cristiane: le comunità di espatriati o immigrati, le chiese storiche (cattolici, ortodossi, chiese protestanti tradizionali), le comunità protestanti non tradizionali (evangelici, battisti, pentecostali), e le comunità di convertiti al cristianesimo (da islam e induismo, spesso i più colpiti dalla persecuzione). Per Cristian Nani, direttore di Porte Aperte, «il primo posto dell'Afghanistan ci preoccupa profondamente. Oltre all'incalcolabile sofferenza per la piccola comunità cristiana afgana, manda un messaggio chiaro agli estremisti nel mondo: "Continuate la vostra brutale lotta, la vittoria è possibile"».
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