Sono nato e, da sempre, vivo a San Ginese, ridente collina del Compitese.
Un piccolo centro balzato all'onore delle cronache per l'ormai accertata presenza dei lupi.
Dopo
aver personalmente incontrato ieri in località "La Speranza" un
piccolo canide che, dell'apparenza stanca e denutrita deambulava in
mezzo alla strada, fermandosi e guardandoti con occhi supplichevoli e
disorientati, mi sono deciso a raccogliere una sua evidente e visiva
supplica.
In tanti lo hanno visto ma da San Ginese
di Compito, luogo di ripetuti avvistamenti, purtroppo, non e' giunta
finora nessuna soluzione definitiva all'aiuto da dare.
È
del resto la storia di due cuccioli che, ormai da mesi, vagano tra le
case di via di Villa alla ricerca di cibo e forse di protezione e di
tenerezza.
Pare inoltre che, l'esemplare che ho avvistato ieri, dovrebbe rappresentare uno dei due lupetti,
rimasti purtroppo senza branco.
Si
sono dunque stabiliti in paese e adesso, si trovano in grande
difficoltà. Dopo diverse segnalazioni, appelli sui social e l’arrivo di
una squadra di pronto intervento, giorni fa si è scoperto che i due
piccoli hanno la rogna e – proprio per questo motivo – sarebbero ridotti
all’osso.
Con poco pelo, deboli e molto fragili.
Adesso,
da scrittore di libri ambientati nella natura ed in misteriosi vallate
montane con relativi avvistamenti di aquile e lupi, credo che anche in
questa circostanza, sia giusto ritornare a "ballare con i lupi".
Come farlo?
Dando risalto ad una storia che non è certo solo romantica.
Sono
un animalista e, proprio per questo, non solo mi dichiaro un fans dei
due lupetti ritrovati ma, spero vivamente che questa storia sia
maggiormente diffusa negli ambienti protezionistici.
Anche per prevenire altre similari situazioni.
Sto
dunque con tutti coloro che adesso intendono salvare i due piccol,
preservandoli da altri episodi d'eccessiva umanizzazione.
Nei
giorni scorsi, mi è stato riferito, una biologa assieme ai volontari
di un'associazione hanno posizionato una telecamera ad infrarossi in
quello che era diventato il giaciglio dei due cuccioli.
Proprio
lì, era stato messo anche del cibo con dei medicinali. La rogna,
infatti, secondo quanto detto dagli esperti, è una malattia molto
invalidante ma – se ben curata – è anche facile da mandare via.
Purtroppo
però, forse spaventati dalla presenza degli essere umani, i piccoli –
secondo le registrazioni della telecamera – non hanno più fatto ritorno
alla loro “cuccia” e, quindi, non hanno ingerito i medicinali contenuti
nel cibo. Tanti i successivi e disperati avvistamenti in paese: ormai a
qualsiasi ora del giorno e della notte.
Adesso la gente , commossa dalla storia, colloca pezzi di carne fuori dalle abitazioni ed in posti particolari del bosco.
Il
gesto, pare però che sia stato severamente vietato, sia dalle
associazioni di volontariato che dai biologi, che si sono uniti –
insieme – in un appello disperato: “Non dategli da mangiare”.
Procurare
del cibo a degli animali selvatici come i lupi, anche se così piccoli e
in difficoltà, è infatti fortemente sconsigliato dagli esperti, sia per
la vita degli animali che per quella della popolazione. Un vero e
proprio rischio per la specie, che – per natura – fin dalla tenerissima
età deve imparare a procacciarsi le prede, anche percorrendo lunghe
distanze. Cosa che, i due cuccioli malati, non hanno potuto ancora
fare.
Ultime confidenze di una signora del paese:
"Il
lupo papà pare sia stato ucciso da un cacciatore visto presunti
attacchi alle pecore in altre zone del Compitese, mentre della madre non
si hanno notizie"
I piccoli sono rimasti purtroppo
soli e personalmente ritengo sarebbe giusto trasferirli, prima
possibile, in un apposito rifugio per poi, una volta curati e più
grandi, rilasciarli liberi in una riserva.
Massimo Raffanti