Matteo Party

Massimo Gramellini - CORRIERE.IT

C’è un rave che ancora nessuno è riuscito a far chiudere ed è quello che quotidianamente viene inscenato sui media da Matteo Salvini, plenipotenziario leghista con delega al recupero dei voti smarriti.


Mentre la Meloni se ne resta per lo più in ufficio a studiare, lui svolazza dai contanti ai migranti e dai vaccini alle mascherine, facendo ovunque un rumore del diavolo. Spedendolo alle Infrastrutture, la premier sperava di averlo distratto con ponti e cantieri: come regalare la scatola dei Lego a un bambino. Forse ne ha sottovalutato le motivazioni. Salvini sta combattendo per la sopravvivenza: se non si inventa di continuo qualcosa, al prossimo giro lo sgomberano dalle urne. Deve assolutamente indurre gli italiani a credere che il vero premier sia lui.


Per impedirglielo bastava non renderglielo troppo facile. Invece è proprio quel che è successo ieri con la nomina del leghista Rixi a viceministro delle Infrastrutture. Con l’amico a occuparsi di ponti e cantieri, Salvini avrà tutto il tempo di organizzare il suo rave, occupando notizie abbandonate e paure in disuso. La stessa strategia che usò quando stava con Conte: mettere una persona di fiducia al ministero, così da liberarsi dalla noia del governare, e andarsene in giro e sui social a fare quel che gli piace, cioè baccano intorno a qualsiasi argomento capace di restituirgli il consenso perduto. La Meloni si è messa i tappi, per ora. Ma il giorno in cui sarà costretta a toglierseli, le verrà voglia di fargliela lei, la festa.


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