BLOCCO STUDENTESCO: È TEMPO DI RIVOLUZIONE PER LA SCUOLA

Roma, 15 ottobre – I militanti romani del fulmine cerchiato stamattina sono scesi in piazza sotto il Ministero della Pubblica Istruzione per portare all’attenzione dell’opinione pubblica e del nuovo governo le criticità della scuola che vanno immediatamente affrontate.

Dopo venti giorni di trattative e giochi elettorali scendiamo in strada per chiedere con forza un intervento rapido e risolutivo da parte della nuova maggioranza sul mondo della scuola, che mentre questi signori si spartiscono il potere continua ad essere colpita dagli effetti delle ricette dem, liberali e tecniche che sono state applicate negli ultimi decenni. Lo abbiamo già detto: alla distruzione hanno concorso tutte le parti politiche che oggi bisticciano sulle macerie, dal centrodestra al centrosinistra. Vent’anni di tagli costanti e riforme assassine come quelle della Gelmini e di Renzi ci hanno portato alla gestione fallimentare del governo Draghi, che non ha fatto altro – tramite la mummia Patrizio Bianchi – che proseguire sulla distruzione della scuola pubblica.

“Stamattina – inizia la nota del Blocco Studentesco – abbiamo voluto dare un messaggio chiaro al nuovo governo che va formandosi in questi giorni: non ci sarà pace per nessun politico, ministro, senatore o deputato fino a quando non si tornerà sulla scuola con interventi decisivi d'investimento e riqualificazione. Le ricette malsane dell’Agenda Draghi vanno accantonate in favore di politiche nuove che spostino la scuola dal mirino delle speculazioni per ricentrarla sullo studente, sulla sua famiglia e sulla sua comunità organica e di destino: il Popolo italiano. Chiediamo con forza che venga stracciata immediatamente la Legge 107 sulla ‘Buona scuola’ contro la quale ci battiamo dal 2015, vogliamo che sia rimossa dall’orizzonte della pubblica istruzione l’infame alternanza scuola-lavoro e la sua obbligatorietà per tutti gli istituti superiori; vogliamo che sia proclamato – dopo la fallimentare e repressiva gestione Covid – lo stato d’emergenza per l’edilizia scolastica, per far sì che lo Stato possa tornare ad intervenire con soldi e finanziamenti, in maniera rapida, sulla manutenzione dei plessi scolastici; vogliamo l’adozione da parte del futuro governo di una linea dura contro le speculazioni editoriali, contro le tasse coercitive che vengono imposte alle famiglie degli studenti e un contributo sostanziale a pendolari e fuorisede”.

“Delle soluzioni concrete – continua la nota – che abbiamo condensato in quattordici punti che abbiamo chiamato Agenda Blocco e che speriamo possa assurgere a nuovo modello di approccio alla Scuola pubblica: basta con i miti della decrescita e del liberismo, lo Stato deve essere protagonista nel suo settore strategico più importante, ovvero l’istruzione, l’università e la ricerca, per toglierla dalle mani di chi vorrebbe usarlo come trampolino di lancio dei suoi introiti”.

“Oggi qui con noi abbiamo portato la voce di studenti e giovani lavoratori – conclude la nota – che speriamo sia raccolta da chi ora pretende di guidare l’Italia. Non ci accontenteremo delle parole e delle pacche sulle spalle, non ci accontenteremo di vedere la sinistra italiana fuori di sé per il risultato elettorale: contano soltanto i fatti e la volontà politica di intraprendere questa via coraggiosa e portare aria fresca all’interno di quelle stanze mute. Il Blocco Studentesco continuerà a dare battaglia, sempre e comunque, per opporsi a chiunque cerchi di danneggiare gli studenti e soprattutto contro chi parlando di Patria e Nazione non sarà alla loro altezza. Patria è missione e rivoluzione, oppure è nulla. Questa è la nostra via: seguitela oppure sarete soltanto un intralcio”.

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